A due anni dalla rottura, Camila Giorgi torna in orbita FIT. I segnali di riavvicinamento sono stati confermati da una nota ufficiale: “Ho capito di aver sbagliato” dice la giocatrice. “Malintesi risolti, Camila è un patrimonio del nostro tennis” replica Binaghi. Mesi fa era fallito un tentativo di riavvicinamento, ma le parti sembravano troppo distanti. Saranno risolte “a breve” le vertenze nate negli ultimi mesi.

Fumata bianca, anzi, azzurra. Camila Giorgi e la FIT hanno fatto pace. Si era capito nei giorni scorsi, con segnali chiarissimi da entrambe le parti. Ultimi in ordine di tempo, le parole di Sergio Giorgi al Corriere dello Sport e l'intervista concessa dalla stessa Camila a SuperTennis. È la fine di una telenovela iniziata due anni fa, quando rifiutò la convocazione per Spagna-Italia. La notizia è stata ufficializzata da una nota pubblicata sul sito della FIT, arricchita da un paio di virgolettati. Dice la Giorgi: "Ho capito che due anni fa ho sbagliato a non rispondere alla convocazione per l'incontro di Fed Cup contro la Spagna. La maglia azzurra mi è mancata e sento il desiderio di tornare a indossarla e a far parte di una squadra giovane che sta crescendo", mentre Angelo Binaghi ha replicato così: "Quando nei giorni scorsi Camila ha chiesto di incontrarmi ho capito che finalmente questa vicenda si stava avviando a una conclusione positiva dopo i malintesi del passato. Camila è un patrimonio del tennis italiano e sono convinto che questo passo gioverà anche alla sua carriera nel circuito". A giudicare dal tenore delle affermazioni, sembra che la giocatrice si sia accollata tutte le responsabilità per l'episodio di due anni fa, anche se ci fu un clamoroso errore formale: all'epoca non era tesserata FIT, dunque in teoria l'allora capitano Corrado Barazzutti non avrebbe potuto convocarla. Un fatto più formale che sostanziale, anche perché tra le parti c'era un altro accordo di natura privata. Tuttavia, affidandosi a quella tessera mancante, gli avvocati della Giorgi hanno spinto in tutte le sedi di giustizia sportiva. Il Tribunale Federale aveva stabilito una squalifica di 9 mesi e 30.000 euro di multa, grossomodo in linea con i regolamenti (per questi casi, il massimo della pena è di 12 mesi). Peccato che – almeno secondo il buon senso – la Giorgi non era soggetta ai regolamenti stessi. Era di questo avviso la Corte Federale di Appello, che tre mesi dopo annullò la sanzione basandosi su principi talmente elementari da sembrare ovvi. Lo scorso settembre, incredibilmente, il Collegio di Garanzia CONI ha ulteriormente ribaltato la sentenza e ripristinato la squalifica, adottando una motivazione fantasiosa e – a nostro parere – priva di buon senso. La cassazione dello sport italiano ha stabilito il principio di “rapporto di tesseramento” in affiancamento alla “tessera”. Un ragionamento talmente complicato che ha spinto diversi ordini degli avvocati a dedicare alla sentenza alcuni seminari di formazione.

RISARCIMENTI E PRIMI TENTATIVI DI RIAVVICINAMENTO
​Parallelamente, la diatriba era finita nelle mani di un Collegio Arbitrale, stabilito dalle parti al momento della firma del famoso contratto, siglato qualche anno fa. Sostanzialmente, in cambio di contributi e servizi, la FIT chiedeva alla Giorgi un comportamento corretto (ovvero, stare alla larga da doping e scommesse) e dare la propria disponibilità per tutte le partite di Fed Cup. Rinunciando alla trasferta in Spagna, la giocatrice si sarebbe resa protagonista di inadempienza contrattuale. Lo scorso 16 gennaio, lo stesso Collegio aveva stabilito un maxi-risarcimento in favore della FIT: 185.876 euro, di cui 130.000 per le cifre elargite alla giocatrice dal 2010 al 2016 (Il resto per spese varie). Nel comunicato uscito in queste ore, si spiega che le pendenze in atto tra le due parti saranno “risolte a breve” e che la Giorgi tornerà nei quadri federali, tornando a beneficiare di servizi e assistenza. Come saranno risolte, non ci viene spiegato: la Giorgi pagherà le cifre stabilite? Oppure la FIT vi rinuncerà, per intero o in parte? Vien da pensare che sia più probabile la seconda opzione. Niente TAR, dunque, a cui gli avvocati di Camila avevano promesso di ricorrere dopo la sentenza del Collegio di Garanzia CONI. Tutto sistemato, sbianchettato, risolto, cancellato. A ben vedere, non è stato il primo tentativo di riavvicinamento. Sembra che qualche mese fa Angelo Binaghi e Camila Giorgi si fossero già incontrati (con Camila accompagnata da mamma Claudia). Indiscrezioni non confermate raccontavano che l'italoargentina fosse disponibile a tornare in Fed Cup in cambio del pagamento delle spese legali. Su questo punto, la trattativa si sarebbe arenata, rendendo inutile la chiacchierata tra Tathiana Garbin e la stessa Giorgi durante l'Australian Open, prima delle convocazioni di Italia-Spagna.

COME SARÀ IL REINTEGRO?
Da allora è successo che Camila ha preso a giocare bene, dimezzando o quasi la sua classifica (era scesa al n.100 WTA, oggi è 56) e – volendo credere alle dichiarazioni ufficiali – ha chiesto un ulteriore incontro al Presidente FIT. Pare evidente che si sia trovato un accordo, anche se non ne conosciamo i termini. Possiamo soltanto avanzare qualche ipotesi. Si potrebbe pensare che la FIT abbia rinunciato a ogni pretesa pur di ritrovare la nostra attuale numero 1, elemento prezioso anche per la giovane età (26 anni). Ma è possibile che Camila abbia riflettuto sul fatto che gli anni sotto l'egida FIT ha vissuto gli anni migliori della sua carriera. In particolare, fu molto produttivo il periodo con coach Daniele Silvestre (che oggi segue Andrea Pellegrino). L'assistenza logistica e – soprattutto – quella medica avevano dato i loro frutti. A suo tempo, tra l'altro, si disse che i meriti del prof. Pierfrancesco Parra nel primo avvicinamento tra le parti andassero ben oltre quelli medici. Va detto che l'attuale staff sta svolgendo un discreto lavoro, suggellato dai risultati. Per ora, i termini del nuovo accordo sono sconosciuti. Lasciando stare i tecnicismi sul tesseramento (anzi, ci auguriamo che la questione venga risolta: secondo il sito FIT, la Giorgi non risulta ancora tesserata). sul piano sportivo possiamo rallegrarci: in questo momento è la nostra numero 1 (anche se Sara Errani le è appiccicata: sono rispettivamente 38esima e 41esima nella Race stagionale, con appena 17 punti di distacco: un buon torneo di Sara a Roma sancirebbe il sorpasso) e – oggettivamente – la sua presenza rafforzerebbe il team di Fed Cup. Resta qualche dubbio sulle dinamiche di inserimento della Figliol Prodiga in un gruppo che sta nascendo e che sembra ormai ben cementato, con Sara Errani leader, accompagnata da Jasmine Paolini e Deborah Chiesa, senza dimenticare Martina Trevisan e le altre. Come accoglieranno, le altre ragazze, il reintegro della Giorgi? Inevitabilmente, una sua convocazione toglierebbe almeno un posto da titolare. Radio Spogliatoio informa che, in passato, c'era stato qualche contrasto tra il clan Giorgi e alcune componenti della vecchia guardia. A Tax Garbin riconosciamo ottime doti di empatia: starà a lei, dunque, cercare di inserire la Giorgi in modo efficace e indolore. Il prossimo match dell'Italia si giocherà a febbraio 2019, ma certi equilibri vanno cuciti con il dovuto anticipo. Su questa storia ci sarebbero altre mille considerazioni, non tutte simpatiche. Senza conoscere esattamente il dietro le quinte, tuttavia, è meglio attenersi ai dati certi. Sperando che, al di là di nomi e cognomi, abbia la meglio il bene supremo: il tennis italiano.

GIORGI – FIT: LA STORIA INFINITA

LUGLIO 2013: Camila lascia Miami e torna in Italia. Contestualmente, viene annunciato l'accordo con la FIT. La base degli allenamenti diventa il Centro FIT di Tirrenia.

FEBBRAIO 2014: Esordio in Fed Cup: a Cleveland vince una bella partita contro Madison Keys e contribuisce al successo contro le americane.

FEBBRAIO: 2016: Ultima presenza in Fed Cup. A Marsiglia, batte Kristina Mladenovic ma perde da Caroline Garcia. L'Italia perde e deve giocare il secondo spareggio consecutivo per restare nel World Group I.

APRILE 2016: Scoppia il caso: Camila chiede di non essere convocata, ma Barazzutti la chiama lo stesso per la trasferta in Spagna. Le viene dato qualche giorno in più per riflettere sulla decisione, ma le parti non si avvicinano: è rottura. A Lleida, l'Italia perde e retrocede nel World Group II.

GENNAIO 2017: Il Tribunale Federale emette la sentenza di primo grado: Giorgi squalificata per nove mesi e condannata a 30.000 euro di multa per non aver rispettato l'obbligo di indossare la maglia azzurra.

APRILE 2017: La Corte Federale di Appello ribalta la sentenza di primo grado: si scopre che Camila non era tesserata all'epoca dei fatti. Per questo, i regolamenti FIT non potevano essere in nessun modo applicati.

SETTEMBRE 2017: Altro ribaltone: il Collegio di Garanzia del CONI ripristina la sentenza originaria, stabilendo l'inedito concetto di “rapporto di tesseramento”: sia pure senza tessera, viene ritenuto che la Giorgi aveva comunque un rapporto giuridico-sportivo con la FIT. Gli avvocati parlano di ricorso al TAR.

GENNAIO 2018: Falliti i primi tentativi di riavvicinamento, si pronuncia anche il Collegio Arbitrale. Per inadempienza contrattuale, la Giorgi viene condannata a un risarcimento di 185.876 euro.

APRILE 2018: Una Giorgi in ripresa agonistica, annuncia sul suo sito ufficiale che avrebbe partecipato alle qualificazioni degli Internazionali BNL d'Italia. Non metteva piede a Roma dal 2015: secondo molti è il primo segnale di un riavvicinamento. Intuizione corretta.

MAGGIO 2018: Camila perde nelle qualificazioni romane contro Danielle Collins: il giorno dopo, si incontra con il presidente Angelo Binaghi e viene sancita la pace. Le vertenze saranno cancellate e la Giorgi torna in orbita FIT, compresa la convocabilità “morale” per i match di Fed Cup.