Andate in archivio tutte e quattro le prove maggiori, vediamo come si sono comportati i protagonisti del circuito maschile…

di Daniele Rossi – foto Getty Images

 

Nadal batte Federer 3 a 1. E’ questo il responso finale delle 4 prove degli Slam nel 2010. Lo spagnolo ha dominato la stagione e nonostante passino gli anni e ci siano tanti giocatori di livello, ancora nessuno è riuscito ad interrompere l’egemonia svizzero-spagnola. In attesa del ritorno dell’infortunato Del Potro, continuano a vincere loro…

 

Rafael Nadal voto 9

Inizia la stagione con un ritiro agli Australian Open ai quarti di finale, dopo aver faticato parecchio anche nei primi turni. Passati i problemi fisici, torna ad essere un rullo compressore: Parigi, Londra e New York ai suoi piedi. Straordinario è dire poco, il toro di Manacor in questo momento sembra imbattibile e conclude il 2010 con la migliore prestazione negli Slam della sua ancora giovane carriera. Dove riuscirà ad arrivare e quanto durerà? Solo le sue ginocchie sembrano arbitro del suo destino.

 

Novak Djokovic voto 7

Non avesse raggiunto un po’ a sorpresa la finale a Flushing Meadows, sarebbe quasi da bocciatura. A Melbourne e a Parigi esce ai quarti di finale, Tsonga e Melzer i suoi giustizieri, mentre Berdych lo sorprende in semifinale a Wimbledon. Il bilancio tutto sommato è in perdita, anche perchè in finale con Nadal non ha mai dato l’impressione di poter vincere.

Fatica ancora tanto nei primi turni e forse si deve sbloccare a livello mentale, ma se non mette a posto quel benedetto servizio non andrà da nessuna parte. Rimane comunque l’erede più credibile alla dittatura dei due fenomeni.

 

Roger Federer voto 7,5

Forse qualcuno se l’è dimenticato, ma il buon Roger a gennaio ha vinto gli Australian Open, perdendo solo due set (con Andreev al primo turno e con Davydenko nei quarti), prima di demolire Murray in finale.

Poi le scioccanti e premature uscite con Soderling e Berdych e la recente sconfitta in semi con Djokovic.

Qualcuno si affanna a parlare di declino, ma tutto sommato si tratta di battute d’arresto fisiologiche e “normali” nel corso di una lunga e straordinaria carriera, giunte per altro contro avversari di grande livello.

Intanto si è portato a casa il 16° Slam e ha scritto il suo nome nell’albo dei vincitori di un major per l’ottavo anno consecutivo. Il problema saranno le motivazioni e la concentrazione che metterà nei prossimi anni: pensiamo che sarà proprio Rafa Nadal a spingerlo a giocare e vincere ancora. Come fece Chris Evert con Martina Navratilova negli anni ’80, la rivalità con lo spagnolo può essere la benzina nel suo motore, quella spinta necessaria per tornare a faticare e a soffrire un po’.

Roger afferma che il ritiro per lui è ancora lontanto. Speriamo, diciamo noi, perchè senza Federer, che tennis sarebbe?

 

Andy Murray voto 5

Finale in Australia, poi un mezzo disastro. A Melbourne arriva da favorito e infatti giunge senza affanni all’atto conclusivo, ma lì trova un Federer straordinario e si deve arrendere.

Poi sull’odiata terra del Bois de Boulogne, suda sette camicie con Gasquet, Chela e Baghdatis, prima di farsi rullare da Berdych.

A Wimbledon delude ancora tutto il Regno Unito: passato l’ostacolo Tsonga nei quarti, in semifinale trova Nadal che lo batte in tre set. E’ vero che lo spagnolo è stato quasi perfetto, ma se non lo batte a casa sua sull’erba, quali chance può avere sulle altre superfici?

Infine il patatrac in terra americana, dove viene fatto fuori al terzo turno da Wawrinka. “Cosa serve per andare avanti in uno Slam? Non lo so, non ne ho mai vinto uno” – ha dichiarato amaro dopo la sconfitta con lo svizzero; una dura presa di coscienza, ma forse anche un campanello di allarme.

Il suo gioco apparentemente non ha punti deboli, ma incappa troppo facilmente in giornate storte con avversari anche non irresistibili, forse perchè il suo non è un tennis “facile”. Deve costruirsi e giocarsi ogni punto e questo lo stanca oltremodo, impedendogli di arrivare lucido nei momenti che contano.

Ricordiamoci però che ha solo 23 anni, il tempo per vincere certo non gli manca.

 

Robin Soderling voto 7,5

La sconfitta al primo turno patita da Granollers agli Australian Open è stata un caso dettato dai problemi fisici. Lo ha confermato negli altri Slam: finale a Parigi, quarti a Wimbledon e Us Open. Nelle prime due occasioni ha perso con Nadal, nell’ultima con Federer. Robin è dunque ormai un “cavallo da corsa”, insediatosi ormai nei top 5 e capace di far tremare chiunque.

Continua però a mancargli la grande vittoria, non per forza uno Slam, ma anche un Master 1000 che gli certifichi una certa nobiltà tennistica. I miglioramenti comunque sono costanti e gioca bene su ogni superficie, a 26 anni ha raggiunto la piena maturità e siamo pronti a scommettere che sarà protagonista anche nelle prossime stagioni.

 

Tomas Berdych voto 6,5

Il ceco continua a essere indecifrabile. Nei due major europei fa faville: semifinale al Roland Garros e addirittura finale ai “Championships”. Soderling a Parigi e Nadal a Londra gli sbarrano lo strada, ma sembrava finalmente pronto a spiccare il volo.

E invece a New York torna a casa addirittura al primo turno, sconfitto seccamente da Llodra. In Australia non aveva fatto di meglio, facendosi sbattere fuori alla seconda partita da Korolev (!).

L’unica cosa certa con Berdych è che non c’è mai nulla di certo, eccetto che sta sprecando vagonate di talento. Sì, perchè col suo gioco, se si decidesse ad usare la testa, non avrebbe la minima difficoltà ad arrivare in fondo a ogni torneo. E invece rimane lì nel limbo…

 

Andy Roddick voto 4

Spiace essere così duri, perchè stiamo parlando di un ragazzo estememamente simpatico e intelligente, nonché di un professionista esemplare, ma i risultati non mentono.

Se la sconfitta ai quarti di finale con Marin Cilic agli Australian Open è assolutamente giustificata e comprensibile (per altro al quinto set), sono imperdonabili le sconfitte con Gabashvili, Lu e Tisparevic. 

Gravissime in particolare le ultime due, perchè giunte in tornei e su superficici tradizionalmente a lui favorevoli, contro avversari di basso livello.

A parte l’exploit primaverile (finale a Indian Wells e vittoria a Miami), anche il resto della stagione è stato deludente. Forse la china discendente è proprio iniziata…

 


 

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