Pesante sfogo dell'argentino (n. 164 ATP). A suo dire, il suo giovane avversario è andato contro le regole nel loro match al challenger di Mosca e gli è stato concesso di fare quel che voleva. “So che non cambierà nulla. Vorrei soltanto farvelo sapere”. 

Dicono che sia il nome giusto per far rinascere il tennis russo. Classe 1997, Andrey Rublev ha tutto per diventare un grande personaggio. Lo scorso anno ha vinto il Roland Garros junior, poi si è concentrato sull'attività professionistica, peraltro con ottimi risultati. Ma c'è un “però”: il suo atteggiamento non piace ai colleghi. Lo ritengono sbruffone, aggressivo, tendenzialmente scorretto. Il primo a scoperchiare il vaso era stato Fernando Verdasco a Barcellona, dicendo che che il baby russo era stato "maleducato". Anche nella sua permanenza in Italia, tra il challenger del Garden e il Foro Italico, non era stato così impeccabile. Ma adesso la denuncia arriva forte, chiara e senza filtri. Renzo Olivo, argentino numero 164 ATP, è rimasto talmente male per la sconfitta che ha deciso di scrivere una lettera per sottolineare il cattivo comportamento di Rublev, da cui ha perso al secondo turno del challenger di Mosca. Durante il match non ci sono stati episodi clamorosi, se non il nervosismo del russo, sempre iperteso, soprattutto dopo i suoi errori. Diciamo che è piuttosto plateale. Alla fine, Olivo ha rifiutato di stringergli la mano e Rublev si è infuriato. Voleva cercare il contatto fisico, ma è stato bloccato dal giudice di sedia. Qualche ora dopo la partita, Olivo ha pubblicato la sua lettera. Obiettivo: farla arrivare ai vertici dell'ATP. Per farlo, ha scelto i social network. Olivo ha bypassato il limite dei 140 caratteri scrivendo su un documento di scrittura e poi fotografandolo.


"HA GIOCATO CONTRO LE REGOLE"

“Ciao a tutti. Come alcuni di voi sapranno, oggi ho perso al secondo turno del challenger di Mosca e mi piacerebbe effettuare uno sfogo pubblico, in modo che possa anche arrivare all'ATP. Sono molto deluso per quello che è accaduto durante la partita, in cui il mio avversario ha giocato senza rispettare le regole e minacciandomi in un paio di occasioni. Sono deluso perchè gli arbitri non prendono le decisioni che dovrebbero prendere. Noi facciamo i nostri errori e paghiamo per quelli, ma gli arbitri no. Di tanto in tanto può capitare di giocare contro le regole, io stesso ho commesso degli errori e qualche volta ho giocato contro le regole, ma non posso tollerare di ricevere minacce durante una partita, quando le regole dicono che dovrebbe essere sospesa. L'arbitro era cosciente di quello che è successo, ma ha deciso di non fare nulla. Una volta terminata la partita, molto arrabbiato per quanto accaduto, ho abbassato la testa e me ne sono andato. Uscendo dal campo mi sono sentito spintonare ed è apparso qualcuno del pubblico pronto a colpirmi. Per fortuna ho potuto evitarlo e la gente lo ha fermato. Suppongo che possiate capire la mia frustrazione, forse qualcun altro ha già vissuto qualcosa del genere, però ho deciso di rendere pubblico tutto questo e far sapere che lo sport “bianco”; come noi definiamo il tennis, si sta sporcando. E non è qualcosa di nuovo. È frustrante lottare con minacce di ogni tipo. Quello che è successo oggi è stato un fatto pubblico, ma noi riceviamo spesso minacce tramite i social network, soprattutto da parte degli scommettitori. Il mio obiettivo non è cambiare le cose, perchè so già che non succederà. Il mio obiettivo era farvelo sapere, tutto qui”.


GLI ARBITRI E LE MINACCE

Lo sfogo di Olivo è un po' disordinato. E' stato attento a non citare mai Rublev, “sfumandone” in qualche modo le responsabilità parlando anche dell'arbitro e del pubblico. Nel complesso crediamo che sia stato uno sfogo dovuto a un mix di frustrazione e delusione per la sconfitta. Ci può stare, anche se non sono successe cose eclatanti, almeno dentro il campo. Certo, Rublev è figlio di un pugile e può darsi che il padre gli abbia trasmesso qualcosa, ma crediamo che il problema sia globale. Rublev ha appena 17 anni (diventerà maggiorenne a ottobre) ed è ovvio che debba ancora maturare. Ad oggi è stato protagonista di comportamenti discutibili, magari di cattivo gusto, ma mai scandalosi. Sarà interessante vedere come si comporterà quando i suoi match saranno ripresi dalla TV. Gli arbitri? Olivo si aggiunge alla lunga lista di giocatori che non li apprezzano troppo, ma all'ATP sembra stare bene così, tanto da tenere un certo riserbo sulla loro attività. Gli ufficiali di gara hanno il divieto di parlare con i giornalisti e soltanto il caso Bernardes-Nadal, affrontato dai giornalisti di tutto il mondo, ha generato qualche mezza ammissione. Ripetiamo: non troviamo corretto che arbitri e giocatori facciano parte della stessa associazione. Quanto alle minacce sui social network, Olivo sa bene che non c'è nulla da fare. L'unica soluzione sarebbe l'abolizione delle scommesse. Impossibile, già.