Di Riccardo Bisti – 26 novembre 2014
Mentre la Tennis Integrity Unit squalifica a vita un arbitro (e non era mai successo), in Italia si torna a parlare della vicenda-scommesse che ha sporcato il nostro tennis e rischia di lasciare macerie molto pesanti. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport nell'edizione di martedì, il nome “caldo” sarebbe quello di Potito Starace. Ma andiamo con ordine: la TIU ha sospeso a vita il 22enne francese Morgan Lamri, giudice di sedia ed ex giocatore. Lamri avrebbe violato quattro regole, tra cui quella sul divieto di scommettere. Non era certo un fenomeno, visto che da junior non ha mai avuto un ranking ITF e a livello professionistico ha giocato soltanto qualche future. Fedele alla sua riservatezza, la TIU non ha informato né quando né dove si sarebbero verificati i fatti, specificando soltanto la violazione di norme anti-corruzione in vigore nel 2012 e nel 2013. Vediamo nello specifico i codici violati.
Nessuna persona “coperta” (ovvero dell'ambiente) può scommettere o provare a scommettere sul risultato o qualsiasi altro evento tennistico.
– Una violazione della sezione D.1.d. del regolamento 2013.Nessuna persona coperta può alterare o provare ad alterare il risultato di qualsiasi altro evento tennistico.
– Una violazione della sezione D.1.e. del regolamento 2013.Nessuna persona coperta più provare, direttamente o indirettamente, a condizionare o sollecitare un giocatore a non dare il proprio meglio in una partita.
– Diverse violazioni della sezione D.2.c del regolamento 2013.Per evitare qualsiasi dubbio, omettere qualsiasi report obbligatorio o la mancanza di collaborazione secondo la sezione F.2, costituisce a tutti gli effetti una violazione del programma.
Il caso di Lamri è stato valutato da un tribunale indipendente, guidato da Jane Mulcahy, che ha optato per la squalifica a vita con effetto immediato. Per questo, Lamri non potrà arbitrare, partecipare o assistere a qualsiasi evento ufficiale. La speranza è che l'attuale ruolo di Lamri non apra un filone relativo agli ufficiali di gara, altrimenti il fenomeno diventerebbe davvero incontrollabile.
STARACE VIENE TIRATO IN BALLO
Incontrollabile come le notizie che trapelano dagli uffici della Procura di Cremona. Qualche settimana fa è stato ascoltato Daniele Bracciali. Adesso, tuttavia, emerge ancora una volta il nome di Starace. Il campano sarebbe stato tirato in mezzo da Roberto Goretti, attuale DS del Perugia, che secondo il PM Roberto Di Martino avrebbe fatto parte di un clan che assoldava giocatori per aggiustare i risultati delle partite. Secondo quanto scrivere Francesco Ceniti, inviato dalla “rosea” a Cremona, sia Goretti e che Manlio Bruni sarebbero stato collaborativi negli interrogatori, pur cercando di scaricare su altri le responsabilità. Si scrive anche che entro pochi mesi dovrebbero arrivare le richieste di rinvio a giudizio per Bracciali e Starace. Quest'ultimo, pur non essendo finito nella rete delle intercettazioni, sarebbe in difficoltà sia per le testimonianze di Bruni e Goretti, sia per una serie di indizi che la Gazzetta definisce “schiaccianti”. L'ultimo match tirato in ballo e il primo turno di Barcellona 2011, poco dopo la discussa finale di Casablanca contro Pablo Andujar. L'avversario era un altro spagnolo, Daniel Gimeno Traver, vincitore grazie al ritiro di Starace sul 2-0 al terzo. Nelle mani del PM ci sarebbero carte “inequivocabili” (chat, sms, persino un versamento di 60.000 euro) che proverebbero l'avvenuta combine. Ribadendo per l'ennesima volta che la presunzione di innocenza è valida fino a qualsiasi condanna, registriamo che fino ad ora Starace ha sempre smentito con forza le accuse, sia in prima persona che tramite il manager Corrado Tschabuschnig. Di certo non è un momento facile per lui, che sta chiudendo la stagione con la Serie A1 e ha una finale da giocare i prossimi 7-8 dicembre, quando il suo TC Genova sfiderà il CC Aniene. Sarà interessante vedere come si comporteranno i dirigenti biancorossi: schierarlo ugualmente nonostante le difficili condizioni psicologiche, oppure scegliere il meno esperto (e meno adatto al Play-It) Marco Cecchinato?