di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Sembrava tutto pronto per quella che doveva essere l’apoteosi di una straordinaria campionessa che, a 40 anni e 20 giorni, si apprestava a diventare a casa sua (Osaka) la giocatrice più anziana ad aggiudicarsi un torneo WTA. E, invece, a rovinare la festa di Kimiko Date-Krumm e salvare il primato di longevità agonistica detenuto da Billie Jean King (39 anni, 7 mesi e 23 giorni), ci ha pensato un’altra “veterana” del circuito, la 33enne thailandese Tamarine Tanasugarn.
La Date, che eliminando nei quarti la Stosur era comunque diventata la prima giocatrice a battere una top ten a 40 anni, è giunta in finale in debito di ossigeno. Dopo la battaglia vinta 7-6 al terzo contro l’australiana, la moglie del pilota tedesco Michael Krumm (vero artefice del suo ritorno alle competizioni), si era ripetuta in semifinale contro l’israeliana Shahar Peer, n.13 del mondo, ma pienamente in corsa per un posto al Master. La ragazza ebraica aveva anche servito per il match nel secondo set prima di arrendersi 7-5 al terzo, dopo 2 ore e 59 minuti di partita.
La commovente, ancorché appassionante cavalcata della nipponica, si è arrestata contro una giocatrice che mai aveva incontrato sul circuito maggiore. Il primo dei due precedenti a livello ITF risaliva, però, alla finale del torneo che, nel 2008, aveva segnato il ritorno alle gare di Kimiko dopo 12 anni di pausa.
La giapponese è costretta fin dall’inizio a una gara in rimonta. Nel primo set recupera immediatamente uno svantaggio di 3-1 ma si arrende nel dodicesimo game, cedendo il servizio e anche il parziale. La storia si ripete a inizio secondo set. Kimiko va sotto 3-1, ma questa volta, dopo aver ricucito lo strappo, è lei a portarsi avanti di un break. Serve per il set sul 5-4 e sul 6-5, ma non c’è niente da fare. La thailandese non molla un punto e costringe l’avversaria al tiebreak dopo oltre 2 ore di gioco. La nipponica riesce a raschiare dal fondo del serbatoio, già in riserva a inizio match, le ultime energie per aggiudicarsi il tiebreak col punteggio di 7-4.
Nel terzo parziale, però, non c’è storia. Dopo aver strappato il servizio alla Date in apertura, la Tanasugarn annulla due palle del controbreak nel secondo game, troncando sul nascere qualsiasi tentativo di reazione della giapponese che si arrende di schianto: 7-5 6-7(4) 6-1 il punteggio finale per la Tanasugarn dopo 3 ore e 7 minuti.
Già finalista quest’anno a Pattaya City, Tamarine può festeggiare così il 4° titolo in carriera grazie al quale potrà tornare tra le prime 70 al mondo (numero 62).
Malgrado la sconfitta dell’eterna Kimiko, l’ultimo atto del torneo giapponese rimarrà comunque nella storia per essere stata la finale “più vecchia” nella storia del circuito maggiore. Come si suol dire: 73 anni (40+33) e non sentirli.
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