Gesto dal gran valore simbolico del Presidente USA: alla cerimonia inaugurale di Sochi 2014, il suo governo sarà rappresentato dall’icona gay Billie Jean King. 
Il prossimo 7 febbraio, Billie Jean King rappresenterà il governo USA a Sochi

Di Riccardo Bisti – 19 dicembre 2013

 
Le lotte di Billie Jean King hanno ottenuto il riconoscimento più bello. Tanta sofferenza, tanti soldi perduti, tanti sponsor fuggiti, saranno ripagati il prossimo 7 febbraio, giorno della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Sochi. Sarà lei a rappresentare il governo americano. Il tennis fa parte del programma estivo, eppure il nostro sport sarà ben presente sulle rive del Mar Nero, nella stessa città che ha dato i natali a Yevgeny Kafelnikov. La Russia è una paese con scarsa tolleranza civile verso gli omosessuali: di recente sono state approvate leggi anti-gay piuttosto restrittive. Leggi che non sono piaciute all’opinione pubblica internazionale, tenendo conto che i matrimoni tra omosessuali stanno prendendo piede in sempre più paesi. E invece no, in Russia c’è una discriminazione violenta e silenziosa, peraltro con il benestare della maggioranza del popolo. Alcuni sondaggi sostengono che il 65% della popolazione sia d’accordo con certe leggi. Non la pensa così la Casa Bianca. Bloccato negli States per impegni pregressi, Barack Obama ha deciso di farsi rappresentare da Billie Jean King, icona dell’omosessualità. I dubbi che fosse un caso sono stati spazzati via dalla decisione per la cerimonia di chiusura, quando la rappresentante degli Stati Uniti sarà Caitlin Cahow, giocatrice di hockey su ghiaccio, anche lei lesbica. Insomma, la Guerra Fredda è terminata e non c’è il rischio di chissà quali ritorsioni, ma la Casa Bianca ha scelto lo sport per mandare un messaggio forte e chiaro al Cremlino.
 
Si sapeva da tempo che Obama non sarebbe andato a Sochi, e che non ci saranno nemmeno i rappresentanti del suo governo. La delegazione americana sarà guidata da Janet Napolitano, ex presidente delle Sicurezza Interna. Billie Jean King andrà ufficialmente come componente del President’s Council of Fitness, Sports and Nutrition, ma è chiaro che la sua presenza sarà simbolica. Una nota della Casa Bianca, senza entrare nel merito, ha detto che la delegazione “rappresenterà la diversità che caratterizza gli Stati Uniti". La decisione di Obama corona una battaglia inaugurata tempo fa dalle associazioni LGBT (acronimo utilizzato per identificare lesbiche, gay, bisessuali e transessuali), i quali chiedevano la presenza di loro rappresentanti nella delegazione a stelle e strisce. Billie Jean King ha di recente compiuto 70 anni ed è una leggenda del nostro sport. Le hanno intitolato il complesso di Flushing Meadows, sede dello Us Open. Nel 1973, è stata tra le fondatrici (certamente la più influente) nella nascita della WTA. Da giocatrice, ha vinto 12 prove del Grande Slam, è stata numero 1 al mondo e si è aggiudicata la celeberrima Battaglia dei Sessi contro Bobby Riggs, anche se di recente sono emerse voci su una possibile combine. Nata Moffit ma sposata con il signor King, ha fatto coming-out nel 1981 a causa di un’accesa disputa legale con la sua ex compagna Marylin Barnett. In una recente intervista, ha dichiarato che aveva perso tutto in appena 24 ore. Gli sponsor non vollero rinnovare, e si trovò a giocare soltanto per pagarsi gli avvocati. “Sono andata in rosso per 500.000 dollari nei primi tre mesi”. Ma ha continuato a lottare, e alla fine ha vinto lei. Entrata nella Hall of Fame, è stata anche capitana della Fed Cup americana e ha ricoperto vari ruoli istituzionali.
 
La legge "incriminata" è stata approvata in gennaio, quando il parlamento russo, a larga maggioranza, ha stabilito il divieto di propaganda omosessuale. Significa che non se ne può parlare. Qualsiasi allusione, anche in ambiti satirici o di spettacolo, è considerata un reato. Inoltre, il termine “propaganda” è piuttosto generico e consente un’ampia discrezionalità ai giudici, autorizzato a rifilare sonore multe o addirittura ordini di prigionia. Quel giorno, davanti alla DUMA, c’erano pochissimi manifestanti. Qualcuno ha provato a baciarsi con fare provocatorio. Subito dopo, nell’indifferenza della gente, un paio di manganellate e l’arresto hanno ristabilito “l’ordine”. Vladimir Putin non si è mai espresso chiaramente sulla vicenda, limitandosi a dire che la Russia ha un problema demografico che dunque “Devo occuparmi delle coppie che generano prole”. La scelta di Obama creerà sicuramente qualche imbarazzo. E chissà cosa dirà Maria Sharapova, lei che farà da inviata per la NBC (network americano) e che in una recente intervista al New York Times ha detto – sia pure pesando le parole – di non essere d’accordo con le leggi anti-gay. Il tennis, dunque, sta dando un grande apporto alle battaglie civili. Magari indiretto, ma c’è. E il 7 febbraio, mentre le azzurre staranno rifinendo la preparazione per la Fed Cup a Cleveland, tanti appassionati guarderanno con curiosità e orgoglio la cerimonia inaugurale di Sochi.