Pur attraversando un momento difficile, il serbo parla dei possibili cambiamenti per rendere ancora più interessante il tennis. Non è entrato nel merito di sperimentazioni e proposte, non ultime quelle di Steve Simon, ma su un punto è concorde: “Sarebbe bello sapere con più precisione la durata di una partita”.

. Il capo della WTA ha lanciato la provocazione, qualche settimana fa, e piano piano qualcuno la sta raccogliendo. Ok, le sue idee erano rivolte soprattutto al tennis femminile, ma gli avrà fatto piacere che ne abbia parlato anche Novak Djokovic, numero 1 ATP (anche se non più così solido…). Durante il Premier Five di Wuhan, Simon aveva espresso l’idea di estendere al singolare le regole del doppio: punto secco sul 40-40 e super tie-break al posto del terzo set. Si discuterà a lungo sulle modalità per “migliorare” il tennis, ma le parole di Djokovic sono importanti. Secondo il serbo, è giusto che si guardi a possibili modifiche per portare il gioco al massimo del suo potenziale. In particolare, Djokovic è concorde sul fatto che i match dovrebbero avere una durata prevedibile. “Sono in parte d’accordo con Simon perché, ad oggi, è molto difficile immaginare quanto durerà una partita di tennis. Non mi dispiacerebbe una soluzione che permetta di capire, almeno approssimativamente, per quanto tempo giocheremo. Credo che sarebbe un passaggio importante per migliorare il posizionamento del tennis nel mercato globale. Sì, dal punto di vista commerciale sono d’accordo”. Pur concordando con il principio, Djokovic non è così convinto delle modifiche proposte da Simon e, più in generale, da alcune soluzioni adottate in eventi non ufficiali (l’allusione è al World Team Tennis e all’IPTL).

“Ho sentito faccende di vario genere, come ridurre la durata dei set e portarli a quattro game – ha proseguito – il sistema è stato adottato in diversi match e tornei di esibizione. Poi all’IPTL c’è il no-ad, il no-let sul servizio, inoltre c’è il timer che misura il tempo tra un punto e l’altro…diciamo che alcune norme sono degne di essere prese in considerazione, altre no”. Non ha specificato quali. E’ comunque importante che il numero 1 ATP – la cui voce è certamente ascoltata – pensi che il tennis debba trovare un sistema per essere sempre “aggiornato e al passo coi tempi”. “Se ci fate caso, tutti gli sport stanno facendo il possibile per esprimere il massimo del loro potenziale – ha concluso Nole – ecco, credo che il tennis abbia ancora un po’ di strada per arrivare al top. In questo momento il tennis maschile sta vivendo un buon momento, non c’è che dire, però c’è tanto spazio a disposizione per migliorare le cose”. Da parte sua, Djokovic sta vivendo il momento più difficile da quando è tornato al numero 1 ATP, il 7 luglio 2014. Da allora sono passate 120 settimane (in totale ne ha trascorse 221 in vetta) ma Andy Murray spinge forte. Pur ammettendo le difficoltà, ha detto di volersi godere il compleanno del figlio Stefan e poi prepararsi per gli ultimi appuntamenti stagionali: Parigi Bercy e ATP World Tour Finals. Dove ci saranno le regole di sempre.