Sembra impossibile che l’impianto designato (e preferito dall’ATP) per le Finals under 21 di Milano possa essere pronto per la data d’inizio del torneo. MilanoSport prevede 53 settimane di lavori per terminare la struttura, completa al 65%. Sono già troppe, e in più c’è una perizia da attendere prima di riappaltare i lavori. Quasi certo il passaggio ad Assago.

Menomale che la partnership Fit-CONI Servizi si è portata avanti, non dando troppa fiducia alle rassicurazioni del Comune di Milano e parlando chiaro con l’ATP fin dall’inizio. La sede scelta per le Finals della Next Generation, in arrivo nel capoluogo Lombardo nel 2017 (e per almeno cinque anni) è il PalaLido, ma visti gli interminabili ritardi nella (ri)costruzione dell’impianto demolito nel 2011, agli emissari dell’ATP è stata subito fatta presente la possibilità che non fosse pronto per la prima edizione, proponendo come alternativa il Forum di Assago, fatto appositamente liberare da un concerto nelle date interssate. Un’alternativa che sembra già una certezza con un anno di anticipo, stando a quanto riportato questa mattina sulle pagine della La Gazzetta dello Sport, nella sezione riservata alla cronaca regionale della Lombardia. Secondo MilanoSport, la società comunale che gestisce la ristrutturazione dell’impianto di piazza Stuparich, visto lo stato attuale dei lavori, fermi al 65% circa del totale, occorreranno più o meno 53 settimane per completare il Palazzetto. Anche qualora le rispettassero – ma le previsioni, in tema di lavori pubblici, sono sempre molto positiviste – basta fare due conti per accorgersi che la data fissata per l’inizio del torneo milanese – martedì 8 novembre 2017 – sarebbe già superata. Potrebbero farcela accelerando leggermente i tempi, e inaugurando la struttura proprio in occasione del torneo, ma il problema è un altro: i lavori non sembrano destinati a riprendere a breve termine, dopo che il Comune di Milano ha inviato una richiesta di risarcimento danni per le inadempienze e i ritardi alla General Construction Company, la società vincitrice della gara d’appalto e che ha completato la prima parte dei lavori, ma è risultata inadempiente nei confronti di una seconda azienda, alla quale hanno subappaltato la costruzione del tetto dell’impianto.

Ora l’intenzione del Comune sarebbe quella di passare i lavori nelle mani del consorzio Coveco – che nel frattempo si è trasformato in Kostruttiva – al tempo secondo nella gara d’appalto. Ma prima della nuova assegnazione Palazzo Marino attende il risultato della perizia che stabilirà come sono stati eseguiti sin qui i lavori, per quantificare il danno da esibire a Ge. Co. Co., e poi passerà all’affidamento a Coveco-Kostruttiva. Il tutto a patto che l’impresa accetti l’incarico, per un lavoro che rappresenta solo il 35% rispetto a quanto previsto nel bando iniziale. Altrimenti la palla passerà ai terzi classificati, e così via. “Stiamo aspettando il deposito della perizia giudiziale – ha detto Roberta Guaineri, assessore allo Sport del Comune di Milano, a Francesca Cuomo della Gazzetta –, e non appena saranno concluse le verifiche documentali procederemo con l’aggiudicazione all’impresa arrivata seconda”. Solo a quel punto, a patto che ci sia l’ok dei diretti interessati, scatteranno le 53 settimane, e visto l’andazzo non sarebbe una sorpresa vederle diventare molte di più. Dati alla mano, dunque, pare già impossibile che almeno per il primo anno (e sperando non aumentino) il torneo possa trovare casa al PalaLido, sede che l’ATP ha preferito di gran lunga al Forum di Assago, sia perché nel territorio del Comune di Milano sia per ragioni di capienza, visto la portata di un evento che – anche per ammissione della stessa ATP – non ha un richiamo tale per riempire un palcoscenico come il Forum. Invece, salvo sorprese si giocherà lì, con tutte le problematiche di un impianto le cui infrastrutture non paiono troppo diverse rispetto ai tempi dell’inaugurazione, datata 1990.


Di seguito vi proponiamo le “5 domande al direttore Lorenzo Cazzaniga” pubblicate sull’ultimo numero de Il Tennis Italiano, proprio riguardanti le ATP Finals under 21.

Di Lorenzo Cazzaniga

Cominciamo con la buona notizia: il tennis brandizzato ATP tornerà a Milano nel mese di novembre 2017. Non si tratterà di un classico torneo del circuito mondiale, ma di un Masters. Ovviamente non quello dei top players mondiali, fisso alla O2 Arena di Londra dove il pubblico non lascia seggiolini vuoti garantendo un ritorno economico importante all’Associazione Tennisti Professionisti, che da qualche stagione organizza l’evento in proprio. A Milano si disputerà il Masterino, cioè un torneo del tutto simile ma riservato solamente ai giocatori under 21, per l’anno prossimo quelli nati nel 1996 o più giovani. In ogni caso, un ritorno in bello stile del tennis a Milano che, val la pena ricordarlo, manca dal 2005. Milano, che si è riscoperta anche meta turistica (grazie anche al traino dell’EXPO), ha sconfitto città importanti come Miami, Los Angeles e soprattutto Città del Capo, tutte interessate al progetto. Una pecca organizzativa (un tempo l’Italia ospitava diverse prove del circuito ATP, ora sono rimasti solo gli Internazionali d’Italia) viene finalmente colmata. Anche se, personalmente, mi resta qualche perplessità.

Ma come, non mi dica che avrebbe preferito una qualsiasi prova del circuito ATP?
Quando un consulente della FIT mi ha posto la stessa domanda, sono rimasto perfino imbarazzato, nel non avere un’opinione certa. Da una parte, chi ha visto tanto tennis come il sottoscritto, preferisce andare a scovare i campioni del futuro, valutarne le potenzialità, incuriosito da giocatori che ogni settimana si vedono in streaming ma poche volte live. E che comunque compiono progressi pazzeschi nell’arco di poche settimane, come accaduto con Alexander Zverev. Dall’altro, con un patrimonio ingente da investire, la FIT avrebbe potuto organizzare un ATP 250 di livello alto, ingaggiando giocatori importanti, e con un sicuro ritorno di pubblico e immagine.

Mi sembra di capire che teme che la risposta di pubblico possa non essere soddisfacente.

È una probabilità tutt’altro da scartare. Milano è un teatro sportivo difficile, con due squadre di calcio, e ora una di basket, che monopolizzano l’attenzione degli appassionati sportivi e, in buona parte, svuota le loro tasche. In più, temo che il fascino di giocare al talent scout e andare a osservare i migliori under 21 del mondo, faccia scomodare solo i veri fanatics di tennis, ma tenga lontano gli appassionati più tiepidi, per non parlare di quelli, definiamoli generalisti dello sport. Ho la certezza che la campagna promozionale sarà massiccia, che l’ATP sa come lanciare un evento e sarà un partner affidabile della nostra Federazione (e di CONI Servizi), ma un conto è vendere Gael Monfils contro Nick Kyrgios, tanto per citare un match particolarmente spettacolare, ben altro battage servirà per un Coric-contro-Fritz, con tutto il rispetto. Insomma, mi pare roba per ultra appassionati, e riempire i 12.000 posti a sedere del Forum di Assago non sarà semplice.

Mi scusi, cosa c’entra il Forum di Assago? Non si giocherà al PalaLido?

È la mia maggior preoccupazione. Ricordo un vecchio Assessore allo Sport chiedermi di trovare un evento tennistico da portare al PalaLido, che si trattasse di un’esibizione o di una giornata dedicata ai ragazzi delle scuole tennis milanesi. Era febbraio, gli domandai se era certo che per novembre sarebbero ultimati i lavori. Mi rispose con un sorriso compiaciuto. Attualmente, non c’è più quell’Assessore ma nemmeno il PalaLido, divenuto un cantiere infinito e sfortunato (e chiuso da sei anni), se si pensa che la decisione di ricostruirlo fu presa dal sindaco Letizia Moratti nel 2010. Le ultime notizie che abbiamo trafugato dai tecnici è che non viene più comunicata nemmeno una data di possibile consegna: «Diciamo il mese ma non l’anno» ha scherzato, ma nemmeno troppo, qualcuno di loro. Il PalaLido dovrebbe rappresentare la bomboniera di Milano, circa 5.500 posti nella configurazione per un torneo di tennis, e con servizi moderni come è obbligatorio per un evento che durerà cinque giorni. Binaghi è già andato a colloquio con l’attuale Assessore allo Sport di Milano, Roberta Guaineri, la quale si è detta fiduciosa ma non sicura che il PalaLido sia pronto per il novembre 2017, asserzione politica preoccupante che deve aver fatto drizzare i capelli ai dirigenti ATP. Il Forum, che è Assago e non Milano, ha una capienza eccessiva (l’ultimo anello andrebbe coperto con un lungo telo scuro, per evitare di mostrare in tv gli spalti vuoti), e servizi collaterali molto scadenti, non avendo subìto nessuna recente ristrutturazione.

Mi racconta della formula e dei partecipanti? Siamo sicuri che verranno tutti?
Volentieri. Al torneo prenderanno parte i migliori sette under 21 della classifica ATP, più una wild card da concordare fra gli organizzatori e l’ATP. «Speriamo di riservarla a un giocatore italiano – ha detto il direttore del torneo di Roma, Sergio Palmieri – magari da decidere attraverso una prova di qualificazione fra i nostri migliori otto under 21. Ma questo andrà valutato con l’ATP». Attualmente i sette qualificati di diritto sarebbero Alexander Zverev, Borna Coric, Taylor Tritz, Karen Khachanov, Frances Tiafoe, Daniil Medvedev e Jared Donaldson. Il primo degli italiani è Gianluigi Quinzi. L’ATP spingerà perché tutti siano presenti, magari distribuendo punti per il ranking mondiale, sicuramente offrendo un bel montepremi (si parla di un milione e mezzo di dollari). Il rischio però, è che il top player del torneo, Zverev, sia impegnato nel Masters dei grandi!

Cosa si poteva fare per migliorare il cast?
Spingere con l’ATP per ampliare il range all’under 23. A quel punto sarebbero rientrati anche giocatori come Nick Kyrgios, Lucas Pouille, eccetera. Perché si è preso un impegno a lungo termine (cinque anni di contratto) senza sapere quali saranno i giocatori che parteciperanno e senza garanzia che fra due, tre stagioni, i top under 21 saranno giocatori di talento, appeal, personalità. Insomma, un piccolo salto nel buio. Che però la FIT, a cui non mancano le risorse economiche, può permettersi.