LA RINASCITA IN MEZZO ALLE MONTAGNE“Ain't no mountain high enough
— Jelena Djokovic (@JelenaRisticNDF) 12 settembre 2018
Ain't no valley low enough
Ain't no river wide enough….” Loving this adventure with you @DjokerNole #keepclimbing #gotyourback #idemooo #champion #usopen18 pic.twitter.com/cGszQAuPWi
Dovesse tornare in testa sul serio, avrebbe completato qualcosa di a dir poco impensabile solo qualche mese fa, quando perdeva partite senza una spiegazione, e l’intero mondo del tennis iniziava a non chiedersi più quando sarebbe tornato, ma se sarebbe tornato. Invece, dopo aver dato qualche buon segnale sulla terra, “Nole” è rinato dopo il Roland Garros, grazie anche (o soprattutto) a qualche giorno di vacanza con la moglie Jelena, in mezzo alle montagne. “Sono un uomo di montagna, cresciuto a Kopaonik, e le montagne risvegliano la mia forza e le mie emozioni, dandomi sempre un senso di libertà mentale. Dopo Parigi ero deluso dal mio gioco, e sentivo il bisogno di allontanarmi da tutto per un po’. Io e mia moglie abbiamo avuto la possibilità di stare cinque o sei giorni senza i nostri figli, così abbiamo deciso di isolarci dal mondo. Siamo stati in montagna, a contatto con la natura. A volte le persone hanno bisogno di vedere il mondo da un’altra prospettiva, perché in quel modo è più facile trovare la soluzione”. Una riflessione che rientra a pieno nella visione filosofica del mondo adottata dal Djokovic 2.0, ma che evidentemente è servita sul serio, per guidarlo a una rinascita che – si sapeva – dipendeva soprattutto dall’aspetto mentale. “Non so come la pensano gli altri giocatori, ma, secondo la mia esperienza, ad alti livelli l’allenamento mentale richiede molto più tempo di quello fisico. Quando sono nelle fasi finali di un torneo del Grande Slam la mia testa va a 300 all’ora, ho un milione di pensieri in mente, cosa è successo, cosa succederà. Invece devo sforzarmi di pensare solo al presente, e non sprecare inutilmente delle energie. Ognuno ha le sue tecniche, io ho le mie, ma tenere alta la concentrazione è importantissimo, perché abbassare la guardia nel momento sbagliato può diventare molto pericoloso. L’esperienza, in questo, è fondamentale”. A suo dire, a lui per ritrovare la retta via è bastato staccare la spina per qualche giorno, in montagna, luogo ideale dove dimenticarsi del tennis e ripulire la mente da pensieri negativi, difficoltà, paure e preoccupazioni. Funzionasse per tutti allo stesso modo…