Per Andreas Seppi, la stagione sull’erba datata 2016 rischia di diventare quella delle occasioni mancate. Prima ad Halle, dove nei quarti di finale si è arreso con due tie-break a un Florian Mayer che poi ha vinto il torneo (e che torneo!), poi a Nottingham, dove oggi è si è arreso con un doppio 6-4 in semifinale allo statunitense Steve Johnson, in un match complessivamente alla sua portata. L’incontro si è giocato in condizioni abbastanza ventose, ed è stato sospeso a lungo, dopo il primo game del secondo set, a causa della pioggia. Ma entrambe le fasi del match hanno mostrato un Seppi non troppo brillante, che si è lasciato scivolare il match di mano senza colpo ferire. In entrambi i set ha pagato carissimo un solo break subito, sempre sul 4-4, con un paio di grosse incertezze col diritto. Nel primo set ne ha messo in rete uno comodo sul 30-30 offrendo la palla-break decisiva, nel secondo invece con altro gratuito ha consegnato direttamente il break, in un game macchiato da due doppi falli. Ottima invece la prova al servizio dello statunitense, con una sola palla-break fronteggiata sul 5-4 del primo (cancellata da una buona seconda di servizio) e tanti punti diretti a rendergli la vita più facile, fino alla conquista delle seconda finale in carriera, dopo quella persa nel 2015 a Vienna. Domani sarà lui il favorito, contro un Pablo Cuevas giù eroico ad arrivare in finale. Malgrado le sue aperture ampie e poco adatte ai prati, l’uruguaiano si è travestito da “erbivoro” e a suon di maratone (7 ore in tre giorni, sull’erba è tantissimo) ha raggiunto la sua prima finale in carriera lontano dalla terra.
ATP 250 NOTTINGHAM – Semifinali
Steve Johnson (USA) b. Andreas Seppi (ITA) 6-4 6-4
Pablo Cuevas (URU) b. Gilles Muller (LUX) 3-6 7-6 6-4
Nottingham: niente finale per Seppi, battuto da Johnson
Match opaco dell’altoatesino, che cade 6-4 6-4 contro la statunitense e fallisce l’appuntamento con la finale dell’Aegon Open. Peccato: contro Pablo Cuevas sarebbe partito favorito. Intanto, applausi all’uruguaiano, in finale sull’erba a suon di maratone.