Nole è stato visto allenarsi a Marbella con Marian Vajda, storico coach abbandonato lo scorso maggio, dopo 11 anni di collaborazione. Non c'è l'ufficialità di un ritorno di fiamma, ma l'indizio è chiarissimo. Nel frattempo emergono i dettagli dell'addio alla coppia Stepanek-Agassi: la pensavano allo stesso modo, mentre "Nole" non era d'accordo.Se il nuovo non funziona, perché non puntare sull’usato sicuro? È la ricetta che ha deciso di provare Novak Djokovic, che dopo l’addio ad Andre Agassi e soprattutto a Radek Stepanek è tornato a chiedere un aiuto a Marian Vajda, il coach che l’ha accompagnato nella sua lunga scalata ad alti livelli, stando al suo fianco per ben undici anni, fino a metà 2017. Nella nota con cui ha comunicato la separazione dai due allenatori, Djokovic non ha fatto alcun annuncio, ma la scorsa settimana è stato visto allenarsi per più giorni col suo storico allenatore al Puente Romano Beach Resort, l’hotel di lusso di Marbella dove in passato è transitato spesso, perché sede della scuola tennis del “guru” spirituale Pepe Imaz. A fare da “sparring” al serbo c’era il fratello Marko, che dopo aver provato a seguire la sua strada nel mondo dei “pro” (senza grossi risultati: è stato al massimo numero 581 ATP) si è dedicato all’insegnamento. Come accennato, per il momento non c’è alcuna ufficialità sulla rinascita della collaborazione Djokovic-Vajda, ma gli indizi profumano già di prova, e l’impressione è che la prossima settimana a Monte Carlo – proprio dove lo scorso Djokovic iniziò a valutare alcune modifiche al suo staff – nel suo box ci sarà di nuovo quel volto presente durante tutti i suoi successi più importanti. “Nole” aveva scaricato Vajda lo scorso maggio, tentando la terapia d’urto per rinascere dopo la lunga crisi di risultati, ma da allora è andata anche peggio. Il campione di Belgrado ha faticato a trovare continuità nella forma fisica e nel proprio team, entrando in una crisi che settimana dopo settimana ha raggiunto un stadio preoccupante. Evidentemente Djokovic se n’è reso conto, quindi ha scelto di tornare sui propri passi, per provare a ricostruire quell’armonia interiore e quella fame di successi che sono sempre state fra i segreti del suo dominio.
STEPANEK LA PENSAVA COME AGASSI
In attesa di saperne di più sul futuro, nel frattempo sono emersi alcuni dettagli sul recente passato, che ha visto le collaborazioni con Andre Agassi e Radek Stepanek franare nel giro di pochi mesi. Le ragioni sono pressoché le stesse per entrambi, ovvero una differenza di vedute sul modo in cui Djokovic avrebbe dovuto affrontare il problema al gomito. Dopo la piccola operazione post-Australian Open, il serbo ha fatto il possibile per bruciare le tappe ed essere in campo nei primi due Masters 1000 della stagione, mentre Agassi gli aveva consigliato di fare le cose con calma, e tornare solo quando si sarebbe sentito al meglio. Lui ha preferito fare di testa sua e si è presentato a Indian Wells, e nemmeno la sconfitta contro Taro Daniel è bastata a fargli cambiare idea. Agassi gli ha consigliato di nuovo di fermarsi e saltare il Miami Open, ma Novak l’ha ignorato un’altra volta e la successiva sconfitta contro Benoit Paire sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, portando alla rottura definitiva. In tutto questo, come ha spiegato lui stesso in un post su Facebook, Stepanek era spesso sulla medesima lunghezza d’onda di Agassi, una situazione che a Djokovic non è andata giù. “È un peccato – si legge – che la collaborazione con Novak sia fisica, ma le nostre opinioni sono state spesso in disaccordo. Ho avuto l’onore di lavorare con uno dei migliori giocatori di tutti i tempi, e di vedere da vicino una leggenda come Andre Agassi. Non siamo solo colleghi, ma ora anche dei veri amici, che hanno la stessa percezione del tennis e numerose opinioni simili”. Le stesse che però non piacevano a Djokovic. L’ex leader della classifica mondiale, scivolato al numero 13 ATP, si è trovato spalle al muro e con di fronte due persone che la pensavano diversamente da lui, e ha scelto di cambiare rotta. Accorgendosi di aver commesso un errore a mollare Vajda.