L’incredibile parabola di John Tomic, padre-padrone di Bernard. Oggi le bizze del figlio assumono un valore diverso. E la sorella Sara si sta affacciando nel circuito…
Un'inquietante espressione di John Tomic, papà-orco di Bernard (e Sara)
Di Riccardo Bisti – 9 maggio 2013
Il caso di John Tomic ha qualcosa di strano, inusuale. Che fosse un tipo particolare lo abbiamo capito tempo fa, quando Bernard ringrazio il giudice di sedia Cedric Mourier per avergli dato un warning (!) a causa dei continui interventi del padre. Ma pochi conoscevano la sua indole violenta, deflagrata in pugni da boxeur e testate rifilate al povero sparring partner Thomas Drouet e (pare) allo stesso Bernard. E’ un caso particolare perchè i padri-padroni li avevamo visti soprattutto tra le donne. Tutti conoscono e ricordano Stefano Capriati, Jim Pierce e il temibile Damir Dokic. Non si era ancora visto niente di simile in campo maschile, forse solo il fanatismo di Mike Agassi. C’è sempre una prima volta: la denuncia al tribunale di Madrid (l'udienza si terrà martedì prossimo) ha convinto ATP e ITF a inserirlo in black-list, per la gioia e l'approvazione della WTA, dove tra poco dovrebbe sbarcare la figlia Sara. Tomic Senior non avrà più alcun accredito nei tornei del circuito. E chissà che non possa dimettersi dal ruolo di coach. Dovesse succedere, non sarà un addio silenzioso. Perchè a John non sono mai mancate le parole. Nel 2011, quando il figlio raggiunse i quarti a Wimbledon, disse: “La famiglia è la cosa migliore per i ragazzi. Ci sono molti genitori che hanno affidato ad altri i propri figli, ma che fine hanno fatto? Di chi ti puoi fidare, ad eccezione della tua famiglia?”. Forse era quello che intendeva Drouet quando ha detto che Bernard è “ostaggio” della famiglia. Un rapporto talmente intenso da sembrare morboso. John (Ivica) Tomic è nato in Croazia ma è scappato dalla terra d’origine durante la Guerra dei Balcani, trasferendosi in Germania con la moglie (serba). Bernard è nato lì, ma quando aveva tre anni si sono spostati a Gold Coast, metropoli australiana illuminata dal sole e piena di atleti.
Il talento di Bernard è sbocciato presto, tanto che il colosso IMG lo ha messo sotto contratto quando aveva appena 13 anni. Investimento mirato, giacchè Tomic è l’unico giocatore ad aver vinto l’Orange Bowl in tre differenti categorie d’età (Under 12, 14 e 16) e nel 2008 è diventato il più giovane a vincere l’Australian Open junior. Aveva appena 15 anni. Visto che il record precedente apparteneva a Donald Young, è legittimo domandarsi se questo primato porti sfortuna. L’ascesa di Tomic è stata inarrestabile fino all’anno scorso: quarti a Wimbledon, numero 27 ATP. Poi si è un po’ fermato, bloccato da limiti comportamentali che lo hanno fatto etichettare come il…"Balotelli del tennis". Oggi scopriamo che dietro certi atteggiamenti c’era un disagio ben più profondo. L'aneddotica parte nel 2006, quando ha spinto fuori strada un auto con a bordo due coach e una giocatrice. Non si conosce il motivo, se non che presentò le sue scuse per iscritto. A 16 anni, Tomic è stato squalificato per un mese dal circuito ITF perchè il padre lo ha obbligato ad abbandonare il campo durante il future di Perth. Motivo? L’arbitro non avrebbe rilevato il gran numero di falli di piede del suo avversario (Marinko Matosevic). Nel 2010 scatenò polemiche a non finire durante l’Australian Open, perchè il match del figlio contro Marin Cilic fu collocato in tarda serata. Per questa ragione, disse che Bernard avrebbe potuto lasciare l’Australia e giocare per la Croazia. Sul piano tecnico, John aveva un ossessione: a suo dire, un altro coach avrebbe omologato il figlio al tennis odierno, togliendogli imprevedibilità. C’è un piccolo dettaglio: prima di scoprirsi allenatore, faceva il tassista. Ma diceva con spavalderia: “So cosa sto facendo e continuerò a migliorare Bernard come giocatore. Dobbiamo fare qualcosa di diverso rispetto al resto del mondo. Se facciamo le stesse cose, dove andremo a finire?”.
Il vaso di sopportazione del figlio ha iniziato a riempirsi pericolosamente già lo scorso anno, quando ha perso alcuni match (allo Us Open e Shanghai) per palese assenza di combattività. All’epoca si pensava alle bizze di un ragazzino viziato. Invece era la reazione ai comportamenti del padre. Materiale per psicologi, non solo sportivi. Neil Guiney, primo allenatore di Tomic (lo ha preso all’età di 7 anni e ne ha forgiato il talento), ha definito “disfunzionale” il rapporto tra padre e figlio. “Ma adesso c’è un problema: Bernard lo conosce molto meglio. Adesso John strilla, impreca, e il figlio lo ignora e si tappa le orecchie. Ovviamente si crea una situazione terribile”. Finita a pugni e testate, a quanto pare. Agli Internazionali BNL d’Italia avremo la prima controprova: era davvero papà John il male di Bernard Tomic? Noi pensiamo di si. La più contenta sarà la piccola Sara, sorella minore di Bernard, 15 anni e numero 55 ITF. A breve inizierà la carriera nel circuito. Senza il padre alle calcagna, si spera.
I PADRI-PADRONI DEL TENNIS
1) JIM PIERCE
L’antesignano della categoria. Durante un match della figlia, disse: “Mary, uccidi quella sgualdrina!”. Nel 1993 fu bandito da tutti i tornei WTA. Più fonti sostengono che avrebbe picchiato Mary, tanto da costringerla ad assumere una guardia del corpo. E’ certo che in un’occasione ha causato una rissa con un bodyguard. Anni dopo, la Pierce ha detto: “Mi prendeva a schiaffi se perdevo una partita, o anche dopo un cattivo allenamento”.
2) DAMIR DOKIC
Le pagine di cronaca sono piene di episodi. Nel 2000, distrusse il cellulare di un giornalista. Qualche mese dopo fu cacciato dallo Us Open perchè aveva aggredito lo staff del ristorante per il prezzo del pesce. All’Australian Open, disse che il tabellone era truccato perchè la figlia era stata sorteggiata contro Lindsay Davenport. Recentemente, ha minacciato di bombardare l’ambasciata australiana a Belgrado. Per questo fatto è stato arrestato. Nonostante tutto, la figlia Jelena non è mai riuscita a staccare definitivamente da lui.
3) MARINKO LUCIC
Era talmente violento che ha costretto Mirjana a scappare dalla Croazia in piena notte, come una ladra, insieme al resto della famiglia. Alcuni racconti della figlia sono da rabbrividire: pare che la colpisse addirittura con una scarpa vecchia, ma solo in punti dove non era troppo visibile. Poco dopo, come se nulla fosse, le diceva di andare a comprarsi un gelato.
4) PETER GRAF
Non è riuscito a impedire alla figlia di vincere 22 Slam, ma era un tiranno. Quando lo decideva, Steffi doveva abbandonare il campo e seguirlo. Le cronache si sono occupate di lui per un caso di adulterio e, soprattutto, per una condanna a tre anni di carcere per aver evaso oltre 6 milioni di dollari. Ovviamente erano guadagni di Steffi.
5) STEFANO CAPRIATI
La figlia Jennifer era una splendida macchina da soldi da cui attingere il più possibile. Mentre lei era adolescente, lui firmò contratti milionari. L’opinione pubblica lo accusò di trattare la figlia come un “buono pasto”. Risultato? Jennifer smise nel 1993 e fu arrestata per furto e possesso di marijuana. Seppe rinascere, ma i suoi recenti problemi indicano che non si è mai ripresa del tutto.
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