Il Miami Open di Novak Djokovic si apre con premesse interessanti: per la prima volta dopo quasi due anni "Nole" è riuscito ad allenarsi un paio di giorni senza sentire dolore. "Finalmente – ha detto – posso pensare solamente al mio tennis, senza badare al gomito e interrogarmi su come reagirà". "Nole" è parso davvero felice. Il peggio è passato?L’ufficialità la darà solamente il campo, lasciato a testa bassa a Indian Wells e pronto ad accogliere di nuovo Novak Djokovic a Key Biscayne, dove giovedì il campione serbo sfiderà uno fra Benoit Paire e Mischa Zverev, ma il Miami Open di “Nole” si è aperto col sorriso. Il motivo è il più bello che l’ex numero uno del mondo si potesse augurare dopo mesi e mesi di problemi: da un paio di giorni – ha raccontato nella conferenza stampa pre-torneo di martedì – il dolore al gomito che lo attanaglia da praticamente due anni è completamente sparito. “Gli ultimi due giorni – ha spiegato – sono stati i primi dopo tantissimo tempo nei quali finalmente ho potuto concentrarmi soltanto sul mio gioco, senza avere qualche altra preoccupazione per la mente e senza interrogarmi su quale sarebbe stata la reazione del gomito. Una sensazione davvero piacevole, visto che prima tutto il resto dipendeva dal dolore”. Un bel modo per approcciare un nuovo torneo, dopo che la sua sconfitta contro Taro Daniel a Indian Wells aveva sollevato più di un dubbio sulla decisione di tornare in campo a poco più di un mese dalla piccola operazione affrontata a inizio febbraio, quando sembrava dovesse stare a riposo fino a maggio. Invece, anche se il condizionale resta d’obbligo in attesa di vederlo (e sentirlo) nel corso del torneo, evidentemente la mossa non era così azzardata. “Non sono ancora al massimo delle mie potenzialità – ha aggiunto – ma sto lavorando per arrivarci. Ogni giorno per me fa parte di un processo, che mi dà l’opportunità di imparare, crescere e migliorare. Sicuramente aver passato due anni a cercare di trovare un modo per giocare senza dolore, cosa che spesso non mi è riuscita, ha compromesso parecchio il mio gioco. Ma ora, finalmente, sto bene”."STO BENE, MA NESSUNA ASPETTATIVA"
Al di là di un ottimismo sorprendente se paragonato alle dichiarazioni di due settimane or sono in California, e per quanto le sue parole lascino ben sperare in vista di un rapido ritorno ad alti livelli, per il momento è presto per considerarlo fra i principali favoriti per il titolo, nel ruolo che altrimenti al via di un Masters 1000 gli spetterebbe di diritto. È vero che avrà due belle motivazioni extra, perché se dovesse vincere per la settima volta si prenderebbe il record assoluto del torneo, staccando il suo coach Andre Agassi (a quota sei successi come lui), e tornerebbe a superare anche Rafael Nadal nella classifica all-time dei titoli nei Masters 1000, che nel 2017 ha visto lo spagnolo riagguantare il primo posto (ex-aequo) con 30 successi, ma bisogna essere realisti. Va tenuto presente che quest’anno Djokovic ha giocato solamente cinque match, vincendone tre, ragion per cui nemmeno il suo tifoso più accanito può pensare seriamente di vederlo trionfare a Crandon Park per l’ultima volta. “Questo è un anno speciale – ha detto ancora “Nole” – perché sarà l’ultima volta a Key Biscayne, quindi tutti cercheremo di goderci questo posto per l’ultima volta. Da parte mia, il mio approccio al torneo è abbastanza diverso rispetto alle stagioni passate (mancò nel 2017, ndr), a causa di tutte le difficoltà incontrate per colpa del gomito. Non ho veramente alcuna aspettativa”. Uno status mentale che potrebbe anche aiutarlo: dopo aver giocato per anni e anni con tutti gli occhi puntati addosso, c’è da scommettere che un po’ di tranquillità possa fargli bene. “Per il momento l’unica cosa che conta è che sto giocando senza dolore, e posso concentrarmi sul mio tennis piuttosto che passare il tempo a pensare se e quando il fastidio si ripresenterà”.
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