foto Antonio Milesi – Mario Rota
Otto anni dopo, a Bergamo risuona di nuovo la Marsigliese. Nel 2007 vinse le “magicien” Fabrice Santoro, pupillo di Gabriele Merelli, presidente della Olme Sport. Oggi è il turno di “la tige”, il gambo. Benoit Paire è soprannominato così perchè è alto e magro. Quasi smilzo. Ma ha un talento straordinario, lo stesso che due anni fa lo ha portato al numero 24 ATP. Dopo un 2014 molto difficile, Benoit riparte dall'Italia grazie al titolo al Trofeo FAIP-Perrel. In finale si è imposto 6-3 7-6 su Aleksandr Nedovyesov in un match molto rapido, sia per lo stile di gioco dei finalisti (aggressivo e proteso verso il punto) che per la rapidità della superficie.
Nei momenti importanti, Paire si è mostrato più giocatore, più esperto, più abituato a certe situazioni. Nel primo set, forse stordito dall'impressionante cerimonia di presentazione, Nedovyesov è partito teso e contratto. Non era il giocatore dei giorni scorsi. Nel quarto game, una gran risposta di dritto di Paire ha dato il là al break, concretizzatosi con un'altra gran risposta (stavolta di rovescio) e sigillato da un drammatico doppio fallo. Il primo set è filato via velocissimo, in appena 20 minuti.
Più lotta nel secondo, con Nedovyesov bravo a sciogliersi e a giocare sempre meglio. L'unica palla break del parziale è stata la sua, sull'1-1. Ma sul 30-40 si è vista la classe del campione: ace sulla palla break, altri due servizi vincenti ad allontanare il pericolo. Pochi altri sussulti fino al 6-6, quando Nedovyesov è sempre stato costretto a inseguire. E' entrato nel tie-break con un doppio fallo, ha tenuto duro fino al 3-4 (doppio fallo di Paire, unico grave errore della partita).
Ma nel momento del bisogno, l'avignonese ha tirato fuori la classe che gli aveva permesso di battere, tra gli altri, Juan Martin Del Potro e Milos Raonic. Due fulminanti risposte di dritto, il suo colpo meno sicuro, lo hanno issato a matchpoint. E pochi secondi dopo esultava, felice come un bambino, perchè finalmente vede la luce in fondo al tunnel. Il 2014, infatti, è stato un incubo. “Ho passato 7-8 mesi senza poter giocare a causa di un infortunio al ginocchio – ha detto – ogni volta che provavo a tornare era la stessa cosa, non riuscivo a giocare. Per questo, vincere un torneo è molto importante per me. Sarà pure un challenger, ma ha un sapore molto dolce”.
L'Italia gli porta bene. Meno di due anni fa ci ha ottenuto il suo miglior risultato in carriera, cogliendo le semifinali al Foro Italico. Oggi riparte da Bergamo. “Si, possiamo dire che la mia carriera riparte dall'Italia. Mi piace molto venire qui, a Roma avevo perso da Federer e adesso ho vissuto una settimana eccezionale. Mi è sempre piaciuto venire in Italia: non ho promesso ai bergamaschi di tornare l'anno prossimo perchè nel 2016 vorrei avere la classifica necessaria per giocare a Rotterdam. Ma auguro a questo torneo tutto il bene possibile e di sicuro mi vedrete a Roma”.
Nella finale, nonostante la fitta pioggia su Bergamo, il PalaNorda era esaurito in ogni ordine di posti, con circa 3.000 spettatori e alcuni costretti a seguire il match in piedi. “Per me è stato meraviglioso, non avevo mai visto una folla del genere in un challenger – ha detto Paire – per questo ci tenevo molto a vincere, anche per tutto lo staff e l'organizzazione. Sono stati straordinari”.
Con questo successo, Benoit guadagnerà una ventina di posizioni e si attesterà intorno al numero 120 ATP. Ma il suo tennis vale molto, molto di più. “La chiave della mia vittoria? Il servizio. Su un campo così veloce ha funzionato sin dal primo turno e mi ha consentito di essere aggressivo. Poi, con l'andare del torneo, sono migliorato anche in risposta.” Quest'anno Paire compirà 26 anni e sta entrando nel pieno della maturità. Dove può arrivare un giocatore della sua classe? “Non lo so. La cosa importante sarà giocare tutto l'anno senza problemi fisici, dopodichè vedremo i risultati. Se giocherò come oggi sono sicuro che verranno, mi sono piaciuto molto. La cosa principale sarà la salute al ginocchio. Se non avrò problemi, i top-50 a fine anno sono un obiettivo fattibile”.
La vittoria di Paire, tra l'altro, è una grande notizia per il Trofeo FAIP-Perrel, poiché impreziosisce l'albo d'oro: su dieci edizioni, per sei volte si è imposto un giocatore con un best ranking tra i top-30. Paire si è fatto amare con un atteggiamento simpatico e disponibile verso tutti. Durante la premiazione ha ringraziato tutti, tra baci, abbracci e strette di mano. E ha ricambiato con uno stile che ricorda vagamente quello di Novak Djokovic. “Sono d'accordo. Abbiamo entrambi una buona fase difensiva, anche se il suo tennis è più fisico del mio e questo può fare la differenza nei grandi tornei. Ma io provo a fare del mio meglio, magari avvicinarmi a lui e raggiungere le fasi finali in un torneo del Grande Slam. E' il mio obiettivo”.
Termina così un'edizione molto importante del Trofeo FAIP-Perrel, che conferma l'impressionante successo di pubblico. Circa 22.000 spettatori hanno affollato il PalaNorda nel corso della settimana, tra cui 4.000 ragazzi delle scuole di Bergamo e provincia, che hanno colorato le sessioni mattutine. Grande soddisfazione per Marco Fermi e Gabriele Merelli, rispettivamente direttore del torneo e presidente della Olme Sport, società organizzatrice.
La bella notizia per il torneo è che l'impegno di FAIP-Perrel dovrebbe andare avanti per altre due edizioni, garantendo continuità a un evento che ha ottenuto un risultato straordinario: il successo a prescindere dai giocatori in campo. Giuseppe e Gabriele Magoni sono persone oneste, vecchia maniera. La loro parola vale molto. Così come vale molto la presentazione della finale: lo speaker Pako Carlucci che ha intrattenuto il pubblico tra momenti di allegria e altri di riflessione, ricordando le vecchie edizioni in una emozionante escalation. Il Trofeo FAIP Perrel 2015 chiude qui, ma è solo un arrivederci. Un gioioso arrivederci.
TROFEO FAIP-PERREL (42.500€, Play-It)
Finale Singolare
Benoit Paire (FRA) b. Aleksandr Nedovyesov (KAZ) 6-3 7-6(3)
Ufficio Stampa