Si è chiusa la battaglia legale tra Venus Williams e la famiglia Barsons: il 9 giugno 2017, l'americana fu coinvolta in un incidente stradale che costò la vita a un uomo. Si parlò di omicidio colposo, ma le indagini stabilirono che l'americana non aveva colpe. Dopo un vivace scambio di carte bollate, le parti hanno raggiunto un accordo. Non si conoscono i dettagli.

A quasi un anno e mezzo dall'incidente, si è chiusa la vertenza tra Venus Williams e la famiglia Barsons. Ricordate? Il 9 giugno 2017, l'americana fu coinvolta in un incidente stradale che costò la vita al 78enne Jerome Barson, passeggero nell'auto guidata dalla moglie Linda: morì un paio di settimane dopo a causa dei traumi riportati. La dinamica dell'incidente è stata sviscerata: Venus, a bordo del suo SUV, si era infilata in un incrocio a Palm Beach, ma non lo avrebbe liberato in tempo, finendo con essere tamponata dall'auto dei Barsons, che peraltro andava a una velocità piuttosto sostenuta. I verbali della Contea di Palm Beach certificano che il caso è stato chiuso venerdì scorso, anche se non sono stati resi pubblici i dettagli dell'accordo. In precedenza, la polizia di Palm Beach Gardens aveva “scagionato” sia Venus che Linda Barsons, perché il tamponamento sarebbe stato generato da un terzo veicolo, non identificato, che avrebbe tagliato la strada a Venus mentre cercava di attraversare l'enorme incrocio (si tratta di una strada a sei corsie). La manovra avrebbe generato la catena di eventi sfociate nell'incidente. Jerome Barson è morto 13 giorni dopo, mentre la moglie (68 anni) si ruppe un braccio, oltre a riportare diverse ferite. Del caso si è occupato l'agente David Dowling: nel suo rapporto, scrive che Venus era entrata legalmente nell'incrocio (inizialmente si era ipotizzato che fosse passata col semaforo rosso). Mentre effettuava l'attraversamento, una berlina scura le ha tagliato la strada, costringendola a fermarsi.

ACCORDO RISERVATO
Quando la strada davanti si è liberata, ha ripreso la marcia: in quel momento, tuttavia, sopraggiungeva la Hyundai Acceny guidata da Linda Barsons, alla velocità di 65 km/h. Le leggi statali prevedono che Venus avrebbe dovuto lasciare libero l'incrocio e che la Barsons, pur avendo il semaforo verde, avrebbe dovuto assicurarsi che la strada fosse libera. La tragica fatalità, invece, è costata la vita a un uomo e ha scatenato una battaglia legale. Subito dopo l'incidente, Venus ha detto ai poliziotti di non aver visto il veicolo che le arrivava addosso. Qualche settimana dopo, quando le chiesero dettagli durante una conferenza stampa a Wimbledon, definì l'esperienza “devastante” prima di scoppiare in lacrime. Inizialmente si era ipotizzato che Venus fosse sotto l'effetto di sostanze (risultò negativa a qualsiasi test), poi l'avvocato dei Barsons aveva chiesto i tabulati telefonici in modo da capire se fosse distratta dall'uso del telefonino mentre era al volante. La richiesta, inizialmente accettata. è stata poi resa superflua dalla proposta e dal raggiungimento dell'accordo. Tra l'altro, a loro volta, i legali di Venus effettuarono una trentina di petizioni (dal certificato di morte di Barsons fino ai medicinali usati negli ultimi anni) per evitare la richiesta di risarcimento, il cui ammontare non è mai stato reso pubblico. Non sono stati resi noti neanche i dettagli dell'accordo e gli avvocati non hanno risposto alle richieste di informazioni dei giornalisti. Venus, 38 anni, viene da una stagione avara di soddisfazioni, in cui ha giocato soltanto undici tornei e ha raccolto come miglior risultato la semifinale a Indian Wells, persa al fotofinish contro Daria Kasatkina. È scesa al numero 39 WTA e ha giocato il suo ultimo match allo Us Open, contro la sorella. Per adesso non ha intenzione di ritirarsi.