Simone Bolelli aveva un compito difficile contro Marin Cilic, ma alla fine è l'unica nota negativa di un'ottima giornata per il nostro tennis. Per lui troppa eleganza e poca concretezza.


Marin Cilic ha battuto Simone Bolelli cinque volte su sei

 Di Cosimo Mongelli – 18 aprile 2012

Era sin troppo prevedibile, in una buonissima giornata per il tennis italiano (Fognini, Seppi, Starace e Volandri qualificati al secondo turno), che l’unica nota stonata sarebbe arrivata da Simone Bolelli. Il bolognese è l'italiano più talentuoso, ma raramente riesce a esprimere tutto il suo potenziale: ne ha dato dimostrazione anche a Monte Carlo. L’incontro contro Marin Cilic, numero 22 ATP, non appare così insormontabile nonostante il divario in classifica. Simone però pensa bene di complicarsi la vita sin dall’inizio subendo il break in apertura. Cilic ringrazia e, affidandosi a un ottimo servizio, tiene a distanza l’italiano e si limita a controllare senza che dall’altra parte giunga il minimo segnale di rivalsa. Vero, il nostro Simone di tanto in tanto regala qualche sprazzo di bel tennis: palle corte, discese a rete, ma tutte maledettamente inutili. Marin conquista il set per 6 giochi a 3.

Il secondo set sembra iniziare meglio per l’italiano. Maggiore ritmo, prima di servizio più pericolosa, vien da sperare di assistere ad un match finalmente combattuto. Nulla di tutto ciò: le prime avvisaglie sul 2 pari, con tre palle break concesse (ma annullate). La sentenza arriva nel seguente turno di battuta: altra palla break concessa e questa volta il croato, lui sì concreto, si porta a casa quel minimo indispensabile per mettere in cassaforte partita e incontro. Sembra davvero finita: Bolelli trova un inedito sussulto di orgoglio e conquista due palle per il controbreak, che vengono però annullate con facilità irrisoria da Cilic, con due aces e due vincenti, senza che l’italiano opponga alcuna resistenza. Simone ottiene a zero il game successivo e attende che Cilic faccia il suo dovere sul proprio servizio. La lotta disperata non è mai stata nelle sue corde. Non lo sarà nemmeno stavolta. Il croato ottiene l’ultimo game senza faticare troppo, qualificandosi per il secondo turno dove incontrerà Tomas Berdych. Per l’italiano un’altra occasione persa e l’amara soddisfazione di essere l’unico degli azzurri a dover fare le valigie, con tutto il rispetto per Alessandro Giannessi che il suo dovere, in questo torneo, l’ha fatto fino in fondo.