La vittoria contro Milos Raonic al Queen’s, la prima contro un top-10, dice che il lungo periodo di stop per infortuni vari non ha cambiato di una virgola il potenziale di Thanasi Kokkinakis. L’ex “gemello buono” di Nick Kyrgios resta uno dei più forti della NextGen, tanto da potersi addirittura porre come obiettivo le Finals di Milano. Malgrado sei mesi di ritardo.Conviene dirlo a bassa voce, perché di sfortuna Thanasi Kokkinakis ne ha già avuta anche troppa, ma il peggio sembra finalmente alle spalle. E il 7-6 7-6 con cui l’australiano ha sbattuto a casa dal Queen’s il campione uscente Milos Raonic, regalandosi la più importante vittoria in carriera, dice che l’interminabile serie di infortuni sparsi, rientri abbozzati e nuovi stop, non ha tolto al 21enne di Adelaide le qualità che qualche anno fa l’avevano portato dritto dritto nel girone dei futuri campioni. Figlio di genitori greci, Kokkinakis è stato per anni il “gemello buono” di Nick Kyrgios, ma l’ha dovuto abbandonare alla fine del 2015, quando dopo aver chiuso l’anno al numero 80 del ranking ATP aveva deciso di andare sotto i ferri per un problema alla spalla. Lì è iniziato un calvario mentalmente difficilissimo, non solo per l’assenza dai campi, ma perché l’astinenza da tennis sembrava finita almeno un paio di volte. Era tornato per le Olimpiadi di Rio, ma la settimana seguente ha rimediato una lesione ai pettorali e delle noie all’inguine. Era tornato di nuovo a gennaio, giocando (e vincendo) il doppio a Brisbane come preparazione per Sydney, dove invece non ha mai partecipato per uno strappo al muscolo obliquo esterno dell’addome, con un fastidio al gomito a fargli compagnia. Così, dalla fine del 2015 ha giocato un solo incontro di singolare nei 18 mesi successivi, mentre i coetanei andavano sempre più su. Una situazione difficilissima da accettare, che ha addirittura rischiato di farlo cadere in depressione, chiuso in casa ad annoiarsi fra sport in tv e videogiochi, in attesa di poter riprendere definitivamente la racchetta in mano. Ce l’ha fatta a fine marzo, e a metà maggio è tornato in campo: è ripartito dal doppio al Challenger di Bordeaux, poi ha giocato l’ATP di Lione e il Roland Garros, dove ha dato i primi segnali importanti, rischiando di trascinare al quinto set Kei Nishikori. Non ce l’ha fatta, ma per le prime soddisfazioni è bastato aspettare l’arrivo dell’erba.
FRA I MIGLIORI DELLA NEXTGEN
A ‘s-Hertogenbosch ha battuto Mikhail Youzhny e si è ripreso un successo nel Tour che gli mancava dall’agosto del 2015 (ventidue mesi fa!) e al Queen’s ha fatto ancora meglio, superando per la prima volta in carriera un top-10 nonostante si porti ancora dietro qualche fastidio a spalla e inguine. “Credo – ha detto – che questa sia la sensazione più bella della mia carriera: nel successo vedo tutto l’impegno che ho messo fuori dal campo negli ultimi mesi. Sono felice che sia venuto a galla in questo modo, contro Raonic e in un torneo di spessore”. Kokkinakis ci ha messo relativamente poco a tornare al top: nel giro di un mese dal rientro ha battuto uno dei primi 5 giocatori al mondo sull’erba, a conferma che, anche se il lungo periodo di assenza l’ha fatto dimenticare da molti, fra i giovani della NextGen resta fra i più competitivi. “Di solito certi problemi arrivano dopo i 30 anni, mentre io li ho avuti a venti. Spero sia una sorta di scambio: ho già scontato adesso la mia pena, perdendo praticamente già tre anni della mia carriera (si era fermato due volte 7 mesi anche a 15 e a 17 anni, ndr) e quindi mi auguro di poter stare bene per tante stagioni. Ho speso un sacco di energie per tornare in forma, e onestamente è stato più difficile di quanto pensassi. Ora voglio solamente divertirmi a giocare a tennis: è una cosa che mi è mancata per un sacco di mesi. Una vittoria come questa aiuta, in allenamento mi ero accorto di avere un buon livello, ma sono le partite che contano. Spero di continuare così e risalire il prima possibile la classifica ATP (col successo su Raonic sarà n.468). Se riesco restare concentrato su ciò che devo fare, le vittorie arriveranno”. E vista la stoffa, Kokkinakis può anche pensare di puntare alle NextGen ATP Finals di Milano. Ha lasciato cinque mesi abbondanti di vantaggio a tutti gli altri, ma se il fisico è d’accordo le possibilità non mancheranno.