Juan Monaco disintegra gli ardori di Roddick e sarà l’unico vero “intruso” nei quarti di finale. Il tennis maschile ha tanta qualità ma è diventato piuttosto prevedibile.
Juan Monaco ha ridimensionato Andy Roddick dopo che l'americano aveva battuto Federer
Di Riccardo Bisti – 28 marzo 2012
In tanti pensano che il tennis maschile stia attraversando un buon momento. E’ vero, perché i migliori sanno esprimere grande qualità. Il rovescio della medaglia, tuttavia, sta nella prevedibilità dei risultati. Raramente si esce dal monologo dei Fab Four e dei loro immediati inseguitori. Anche il Masters 1000 di Miami sta confermando la tendenza. A livello di quarti di finale ci saranno sei dei primi otto più il numero 9 (Tipsarevic, che ha preso il posto di Berdych, n. 7). L’unico buco era stato aperto lunedì notte da Andy Roddick, autore di una miracolosa vittoria contro Roger Federer. Meno di 24 ore dopo, l’incantesimo è già finito. L’unico “estraneo” tra i primi otto sarà dunque Juan Monaco, che nell’ultimo incontro della sessione diurna ha raccolto col cucchiaino i cocci di un Roddick tristemente tornato al livello (non eccelso) degli ultimi tornei. L’argentino si è imposto con un duro 7-5 6-0 e festeggerà il 28esimo compleanno giocando i quarti di finale contro Mardy Fish (bravo a imporsi in tre set su Nicolas Almagro nel terzo match di fila sul Grandstand). Monaco è un mostro di continuità: si è infilato tra i top 100 nel 2004 e non vi è più uscito. Tre anni dopo si è issato stabilmente tra i primi 50 e adesso è fisso tra i primi 30. Si è presentato a Miami da numero 21 e salirà ancora, nel tentativo di migliorare la 14esima posizione raggiunta nel 2007.
Volendo fare un paragone un po’ azzardato, gioca un po’ come David Nalbandian. Solo che non ha il talento del connazionale ed è quasi imbarazzante da metà campo in avanti. Nella finale di Coppa Davis, Rafa Nadal gli ha concesso tre game in tre set nonostante…avesse giocato bene! Ma i fondamentali sono solidissimi e le gambe non si stancano mai. “Pico”, come lo chiamano sin da piccolo (soprannome ereditato dal padre), ha contenuto la sfuriata iniziale di Roddick e poi lo ha massacrato sul piano delle regolarità. I numeri diranno che Roddick ha tirato appena due ace e commesso 40 errori gratuiti a fronte di 10 vincenti. Cifre imbarazzanti. L’americano era un lontano parente di quello del giorno prima, ma queste statistiche sono state “aiutate” dalla regolarità di Monaco, che non sbagliava mai e teneva Roddick ben distante dalla linea di fondo. Una statistica ha evidenziato come Roddick abbia tirato appena il 9% dei colpi da dentro il campo. Contro Federer si era attestato sul 27%, il triplo. Monaco è uno dei tanti prodotti della “cantera” di Tandil, vera e propria La Mecca del tennis argentino e mondiale. Ha scritto il suo destino quando ha messo piede al Club Independiente, dove il demiurgo Marcelo Gomez “Mi ha insegnato tutto. Da come tenere in mano una racchetto al mio essere uomo”. Lo stesso Gomez, a distanza di anni, sottolinea con orgoglio come non vedremo mai Monaco lanciare una racchetta. Gliel’hanno insegnato a Tandil, dove se sgarravi venivi preso a calci. Dopo essersi formato tennisticamente, Monaco ha fatto esperienza andando all’Accademia di Clerc a Miami e poi a Barcellona da Casal-Sanchez. E’ esploso nel 2004 ma non ha mai avuto troppa pressione, perché c’era sempre qualche connazionale che gli stava davanti. Paradossalmente è stato un bene.
In carriera ha vinto 4 tornei ATP, l’ultimo due mesi fa a Vina Del Mar, tutti sulla terra battuta. Ma gioca bene anche altrove: lo scorso anno ha fatto finale all’ATP 500 indoor di Valencia e lo Slam in cui ha giocato meglio è lo Us Open, dove vanta due ottavi di finale (2007 e 2011). E’ stato anche semifinalista al Masters 1000 di Shanghai nel 2010. Gli manca l’acuto in un torneo del Grande Slam. Di questi tempi è dura, ma non si sa mai. Intanto a Miami ha una bella chance: contro Mardy Fish può giocarsela, anche perché i precedenti (2-2) hanno sempre visto dei match combattuti. Il cemento di Miami, poi, sembra piuttosto lento. E c’è il paradosso che i due arriveranno all’incontro con Monaco più “rodato” sul campo centrale, avendolo già testato contro Roddick. Il resto della giornata è stato di una prevedibilità disarmante. Sono passati in due set Rafael Nadal, Novak Djokovic ed Andy Murray, rispettivamente contro Nishikori, Gasquet e Simon. Avanti anche Fish, Tsonga e Tipsarevic (che ha messo fine alla corsa del talentuoso Dimitrov). Senza l’exploit di Roddick contro Federer, molto probabilmente avremmo avuto un tabellone ancora più “regolare”. Si vedono belle partite e gesti tecnici apprezzabili, ma raramente il tennis maschile era stato così prevedibile. Nella giornata di mercoledì si giocheranno i primi due quarti di finale, entrambi in diretta su Sky Sport Extra. Non prima delle 21 ci sarà Murray-Tipsarevic, mentre alle 3 di notte c’è l’atteso Tsonga-Nadal.
Masters 1000 MIAMI, ottavi di finale
Novak Djokovic b. Richard Gasquet 7-5 6-3
David Ferrer b. Juan Martin Del Potro 6-3 6-3
Juan Monaco b. Andy Roddick 7-5 6-0
Mardy Fish b. Nicolas Almagro 6-3 6-7 6-3
Janko Tipsarevic b. Grigor Dimitrov 7-6 6-2
Andy Murray b. Gilles Simon 6-3 6-4
Jo Wilfried Tsonga b. Florian Mayer 6-3 6-2
Rafael Nadal b. Kei Nishikori 6-4 6-4
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