Oltre a Guillermo Perez-Roldan, Pablo Andujar è l’unico giocatore ad aver conquistato due titoli al Gran Prix Hassan II. Va a caccia del tris a Marrakech, dopo aver messo fine a un calvario di oltre due anni per l’infortunio al gomito, che gli aveva fatto dubitare per il suo futuro nel tennis. La scorsa settimana ha vinto il Challenger di Alicante.Non dev’essere affatto piacevole, quando il tennis è la tua vita e la l’unica fonte di sostentamento, trovarsi seduto sul divano a guardare gli altri, con un pizzico di malinconia e il timore di dover abbandonare per sempre l’attività “pro”. Una situazione che per oltre due anni ha accompagnato la vita e la carriera di Pablo Andujar, per colpa del maledetto gomito destro, che proprio non ne voleva sapere di guarire. Quello che inizialmente era un banale dolore si è trasformato – causa il parziale distaccamento dall’osso del tendine – in un calvario da tre operazioni e due anni e mezzo di stop, col sogno di poter finalmente tornare in campo. Un desiderio che si è avverato sul finire della scorsa stagione, e pian piano sta restituendo al circuito un giocatore capace di arrivare al numero 32 ATP e intascare tre titoli ATP, tutti sulla terra rossa. I primi due il 32enne di Cuenca li ha vinti a Casablanca, nel Gran Prix Hassan II che oggi è migrato a Marrakech, e l’ha accolto dopo il successo della scorsa settimana nel Ferrero Challenger Open, il nuovo torneo da 43.000 euro di montepremi organizzato nell’accademia di Villena (Alicante) di Juan Carlos Ferrero. L’occasione ideale, per Andujar, per riassaporare un’emozione che gli mancava dal successo di tre anni fa allo Swiss Open di Gstaad. “È proprio vero – ha raccontato – che se compri ogni settimana un biglietto della lotteria e fai sempre il possibile per vincere, prima o poi succede che vinci sul serio”. Un paragone che farà storcere il naso ai giocatori più assidui, ma la dice lunga su quello che era diventata la sua carriera nei mesi più duri, ovvero una lotteria in attesa della vittoria più bella: tornare a competere senza dolore. “È stata un’ottima settimana e pian piano ho continuato ad alzare il mio livello, fino a giocare il mio miglior tennis in finale. Non mi aspettavo un titolo così presto: è una grande soddisfazione”.
SUBITO UNA CHANCE A MARRAKECH
Il “così presto” è relativo al fatto che prima di giocare a Marbella e Alicante, Andujar era stato costretto a fermarsi di nuovo per un mese, perché dopo l’ATP 500 di Rio De Janeiro – dove è tornato a vincere un match nel Tour – aveva accusato di nuovo qualche problemino. Ma, per fortuna, non è stato nulla di grave. “È stato una sorta di assestamento, ma non per un vero e proprio infortunio. Ho dovuto riprendere la riabilitazione e sono stato qualche settimana senza competere. Ma sapevo che un po’ alla volta sarei riuscito a ritrovare il mio livello, anche se sicuramente ce l’ho fatta prima di quanto mi aspettassi. Ora chiedo solamente di poter stare in salute”. In finale Andujar ha battuto la stellina australiana Alex De Minaur, che proprio ad Alicante è cresciuto, rimontando da 0-3 nel primo set e spuntandola per 7-6 6-1. “È stata una grande soddisfazione. Mi sono allenato bene e ho cercato di fare tutto nel miglior modo possibile, per tornare a vincere. Quando dedichi tanto tempo e tanto impegno, ma vedi che i risultati arrivano, tutti gli sforzi sono automaticamente ripagati. Ma settimana precedente avevo perso al primo turno, ma in appena sette giorni è cambiato tutto”. E in altri sette (o meno) la situazione potrebbe diventare ancora più interessante. La scelta di sfruttare il ranking protetto per giocare a Marrakech, infatti, si è rivelata azzeccata. Al primo turno Andujar ha superato per 6-3 7-6 il lucky loser bielorusso Ilya Ivashka, e a separarlo da un posto nei quarti di finale (sarebbe il miglior piazzamento nel Tour da Ginevra 2015) troverà domani Andrea Arnaboldi. Sarà una bella chance per entrambi, ma se i muscoli di Pablo avranno ancora energie sufficienti dopo le recenti fatiche, il favorito è sicuramente lui, molto più abituato a certi palcoscenici. La strada verso il ritorno fra i primi 100 è ancora lunga, ma se dovesse ritrovare subito continuità nel circuito ATP, nel suo tennis c’è tutto per bruciare le tappe.