Di Riccardo Bisti – 1 gennaio 2015
La domanda non avrà mai una risposta univoca e la vicenda è molto sentita nel mondo del tennis, dove è sempre più acceso il dibattito se l’ingresso del pubblico nei tornei Challenger debba essere gratuito o a pagamento. Se non c’è dubbio che gli Internazionali d’Italia abbiano un valore enorme e che il costo dei tagliandi sia giustificato (da qualche anno, tra l’altro, si conduce una meritevole battaglia contro i biglietti omaggio) e che, per identico ragionamento, nei tornei futures sia giusto lasciare l’ingresso libero visto il livello dei partecipanti, nei tornei challenger è difficile mettere tutti d’accordo. Volendo escludere il torneo di San Marino (che chiaramente guarda all’Italia ma è pur sempre una repubblica indipendente), nel 2014 il Belpaese ha ospitato ben 19 challenger. Siamo lontani dal record di qualche anno fa (28), ma la ripresa è evidente anche grazie ai contributi FIT (in cambio della gestione delle wild card) che hanno consentito il salto di categoria ad alcuni ex futures. E poi c’è tanta fame di tennis, confermata dalla nascita di nuovi eventi: nel 2015 arriverà Perugia ma non sarà l’unica novità. Ma diamo spazio ai numeri: dei 19 tornei italiani, 13 hanno optato per l’ingresso gratuito, mentre in 6 hanno scelto il biglietto a pagamento, di cui quattro sin dal primo giorno: Cortina, Como, Ortisei e Brescia. Chi segue il mondo challenger sa bene che lo spettacolo può essere di ottimo livello, che si possono ammirare diversi top 100 e giovani in ascesa che permettono di scoprire i campioni del prossimo futuro. E allora perché offrirli gratis? Ne abbiamo discusso con i direttori dei tornei challenger italiani.
“Abbiamo messo il biglietto a pagamento solo in un paio di edizioni, ma perché alcuni sponsor ci avevano lasciato all’ultimo momento. Per il resto abbiamo sempre optato per la gratuità, anche perché non ci viene fatto pagare l’affitto del palazzetto. Tra l’altro, il biglietto può essere un'arma a doppio taglio: puoi perdere un 30% di pubblico e magari di conseguenza anche il 30% di sponsor. Qualcuno potrebbe obiettare che l'ingresso gratuito svilisce l'evento: a Bergamo questo rischio c'era soltanto il primo anno, ora non più. Tutti conoscono la qualità della nostra manifestazione e non sempre l'istituzione di un biglietto è sinonimo di qualità: è capitato che abbiano fatto pagare per tornei con un campo di partecipazione inferiore al nostro. Inoltre dobbiamo tener presente che la Olme Sport è un'associazione sportiva dilettantistica senza fini di lucro, il cui obiettivo è la promozione del tennis. E uno spettacolo gratuito è la migliore promozione possibile”.
VERCELLI – GRATUITO
Massimiliano Brocchi: “Ingresso libero perché nel 2014 era la prima edizione di un torneo challenger dopo tanti anni di futures. Abbiamo scelto questa politica per ragioni promozionali e perché il bacino d'utenza della nostra zona non è così grande da giustificare un ingresso a pagamento. Il futuro? Dobbiamo ancora fare una riunione organizzativa per stabilire le linee guida. In linea di massima dovremmo mantenere la gratuità per i primi giorni e, forse, inserire un biglietto a pagamento per semifinali e finali, anche perché forse amplieremo le tribune. Quest'anno abbiamo avuto mille spettatori per le fasi finali. Il valore? Credo che per questi tornei sia dettato più dai nomi dei giocatori che dalla promozione. Siamo onesti: il fanatico viene a prescindere perché conosce tutti i giocatori, mentre con Bolelli e Cuevas puoi sperare di coinvolgere anche i meno appassionati”.
ROMA GARDEN – GRATUITO
Ezio “Pancho” Di Matteo: “Il nostro torneo si gioca da 19 anni e non abbiamo mai fatto pagare. Non sarebbe carino “tassare” i soci del Garden che pagano già la quota annuale, oltre ad aiutarmi per il torneo stesso. Il nostro challenger è un premio alla caparbietà dei soci. Raccogliamo 6-8.000 spettatori e probabilmente con un biglietto a pagamento il numero si ridurrebbe e non credo sarebbe produttivo”.
VICENZA – GRATUITO
Enrico Bettini: “Da direttore del torneo credo che l'ingresso a pagamento non sarebbe una cattiva scelta. Quest'anno abbiamo scelto di non far pagare perché era la prima edizione dopo tanti anni di torneo futures. Sono favorevole al biglietto per due motivi: in primis perché darebbe una mano al bilancio, poi perché si darebbe un maggior valore al torneo stesso. Diciamo che le qualificazioni possono essere gratuite, ma poi far pagare una piccola cifra mi sembra più che legittimo. Vedremo che tipo di decisioni prendere nel 2015”.
MESTRE – GRATUITO
Pasquale Marotta: “Da noi è tutto gratis, perché il torneo è un regalo alla cittadinanza. Per tanti anni abbiamo organizzato un torneo femminile, poi quest’anno ci hanno chiesto di passare al maschile e abbiamo messo in piedi un ottimo campo di partecipazione. Il nostro circolo vuole essere un punto di riferimento sportivo, ma anche culturale della città, per questo non vogliamo limitare gli accessi. Poi abbiamo il supporto del gruppo SAVE, la società aeroportuale, che ha voluto così. Siamo contenti e orgogliosi del nostro lavoro e non crediamo che il torneo sia sminuito, anzi credo che altrove abbiano fatto pagare per uno spettacolo di livello inferiore. Andremo avanti così, senza dubbio”.
MILANO – GRATUITO
Carlo Alagna: “Da noi c'è l'ingresso gratuito, anche se io sarei favorevole al biglietto, almeno per semifinali e finale. Lo farei per valorizzare il prodotto: se la gente sa che è gratis, tende a non apprezzarlo. Un paio d’anni fa ci abbiamo provato, ma non andò bene. Tuttavia difendo la scelta: ci fu poca gente perché c'era un caldo terrificante e praticamente non ci si poteva sedere in tribuna. A Napoli, per esempio, ho sempre fatto pagare il biglietto dalle semifinali, a volte dai quarti, e spesso abbiamo registrato il tutto esaurito. Per il futuro potrei pensare a un ritorno del biglietto a pagamento, ci credo molto. Ma vorrei precisare una cosa: non si fa per il business, perché tra SIAE e costi complessivi non si porta a casa niente. Semplicemente, è un modo per dare il giusto valore all'evento. Con la mia società stiamo organizzando Italia-Croazia di pallanuoto e i costi dei tagliandi oscilleranno tra i 15 e i 70 euro: credo sia normale”.
CALTANISSETTA – GRATUITO
Giorgio Giordano: “Gratis per tutta la settimana. E' la nostra politica sin da quando abbiamo iniziato, tanti anni fa. Il guadagno con i biglietti sarebbe ininfluente per il costo complessivo del torneo. Ci abbiamo riflettuto a lungo, non tanto per i primi giorni ma per le fasi finali, dove effettivamente arriva tanta gente poco avvezza al tennis. Tuttavia, dopo averci ragionato, abbiamo continuato così. Il nostro torneo è una festa per la città, un regalo per la nostra gente e per tutta la Sicilia”.
PADOVA – A PAGAMENTO
Gianfranco Barbiero: “Siamo gli ultimi arrivati e, dopo un’attenta valutazione, abbiamo optato per il biglietto a pagamento nelle ultime due giornate per conferire un certo valore all’evento. Lo abbiamo fatto senza pensare all’aspetto economico, perché abbiamo incassato circa 1.200 euro. Però è stata una scelta corretta perché il pubblico pagante si è sentito più coinvolto. La gente ha percepito il valore aggiunto del nostro torneo. Abbiamo offerto un posto riservato in tribuna, la brochure dell’evento… Fino a quando il torneo è stato un futures non si pagava, ma credo che un challenger sia tutt’altra cosa. Il costo del biglietto è come avere un piccolo sponsor in più, me l’hanno confermato anche alcuni colleghi. Visto il buon successo di pubblico, è servito anche per regolare gli accessi. Per l’anno prossimo crediamo di andare avanti così, inserendo l’ospitalità e magari inserendo il biglietto a pagamento a partire dai quarti di finale. La nostra priorità è che il pubblico si senta importante”.
TODI – GRATUITO
Marcello Marchesini: “Per adesso non si paga, tranne in una sola occasione su otto edizioni. Motivo? Abbiamo sposato il progetto dell'amministrazione comunale, spingendo molto sulla promozione. Todi non è una piazza gigantesca, c'era bisogno di un incentivo per portare la gente al torneo. Noi ci siamo riusciti con tanti eventi collaterali, una forte pubblicità e consapevoli che il rientro economico di un ticket non avrebbe inciso sul bilancio del torneo. Sarà diverso a Perugia, dove nel 2015 si giocherà la prima edizione. Di sicuro si pagherà per le fasi finali di sabato e domenica, e forse anche per le sessioni serali se anticipate da un evento collaterale. A Perugia, con 150.000 abitanti, avremo un centrale da mille posti e il biglietto sarà necessario anche per regolarizzare gli accessi. Ma tutto dipende molto dalla piazza: a Todi ho preferito avere mille persone in finale per otto anni, quindi non parlerei di svalutazione dell’evento. La giusta cifra da far pagare in caso di biglietto? Direi intorno ai 10 euro”.
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – GRATUITO
Giorgio Garcia Agreda: “A parte alcuni posti riservati ai soci del club, l’ingresso è sempre gratuito e così registriamo una grande affluenza, una delle più importanti che abbia mai visto in un torneo challenger. Personalmente non credo che il tennis di questo livello debba essere finanziato dagli spettatori. E’ vero che anche nei challenger si può vedere un ottimo spettacolo, ma se lo metti a pagamento il pubblico non si affeziona. Quest’anno abbiamo avuto Coric e nessuno avrebbe pagato per vederlo, magari due mesi dopo sì. Però io non lo farei mai, anche perché non influisce molto sul budget complessivo. Non dimenticherei il discorso delle istituzioni: in tanti tornei c’è il patrocinio pubblico, a San Benedetto c’è il Comune e l’ingresso gratuito è una questione di rispetto anche nei loro confronti. Opterei per il biglietto a pagamento solo nel caso di eventi collaterali (sfida tra vip, spettacoli di vario genere). Far pagare in un challenger può comunque essere una strategia, specie se si vuole portare qualche giocatore di livello: Starace a Napoli, per esempio, porta 2.000 persone sin dal primo turno. Ma è comunque una scelta rischiosa. Credo che a San Benedetto potremmo incassare anche 20-30.000 euro, ma abbiamo deciso di non farlo. Il business non si fa certo con la biglietteria”.
RECANATI – GRATUITO
Cristina Gnocchini: “Sempre gratis, senza dubbio. Motivo? Vogliamo regalare il nostro evento a tutta la città e promuovere il territorio. Il pubblico è sempre arrivato e non vogliamo rischiare un meccanismo che funziona. Recanati si gioca in piena estate e non è la tipica località in riva al mare: si tratta di una città d’arte che in quel periodo si impoverisce di abitanti, quindi credo che un biglietto potrebbe limitare l’affluenza. Anche 5-10 euro potrebbero essere un deterrente. Il nostro torneo è inserito in un contesto di eventi offerti dall’amministrazione comunale per dare al turista tante opzioni, tra cui il tennis. La famiglia Guzzini, che gestisce il club, ha sempre investito nella promozione e nell’attività per bambini e adolescenti. In ogni caso, la biglietteria influisce poco. Avevamo fatto questo esperimento con Cino Marchese a San Benedetto del Tronto: devi affidarti a una società esterna, vigilanza, SIAE, e spesso il gioco non vale la candela. E poi quanti soldi si possono chiedere per un torneo di questa categoria?”
CORTINA D'AMPEZZO – A PAGAMENTO
Andrea Mantegazza: “Abbiamo messo l’ingresso a pagamento sin dal lunedì, lasciando le qualificazioni gratuite. Motivo? Il livello dei challenger è molto alto e abbiamo allestito questo torneo con grande impegno e qualità. I prezzi erano comunque popolari: 10 euro con 50% di sconto per gli under 26. Se regali l’ingresso, sembra che non dai valore all'evento. Inoltre una location come Cortina meritava. Durante Roland Garros ho partecipato a una riunione in cui i vertici dell’ATP hanno dichiarato che l’obiettivo è alzare il livello dei challenger ma senza l’ingresso a pagamento si rischia di sminuire il torneo. La risposta del pubblico è stata ottima, nn abbiamo subito alcun contraccolpo e siamo sicuri di aver fatto la scelta giusta”.
CORDENONS – GRATUITO
Claudio Bortoletto (direttore del circolo): “Abbiamo la fortuna di trovarci in una regione a statuto speciale, dove ci sono importanti contributi di Regione, Provincia e Comune. Il nostro torneo è un patrimonio di tutti e abbiamo scelto di non far pagare. In realtà le istituzioni non danno moltissimo, ma quel tanto basta a garantire lo svolgimento del torneo. Alla luce delle presenze, direi che non c'è nessuna svalutazione: nelle fasi finali riempiamo il centrale con 2.500 persone e anche nelle sessioni serali abbiamo spesso oltre mille spettatori. Mi domando quanti verrebbero se si pagasse il biglietto. E comunque non è certo qualche migliaio di euro di biglietteria a cambiare il conto economico di un challenger. Inoltre i nostri sponsor sono contenti perché vedono molto pubblico. Per esempio, un partner vendeva elettrodomestici allo stand e ci ha detto di aver piazzato dieci pezzi importanti nel corso della settimana: era molto soddisfatto e continuerà a starci accanto. Sono testimonianze importanti: siamo convinti di aver fatto la scelta giusta”.
COMO – A PAGAMENTO
Paolo Carobbio: “Abbiamo sempre fatto pagare e mi pare che sempre più tornei stiano adottando questa politica. Ci sono diversi motivi: in primis non è facile organizzare un challenger, è uno sforzo immane sul piano economico e il contributo della biglietteria è importante per restare a galla, basti pensare alla scomparsa dei tornei di Lugano e Monza. Questo è il motivo principale. Inoltre credo che far pagare una piccola cifra per uno spettacolo che può durare anche dieci ore non sia tremendo né scandaloso. E' un modo per qualificare il torneo perché spesso gli eventi gratis non sono apprezzati. Inoltre noi ci troviamo in una via di passaggio, a pochi metri dal Lago di Como e se non si pagasse sarebbe complicato controllare gli accessi. Siamo stati fortunati, visto che non abbiamo mai avuto problemi di scarso pubblico: in due edizioni abbiamo dovuto chiudere i cancelli per semifinali e finale perché non c'era più posto. Rifletto da anni su questo tema, ma credo che l'appassionato venga a prescindere e non si fa certo condizionare da una piccola spesa. Da noi viene gente da Genova e da Bologna, pur di esserci. Poi, per carità, dipende dalle città: ci può stare che da qualche parte sia meglio l'ingresso libero”.
GENOVA – A PAGAMENTO
Giorgio Tarantola: “Sono contrario al pagamento di un biglietto nei challenger. Prima di tutto perché l'incasso è trascurabile rispetto al costo complessivo e poi perché preferisco ci sia più pubblico. In quel modo c'è maggiore gratificazione sia per il pubblico stesso sia per gli sponsor. Genova è un discorso a parte: qualche settimana fa, il CEO ATP Chris Kermode ha rilasciato un'intervista in cui ha parlato dei grandi successi dell'anno e tra questi ha parlato del challenger di Genova. Hanno proiettato le immagini dei grandi tornei e del nostro centrale strapieno. Alcune foto di Valletta Cambiaso hanno suscitato entusiasmo in tutto il mondo. Anche per questo facciamo pagare nelle ultime giornate: è semplicemente una questione di ordine pubblico. Soltanto con il biglietto si riesce gestire il flusso di spettatori. Una volta raggiunto il sold out, la biglietteria può avvisare senza problemi che non c'è più posto. Genova ha un budget di 400.000 euro e solo la cena di gala ne costa 40-50.000, quindi non sono certo gli introiti di biglietteria a fare la differenza. Da altre parti ho sempre optato per l'ingresso libero, come a Monza e Alessandria. A Lugano si pagava negli ultimi due giorni e, a parte le edizioni con Stan Wawrinka, capitava che ci fosse molta gente fino al venerdì… e pochissima per semifinali e finale”.
BIELLA – GRATUITO
Cosimo Napolitano: “In tanti anni non si è mai pagato. L’unico evento che abbiamo fatto pagare è stata la Fed Cup, che peraltro fu un grande successo. Il challenger è sempre stato gratis, anche quando era un 100.000 dollari. Non dimentichiamo che il 98% dei finanziamenti arriva da sponsor locali, dunque puntiamo tanto sulla promozione. Tra l’altro l’incasso sarebbe minimo in relazione al budget. Per questo ho preferito non limitare l’accesso, anche perché le tribune piene gratificano sponsor, organizzatori e giocatori. Più che il biglietto, credo sia decisivo lo streaming ATP che ti porta in tutto il mondo e offre grande visibilità agli sponsor. Tra l’altro, tra SIAE e controlleria, il biglietto sarebbe quasi più un fastidio che una risorsa, specie se giochi in un Tennis Club. In un palazzetto dello sport, magari, il discorso è diverso”.
ORTISEI – A PAGAMENTO
Wolfgang Wanker: “Non è certo una scelta per motivi di bilancio. Tenendo conto del femminile, il nostro torneo esiste da 16 edizioni e per anni non abbiamo mai chiesto nulla, ma poi abbiamo concluso che se offri qualcosa gratis è come se non avesse valore. Allora nel 2012 abbiamo scelto di far pagare, anche perché dietro il torneo c'è un grosso lavoro. I prezzi sono moderati e abbiamo notato che l'interesse è aumentato. Tra l'altro, per ogni biglietto venduto abbiamo donato un euro ad Assisport, associazione altoatesina che raccoglie fondi da destinare ai giovani sportivi della nostra zona. Anche alcuni nostri atleti ne hanno usufruito. Siamo soddisfatti perché abbiamo aumentato il valore del torneo e comunque chiesto una cifra abbordabile. Quest’anno abbiamo staccato 1.067 biglietti, ma ovviamente il pubblico era molto di più perché i nostri soci non pagavano, visto che contribuiscono in altri modi. Andremo avanti così anche se qualcuno ci ha criticato ma forse perché non si rende conto di cosa c'è dietro all'organizzazione di un torneo del genere.
BRESCIA – A PAGAMENTO
Mauro Monesi: "Confermeremo il biglietto a pagamento. Abbiamo fatto questa scelta perchè consideriamo il challenger un evento internazionale a 360 gradi, e ci sembrava giusto riconoscerne lo status. La scelta ha pagato, visto che abbiamo avuto un buon successo di pubblico. Dirò di più: riteniamo che tale successo sia arrivato proprio in virtù del biglietto e pagamento: se fosse stato gratis, probabilmente, la gente non avrebbe percepito il torneo come "evento". Possiamo migliorare e calibrare le cose, magari coinvolgendo le scuole e facilitando chi acquista l'abbonamento. Ma sul biglietto singolo siamo convinti della nostra scelta. Credo che la maggior parte dei tornei siano gratis perchè c'è una distinzione tra quelli indoor e outdoor. Quando si gioca all'aperto è più "dispersivo", mentre in un palazzetto, un luogo codificato, è più facile dare l'idea dell'evento. Credo sia soprattutto una questione di strutture".
ANDRIA – GRATUITO
Enzo Ormas: “Il nostro torneo si svolge in piena sinergia con il comune di Andria. Ci offrono gratis le strutture e offrono un contributo importante che consiste in circa il 30-35% del budget complessivo. Loro decidono e io produco l'evento con la mia società. Non abbiamo obblighi particolari, ma loro preferiscono che l'evento sia regalato alla comunità. In fondo non sarebbe possibile organizzare questo torneo senza l'aiuto delle istituzioni. Fino a quando l'impostazione sarà questa, andremo avanti così”.
Quando abbiamo iniziato l’inchiesta, eravamo convinti che il pagamento di un biglietto fosse giusto e doveroso. “Il tennis è uno spettacolo, uno spettacolo che costa: perché dovrebbe essere offerto gratuitamente?”. Tuttavia, il nostro giro d’Italia tennistico ci ha insegnato almeno due cose: in primis, tanti eventi hanno una forte connotazione territoriale che sfocia nella collaborazione degli enti locali. Istituzioni come Comuni, Regioni e Province non vedono di buon occhio il biglietto a pagamento per i cittadini (loro elettori). Va poi ricordato che tanti tornei sono frutto della passione più che della professionalità e allora la burocrazia diventerebbe più un ostacolo che uno stimolo, specie in realtà dove sarebbe difficile tirare fuori cifre importanti. Non è un caso che il 70% dei tornei abbia scelto la gratuità e, soprattutto, abbiano l’intenzione di andare avanti così.
Allo stesso tempo, è condivisibile la scelta di chi vuole tutelare la qualità del proprio prodotto e ha scelto di far pagare. Il neonato torneo di Brescia, ad esempio, aveva tre società alle spalle che a fine anno devono fare i conti con un bilancio. In certi casi, è normale che l’aspetto economico abbia la stessa influenza di quello promozionale. Di certo non ci sarebbero grosse differenze in termini di afflusso: il vero appassionato paga comunque il biglietto, forse soltanto qualche “occasionale” vedrebbe il tagliando come un deterrente.
Conclusioni? La speranza è che i tornei challenger possano trovare sempre maggior visibilità (soprattutto in tv) e che ciò possa aumentare il valore dell’evento, al punto da rendere normale (se non proprio necessario) l’istituzione di un biglietto a pagamento, come è doveroso per manifestazioni sportive di alto livello. Attualmente ci sono realtà molto diverse tra loro e ogni contesto ha le sue caratteristiche: lo stesso torneo giocato in una città piuttosto che in un’altra può esigere un approccio completamente diverso. Abbiamo però una certezza: dall’Alto Adige di Wolfgang Wanker alla Sicilia di Giorgio Giordano, queste persone devono essere ringraziate. Perché la linfa vitale del tennis italiano parte (anche) da questi tornei. Biglietto o non biglietto.
QUANTO COSTA L'ITALIA DEI CHALLENGER
Lunedì-Giovedì: gratis
Venerdì-Sabato: 5 euro
Domenica: 10 euro
Abbonamento da venerdì a domenica: 10 euro
Lunedì-Venerdì: 5 euro
Sabato-Domenica: 10 euro
Lunedì-Giovedì: 6 euro
Venerdì – Sabato: 10 euro
Domenica: 15 euro
Lunedì-Giovedì: 10 euro
Venerdì-Sabato-Domenica: 15 euro
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Lunedì-Venerdì: gratis
Sabato e Domenica 5 euro (2 euro per under 12 e over 65)
Sabato + Domenica 5 euro (2 euro per under 12 e over 65)
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Sabato-Domenica: 15 / 25 euro
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