C'è una ragione per pensare che stavolta sarà diverso? Forse sì. Forse l'abbiamo trovata. Ce l'ha detta Belinda Bencic dopo il 7-5 7-5 incassato da Maria Sharapova negli ottavi dell'Australian Open. La giovane svizzera ha messo in atto una resistenza accanita, per lunghi tratti ha giocato bene (meglio?) dell'avversaria, ma alla fine si è arresa. “Credo che il match tra Maria e Serena sarà molto interessante. Ace, ace, ace. E poi ancora ace, ace, ace”. Eccola, la chiave che potrebbe dare a Masha un pizzico di speranza per ribaltare una tradizione devastante. Ci tocca ripeterlo ogni volta, ma il dato è troppo clamoroso. In 20 scontri diretti, Serena ha vinto 18 volte. Le ultime 17 di fila. L'ultima sconfitta risale alla finale del Masters 2004, dove peraltro era avanti 4-0 al terzo prima di farsi rimontare perché non stava più in piedi. Da allora, soltanto batoste per la russa. Tre di queste all'Australian Open (semifinale 2005, finali 2007 e 2015). Stavolta si troveranno nei quarti perché Masha si è fatta scippare la quarta posizione da Agnieszka Radwanska, poi l'urna malandrina l'ha messa nello stesso spicchio di Serena. Un peccato, perché il match vale almeno una semifinale. Anche perché Masha ha trovato qualcosa che le è mancato per anni: un servizio devastante. Dopo l'infortunio alla spalla del 2008, era diventato la sua croce. “Dopo quell'episodio ho lavorato duramente sul servizio – ha detto Masha – ho cambiato diversi movimenti per trovare l'assetto giusto. E' molto difficile trovare equilibrio tra la tutela della spalla e l'incisività del colpo. Finalmente ho trovato un movimento che mi consente di non essere stanca dopo 3-4 partite”. I numeri sono tutti dalla sua parte: 21 ace su un totale di 58 colpi vincenti. Numeri che possono spaventare Serena, brava ad acciuffare i quarti grazie al rapido 6-2 6-1 su Margarita Gasparyan, già felice di aver raggiunto gli ottavi. Le sono bastati 55 minuti e uno sforzo decisamente contenuto (19 colpi vincenti e appena 3 ace). Contro la Sharapova avrà bisogno di una grande prestazione. Perché non ha mai affrontato una Masha così forte al servizio.
LA BENCIC PRENDE UN BEL VOTO
“Masha mi ha impressionato nei colpi di inizio gioco – ha detto una Bencic comunque soddisfatta – mi ha messo grande pressione in risposta, io ho cercato di essere intelligente, di trascinarla il più possibile nello scambio, ma non è bastato”. La Bencic ha avuto le sue chance soprattutto nel primo set. Dopo essere rimasta a galla in un paio di turni di servizio, è stata lei a effettuare il primo strappo. Ma la russa aveva la bava alla bocca, quel qualcosa in più che riesce a tirare fuori negli Slam. “In effetti sarebbe stato facile mollare il primo set – ha detto – ma sono felice di non averlo fatto”. C'è stato un curioso parziale di quattro break consecutivi, poi la Bencic ha pagato l'inesperienza quando ha servito per allungare il set al tie-break. Sembra una banalità, ma è proprio così. Nel secondo, Masha è diventata irraggiungibile al servizio e la Bencic è stata ancora più brava a restare a galla, peraltro con la zavorra di dover servire per seconda. Quando il bel voto in pagella era ormai acquisito, le è stato ancora fatale il 12esimo game. Recrimina per il matchpoint: una risposta di Masha è stata chiamata fuori, ma occhio di falco ha evidenziato che era buona. La giudice di sedia ha deciso di dare il punto alla russa, mentre la Bencic si aspettava una ripetizione. Ma non l'ha presa male, anzi ha trovato la forza di sorridere durante la stretta di mano, mentre Masha strillava (in modo quasi isterico!) verso il suo clan. Questa è la notizia migliore per Belinda: ormai è temuta, una vittoria contro di lei vale tantissimo. “Devo migliore il servizio, la condizione fisica in generale e tanti piccoli dettagli, ma nel complesso sono sulla strada giusta” ha detto prima di salutare Melbourne e incassare i complimenti della Sharapova, che però non la ritiene così simile a Martina Hingis: “Dicono tutti che le assomigli, ma per me sono diverse. Belinda colpisce con più anticipo”. Si ritroveranno, anche se il gap generazionale impedirà la creazione di una rivalità. Ma adesso la Sharapova ha altri problemi: scardinare le difese di una Williams che sembra tornata quella dell'anno scorso. In una parola, imbattibile. Però, con quel servizio lì, può resettare i ricordi e provare a ricominciare daccapo.
AUSTRALIAN OPEN 2016 – OTTAVI DI FINALE DONNE
Serena Williams (USA) b. Margarita Gasparyan (RUS) 6-2 6-1
Maria Sharapova (RUS) b. Belinda Bencic (SUI) 7-5 7-5
Agnieskza Radwanska (POL) b. Anna Lena Friedsam (GER) 6-7 6-1 7-5
Carla Suarez Navarro (SPA) b. Daria Gavrilova (AUS) 0-6 6-3 6-2