Nuovo allenatore per la promettente serba, già vincitrice di un torneo WTA: sarà seguita da Petar Popovic, già al fianco di Petkovic, Karlovic e Krajinovic. È un tipo ambizioso, un po' fuori dalle righe. “Vorrei che fosse tra le top-30 dopo Wimbledon: non sarà facile, ma può riuscirci”. Madison Keys si affida a Jim Madrigal.

“Ho l'oro tra le mani”. Con queste parole, tanti anni fa, Petar Popovic aveva definito il suo rapporto con Andrea Petkovic. Il coach serbo era convinto che avrebbe condotto la tedesca a vincere un torneo del Grande Slam. Non ce l'ha fatta, ma il destino gli sta offrendo una seconda possibilità. Dopo la collaborazione con la Petkovic, ha seguito due giocatori di ottimo livello ma non competitivi per vincere un Major: Ivo Karlovic e Filip Krajinovic (portato tra i top-30 e in finale a Parigi Bercy: va detto che Krajinovic ha appena rilasciato dichiarazioni piuttosto audaci…). Stavolta, invece, è tutto diverso. Olga Danilovic non è soltanto la figlia del mitico Predrag, non è soltanto il nome nuovo del tennis serbo, ma secondo molti è un futuro “crack” del tennis mondiale. Ancora in età da foglio rosa (compirà 18 anni il prossimo 23 gennaio), ha già vinto un torneo WTA e ha fatto una sortita tra le top-100. Inizierà l'anno al numero 109, ma le ambizioni sono assolute. Dopo aver collaborato a lungo con Alex Korec (che però non poteva seguirla a tempo pieno) e aver adottato alcune soluzioni transitorie, ha scelto di affidarsi a Popovic, 36 anni ma già dotato di esperienza e – soprattutto – ambizione. In questo momento, si trovano a Los Angeles per preparare la nuova stagione. “Per me è una grande sfida e una grande opportunità – ha detto Popovic – sappiamo tutti che Olga ha un grande talento. È un diamante grezzo, adesso va soltanto tagliato. Ho grande esperienza, l'ho già fatto tre volte e con lei sarà ancora più facile perché è molto giovane. Quando prendi un giocatore in età più avanzata, è più difficile apportare modifiche”. È interessante la visione di Popovic per il breve e medio termine: a suo dire, le reali ambizioni della Danilovic si capiranno quando arriveranno alcune sconfitte e le prime difficoltà.

CAMBIA ANCHE MADISON KEYS
“Quello è il momento in cui ti rendi conto se un giocatore ha la mente aperta ed è in grado di ascoltare i suggerimenti dell'allenatore. Se dimostrerà di essere una campionessa in quel senso, allora non ci saranno limiti nel nostro lavoro”. Popovic non ama i limiti: oltre alla dichiarazione di cui vi abbiamo parlato, è ricordato per le sguaiate esultanze a Bercy, quando Krajinovic arrivò in finale. Rimase addirittura a torso nudo. Per questo, non resiste alla tentazione di parlare di traguardi e obiettivi. Prima premette che la Danilovic non dovrebbe essere travolta dalle pressioni ed è troppo presto per fissare un traguardo, poi però… “Mi piacerebbe che Olga sia già tra le top-30 dopo Wimbledon, sarebbe molto bello. Mi rendo conto che si tratta di un traguardo difficile, ma non penso sia impossibile. Sarà necessaria la salute”. Il periodo di offseason è fertile per i cambi di coach: oltre alla Danilovic e ai tanti movimenti che vi abbiamo raccontato nelle ultime settimane, c'è anche una novità riguardante Madison Keys: reduce da una stagione al di sotto delle attese, ha chiuso la collaborazione con David Taylor e ha scelto di ripartire da Jim Madrigal, coach di esperienza ma soprattutto nel circuito ATP. In passato aveva lavorato con Tennys Sandgren e Brian Baker. È stato proprio quest'ultimo a informare della nuova collaborazione. Reduce da una lunga esperienza presso la Belmont University, Madrigal aveva lavorato soprattutto con gli uomini. “Sicuramente ci saranno degli aggiustamenti nel passare dal tennis maschile a quello femminile – ha detto Madrigal – mi concentrerò ad aiutare Madison a offrire la migliore versione di sé. Ha già mostrato di poter battere chiunque: adesso vogliamo arrivare a un livello di gioco molto alto, ma su basi più consistenti”. Numero 17 WTA, l'americana ha raggiunto la semifinale a Roland Garros e Us Open, ma ha anche collezionato troppe sconfitte che le hanno impedito di combattere per posizioni di maggior prestigio.