C’è un’italiana in finale al Trofeo Bilboa
di Palermo, è Tathiana Garbin che però parte
da sfavorita
contro Anabel Medina Garrigues, numero 26 delle classifiche
mondiali
C’è un’italiana in finale al Trofeo Bilboa
di Palermo, è Tathiana Garbin che però parte
da sfavorita
contro Anabel Medina Garrigues, numero 26 delle classifiche
mondiali.
Le due hanno rispettivamente battuto Lucie Safarova e Roberta Vinci
Dopo 17 edizioni senza italiani ad alzare
la coppa, quest’anno al Trofeo Bilboa Tathiana Garbin prova
l’assalto
alla pluridecorata Medina Garrigues. “E’ un anno in cui sto sfatando
diversi miti, come il primo turno superato a Wimbleodn, voglio invertire
anche questa tendenza e vincere questo torneo”, ancora orfano di una
padrona
azzurra. La chance gli si propone dopo la vittoria contro Robertina Vinci,
apparsa molto scarica mentalmente e fisicamente, eredità forse delle 2
ore e 40 del suo quarto contro la Rezai. Troppi errori, troppi doppi falli
(cinque nel solo primo set, diventati sei a fine match) e molta poca precisione
nelle armi che invece è solita usare per confondere le idee alle avversarie.
In particolar modo le ha dato più guai che gioie la palla corta, un po’
per esecuzioni talvolta alte e prevedibile talvolta infossate nella rete,
un po’ per la straripante condizione fisica della Garbin che ritrova una
finale dopo quella di Modena, ormai più d’un fa. “La soddisfazione è
molta – ha detto Tathiana nell’immediato post gara – Sono felice per
questo risultato così importante”. E poi il colpo di scena che non ti
aspetti: perché se era ben noto che avesse usufruito di una Wild Card,
si pensava a qualche esigenza di programmazione venuta meno… “non è
così, per la prima volta nella mia carriera mi sono dimenticata di iscrivermi
ad un torneo ma non potevo mancare, per fortuna che Oliviero Palma (direttore
del torneo, n.d.r.) mi ha dato questa chance”. Quello che ha fatto la
differenza tra le due oggi è stato il servizio, efficace e continuo quello
di Tathiana, disastroso quello di Roberta. E così la siciliana, pur con
un tifo scatenato a favore, ha dovuto alzare bandiera bianca. “Per me
però non è stato un problema quello del pubblico, anzi io mi esalto quando
sento del tifo-contro”.
Domani però il tifo sarà a favore visto
che quella che tutti si aspettavano in finale, ci è arrivata senza grossi
patemi d’animo anche se con un filo di nervosismo di troppo.
Anabel
Medina Garrigues ha battuto nella semifinale del Trofeo Bilboa di
Palermo
la ceca Lucie Safarova. E’ stata una partita sempre condotta dalla
spagnola
anche se la testa di serie numero quattro ha fatto, e disfatto, di più.
E’ sembrato subito chiaro che l’unico modo per poter uscire dalla
linearità
della spagnola era quella di provare a fare qualcosa in più: e infatti
per qualche game la tattica ha pagato. Piedi sempre in campo, palle anticipate
e un break avanti. Poi però alla lunga un gioco del genere, se non sei
Justine Henin, non puoi mantenerlo. Avere sempre il pallino in mano comporta
pressioni e di conseguenza più errori gratuiti. E così dalla metà del primo
set è stata costretta a fare un passo indietro e non sentendosi più attaccata,
la spagnola ha potuto usare al meglio le sue armi. Sul 4 pari il break
che ha deciso il primo set. Nel secondo però la tendenza sembrava potersi
invertire, e invece il due a zero iniziale a favore della ceca non è stato
altro che un lievissimo fuoco di paglia. Cinque giochi consecutivi per
la numero due del seeding che ha faticato in chiusura a dare il colpo di
reni vincente complice una Safarova senza più nulla da perdere che ha
ricominciato
a giocare a tutto braccio. Alla fine è stato un doppio 6-4 ha incoronare
Anabel per la terza volta consecutiva finalista a Palermo. “Sono molto
soddisfatta per questo risultato, purtroppo però quest’anno il pubblico
siciliano non tiferà per me visto che dall’altra parte ci sarà
un’italiana.
Peccato anche perché io soffro un po’ queste situazioni – ha subito
esordito
la 24enne di Valencia in conferenza stampa – “però è stato un match
difficile
oggi, la mia avversaria non ha mollato fino alla fine e poi io non stavo
bene psicologicamente: avevo paura di rifarmi male alla gamba. E’ per
questo che ogni tanto tiravo certi urlacci… Chi vorrei affrontare in
finale? Non lo so. Di sicuro Roberta Vinci è una delle più talentose di
tutto il circuito, diciamo che soffrirei di più il suo gioco rispetto a
quello della Garbin che invece mi assomiglia di più”. Comunque sia la
vincitrice dell’ultima edizione del torneo, vuoi per la classifica, vuoi
per il fatto che ha perso un set negli ultimi tre anni qui a Palermo, parte
decisamente da favorita.
da Palermo, Gabriele Riva
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