I progressi mostrati da Lorenzo nell’ultimo tratto di stagione fanno ben sperare per una calda stagione americana e una classifica che lo reclama nella top ten

foto Ray Giubilo

È stato uno di quei match che iniziano in sordina per poi salire di tono fino a farti accapponare la pelle. Solo lo scambio riportato da Musetti sul 5/2 del terzo è valso per molti il prezzo del biglietto. Alla fine della fiera si è imposto il rovescio dell’italiano con buona complicità di un dritto che lascia intravedere qualche impatto più avanzato. Una vittoria che regala al Vecchio Stivale un altro semifinalista e tutta una sfilza di record che non starò quí a elencare.
Mi piace, invece, fare il punto circa i progressi registrati in quest’ultimo scorcio di stagione dal giovane carrarese. Un bilancio che non offre il fianco a dubbi! Al contrario, accostando l’un l’altro i tornei di Stoccarda, Queen’s e Wimbledon, l’attività erbivora  ’23/’24 della ditta Musetti presenta invidiabili conti in nero e il Dott. Lorenzo mostra di aver impresso all’azienda una svolta gestionale di tutto rispetto.
Non alludo tanto ai punti entrati e usciti dalla classifica mondiale, quanto alla crescita di questo giovane tennista che lancia di nuovo segnali incoraggianti dopo che per troppo tempo l’immaginario collettivo ha guardato a lui come a un cultore del bel gesto più che a un professionista ancora a corto di rendimento. Si parla dei freddi logaritmi che vanno su e giù per la Emirates e che turbano i sogni di molti giocatori.
Perché poi, di questo si tratta! Quanto vale in termini di classifica entrare di più nei rimbalzi? Quanto pesa ai fini del risultato l’uso accurato del servizio e la giusta lettura dei punti? A cosa equivale giocare un proprio tennis senza cadere nella trappola dell’emulazione?
Sicuramente tutto questo vale molto e l’andazzo dei numeri va e viene secondo lo spostamento del potenziale da virtuale a concreto.
Il Magnifico Lorenzo è sulla retta via e di questo passo, agli ottimi risultati della trimestrale erbivora, potrebbe appaiare quelli roventi dell’Hard Court season americana. E quando ottobre busserà all’uscio, sapremo se tutto questo appartiene a un top ten in seduta stabile o a un giocatore ancora in cerca di se stesso.