Tutti sanno fare le pagelle dell’anno passato, il Tennis Italiano si è divertito, grazie ad Enzo Cherici, a dare già i voti al 2020. Una provocazione, ma non troppo…
Next Gen contro Old Gen
Aveva proprio ragione lui, il vecchio Lucio. Il 2019 è appena finito, ma qui ancora non ci si capisce niente. O meglio, è fin tutto troppo chiaro. Nel senso che iniziamo la terza decade del secolo (ripetiamolo assieme: decade, non anno) e comandano ancora loro: Nadal, Djokovic e Federer, in rigoroso ordine di classifica. Aveva ragione Dalla dunque, qualcosa qui non torna.
Perché eravamo abituati a Borg che salutava tutti a 26 anni. A McEnroe che vinceva il suo ultimo Slam a 25 anni. Al 24enne Wilander che diventava numero uno e contestualmente smetteva di essere competitivo. Ad Edberg che a 30 anni tondi svolgeva il suo Farewell Tour. Già ci sembrava straordinario (e lo era!) il Sampras che a 31 anni accarezzava la sua ultima volée per vincere a New York lo Slam numero 14.
Diciamolo, oggi stiamo vivendo una sorta di epoca messianica per il nostro gioco. Perché siamo in presenza non d’uno, ma di tre mostri di 33, 32 e 38 anni (sempre in ordine di classifica, non sia mai) che proprio non ne vogliono sapere di voler smettere. Ma che soprattutto non vogliono saperne di smettere di vincere. Fenomeno questo che ha praticamente già bruciato un’intera generazione di ottimi giocatori (leggi alla voce Berdych e dintorni) e che rischiava di far decisamente ritardare l’esplosione della successiva, quella dei cosiddetti Next Gen. Ma loro hanno ora deciso che di “next” non c’è proprio niente. E che il futuro è adesso.
Eccoci così all’anno 2020. L’anno che per voi è appena iniziato, per noi è già finito. E vogliamo “riviverlo” assieme a voi, dando i voti ai protagonisti di una stagione che difficilmente verrà dimenticata.
Nadal e Federer, sette politico
Nadal: 7 e mezzo
Parte carico a pallettoni e si porta subito a casa l’Australian Open undici anni dopo il precedente (e unico) successo, pareggiando così i 20 titoli di Federer. Quando tutto sembra apparecchiato per il Roland Garros numero 13 (vittorie a Montecarlo e Madrid) le giunture iniziano a scricchiolare e deve lasciar strada a… calma, tra poco saprete. A Wimbledon non becca palla e alle Olimpiadi si ferma in semifinale. A New York deve arrendersi a un indemoniato Mister X, ma in extremis si porta a casa l’unico titolo che ancora gli mancava: il Masters di fine anno. Stagione dunque positiva, anche se non eccezionale come la precedente. Mezzo punto in più per l’umanità mostrata nel non rivincere Parigi.
Djokovic: 5
Inutile girarci intorno, è stata la grande delusione dell’anno. Probabilmente l’inaspettata sconfitta con Nadal a Melbourne ne ha condizionato il resto della stagione. Che avrebbe comunque potuto salvare alle Olimpiadi, ma lì il diavolo ci ha messo lo zampino proprio in finale… suspense!
Federer: 7
No, nessun titolo Slam. No, niente record di Connors superato. Però alle Olimpiadi di Tokyo vince l’unico titolo che ancora gli mancava battendo uno dopo l’altro Nadal e Djokovic. Niente male per un fresco 39enne. Nella conferenza stampa post trionfo, fingendosi serio, dichiarerà: “No, sul matchpoint non ho pensato alla finale di Wimbledon 2019”. Dichiarazione che da sola gli vale mezzo punto in meno.
Tsitsipas da nove, Kyrgios bocciato
Tsitsipas: 9
Delude in Australia, dove non riesce a confermare la semi dell’anno precedente. Domina a Indian Wells prima di entrare in letargo e risvegliarsi giusto in tempo per la stagione sull’erba. Dove inizia il suo show. Domina Queen’s e Wimbledon, stecca le Olimpiadi, trionfa all’Us Open superando Nadal in un’epica finale. E la sua carriera cambierà per sempre. Difficilmente vincerà meno di 10 Slam.
Thiem: 7+
Finalmente Parigi! Al terzo tentativo ce l’ha finalmente fatta. Non sapremo mai se senza l’infortunio di Rafa avrebbe mai sollevato la coppa dei moschettieri, ma nessuno più di lui si meritava questo titolo.
Medvedev: 6-
Dopo i fuochi di artificio della seconda metà del 2019 e nonostante il successo a Miami ci si aspettava di più, inutile negarlo. Invece negli Slam, pur raggiungendo sempre la seconda settimana, gli è mancato l’acuto. Ci riproverà il prossimo anno, ma deve tornare affamato come lo scorso anno.
Zverev: 6+
Sarà ricordato come l’anno delle finali perse: Miami, Montecarlo e, soprattutto, Us Open. Unica consolazione, per la prima volta riesce ad arrivare all’atto finale in uno Slam. Considerate le premesse, un bel passo avanti.
Shapovalov: 7
Sprazzi di talento purissimo sparsi qua e là nel corso dell’anno, fino all’incredibile trionfo nel Masters 1000 di casa, in Canada, che gli vale il meritato ingresso tra i fantastici 8 per Londra. Qualcosa ci dice che lo rivedremo anche a Torino…
De Minaur: 6 e mezzo
Se solo Kyrgios avesse la metà della sua voglia si giocherebbe solo per il secondo posto! Centra una fantastica semifinale a Melbourne, nello Slam di casa, superando Tsitsipas in un epico quarto. Costante nel resto dell’anno, con un ottimo quarto di finale a New York, dove il greco lo aspettava al varco…
Kyrgios: 5
Vedi sopra… Continua a fare il Kyrgios, impegnandosi con i top player e cazzeggiando con tutti gli altri. Risultato: dovrebbe stare tra i primi 3, finisce fuori dai 30!
Berrettini top 10, Sinner insegue
Berrettini: 6 e mezzo
Non ripete il fantastico 2019, ma ha il merito di mantenersi comunque su grandissimi livelli. Ancora carente di preparazione, stecca in Australia, poi fa quarti di finale a Parigi e Wimbledon. A New York non è purtroppo riuscito a confermare la semifinale dello scorso anno. Non riesce per un soffio ad entrare negli 8 per Londra, ma chiude comunque ottimo decimo.
Sinner: 8
Ottavi in Australia (a 18 anni e mezzo) e quarti di finale a New York (a 19 anni appena compiuti). Nel mezzo, arriva il primo titolo in un 250. Inizia l’anno da numero 78, lo finisce da numero 20. What else? Se non diventa Top Five in un paio d’anni mi mangio il cappello come Rockerduck!
Fognini: 5 e mezzo
Purtroppo stagione difficile per Fabio. Ci mette un po’ a carburare e non sfrutta adeguatamente l’inizio di stagione, soprattutto sulla terra sudamericana. A Montecarlo paga un po’ la pressione dei tanti punti da difendere e… un Nadal ancora verde di rabbia per la lezione dell’anno prima. Si riscatta con la semifinale di Roma, ma poi non riesce a piazzare ulteriori acuti.
Cecchinato: 7
Se abbiamo avuto i fenomeni Berrettini e Sinner è anche grazie al suo exploit del 2018. Dopo un anno nero torna a giocare un ottimo tennis nella sua amata terra. Torna al successo in un 250 e finisce l’anno tra i primi 30.
PS Una volta un famoso giornalista mi ha detto: “Non rovinare mai un articolo raccontando la verità”. L’ho preso alla lettera. Forse troppo…