Secondo il quotidiano DerStandard Carlos Alcaraz avrebbe chiesto 800.000 dollari per partecipare all’Atp 500 di Vienna

Mentre nei giorni scorsi un’infiammazione al piede sinistro ha costretto Carlos Alcaraz a rinunciare al torneo di Basilea, recenti rivelazioni hanno probabilmente chiarito i motivi che lo avevano portato alla scelta del torneo svizzero, preferendolo a Vienna.

Secondo il quotidiano “DerStandard”, infatti, il torneo austriaco non sarebbe stato in grado di soddisfare la richiesta di 800.000 dollari che Carlitos avrebbe avanzato per garantire la sua partecipazione.

Una manifestazione che, al netto dell’assenza di Alcaraz, ospiterà comunque cinque giocatori top 10, tra cui il nostro Jannik Sinner, testa di serie numero 2 dopo Daniil Medvedev.

Dopo l’annuncio dell’esosa “tassa” di partecipazione, il mondo social non ha atteso a scatenarsi, definendo il campione spagnolo avido e ingordo.

I compensi “sottobanco” non sono certo una novità nel circuito, ma c’è da chiedersi dove questo sistema potrà portare il movimento, specie in un momento in cui i forti interessi del mondo arabo nel tennis rendono la competizione finanziaria esageratamente impari.

Quasi contemporaneamente all’annuncio su Alcaraz, si era infatti diffusa la notizia che lo stesso campione spagnolo e Novak Djokovic saranno protagonisti di un’esibizione a Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, il 27 dicembre.

Gli attuali numero uno e due del mondo, insieme a Sabalenka e Jabeur per la Wta, saranno parte di un festival di dimensioni gigantesche organizzato dalla General Entertainment Authority del paese.

Conosciamo tutti i recenti investimenti dell’Arabia Saudita nel calcio, nel golf e, ora, il tentativo di mettere piede anche nel circuito tennistico. La prima mossa riguarda il trasferimento delle Next Gen Finals da Milano a Gedda. Rinviata invece per il momento l’organizzazione delle Wta Finals di fine anno, che l’Arabia aveva insistentemente provato ad accaparrarsi. Nonostante una visita in giugno di Steve Simon, chief executive della Wta, e il parere favorevole di Billie Jean King, l’organo che dirige il tennis femminile non se l’è sentita di far sbarcare la più importante manifestazione dell’anno in una nazione che, per esempio, ha concesso solo da poco alle donne di guidare e dove persone LGBTQ+ o dichiaratamente “sostenitrici” subiscono discriminazioni. Inutile ricordare che la russa Daria Kasatkina, che lo scorso anno si qualificò, ha pubblicamente annunciato di essere gay.

Risultato? La Wta ha siglato un accordo annuale per organizzare nel 2023 le Finals a Cancun, in Messico, prendendo tempo.

Ma la questione è tutt’altro che risolta…