Venus Williams potrebbe diventare la più anziana vincitrice Slam dell'Era Open, ma prima c'è da superare l'ostacolo Konta. La britannica avrà il tifo dei londinesi. “Mi pare che stia gestendo tutto molto bene”. Venus potrà contare su tre fattori: l'esperienza, un gran servizio…e il tifo a distanza di Serena.

Contasse soltanto il blasone, Venus Williams avrebbe già vinto il suo sesto Wimbledon. Sarebbe la più anziana vincitrice Slam dell'Era Open, superando il record della sorella Serena, che aveva 34 anni e 287 giorni quando vinse l'anno scorso. Avrebbe fatto meglio soltanto Martina Navratilova, che però perse contro Conchita Martinez nel 1994: aveva 37 anni e 258 giorni. Alcune posate sono già apparecchiate, ma Venus dovrà sfidare il tifo del pubblico britannico. Ai sudditi della Regina non importa granché che Johanna Konta sia nata in Australia da famiglia ungherese: in fondo, risiede a Eastbourne da una dozzina d'anni…Per lei sarà la seconda semifinale Slam in carriera, per Venus la ventiduesima (nonché decima a Wimbledon). “Credo che l'esperienza aiuti – dice la Williams – per diverse giocatrici che ho affrontato, era la prima volta al terzo turno, negli ottavi o nei quarti. Io avevo già affrontato un certo tipo di pressione, e ho fatto valere la mia esperienza”. Per lei è la ventesima apparizione ai Championships, il suo Slam preferito. Dei sette Major intascati, cinque sono arrivati a Londra. La Konta ne è consapevole e ha incentrato la vigilia sul profondo rispetto per la sua avversaria. “Quello che Venus e Serena hanno dato al nostro sport è assolutamente straordinario. Sono onorata di poterla affrontare di nuovo e lo farò con grande umiltà”. Sarà addirittura il sesto scontro diretto tra le due: la britannica è avanti 3-2, ma Venus si è imposta nell'ultimo, un paio di mesi fa a Roma. Ma si giocava sulla terra battuta, in ben altre condizioni. “Non l'ho mai affrontata sulla terra, quindi sarà una nuova sfida”.

LE SPERANZE DI VIRGINIA…E SERENA
Il servizio della Williams ha fatto la differenza contro la Ostapenko, ma anche la Konta serve molto bene. L'equilibrio del match dipenderà dal rendimento di Johanna al servizio. Da parte sua, Venus ha toccato velocità da circuito ATP, e non è una novità. Il servizio più veloce è stato misurato a 192 km/h. “Ho lavorato duramente su questo colpo, e negli ultimi turni ha funzionato a dovere. Vorrei pensare di continuare così. Però Johanna adotta uno stile simile al mio”. E' chiaramente un complimento, a cui si aggiungerà il tifo del pubblico. “Sono sicuro che sarà fiduciosa e determinata – dice Venus – in casa avrà una pressione diversa, ma mi sembra che la stia gestendo molto bene”. La pressione nasce dall'attesa: nel 1977, Virginia Wade vinse il titolo, mentre l'anno dopo perse in finale dalla Evert. Da allora, un pianto. “C'è voluto tanto tempo, sono sorpresa” ha detto la Wade, iper-inquadrata nel Royal Box durante Konta-Halep. Sarà così anche stavolta. Ma se la Konta avrà il sostegno dei britannici, per Venus ci sarà il tifo a distanza di Serena. La sorella minore, campionessa in carica, non è andata a Londra perché il parto è sempre più vicino. “Sono calma come può essere una sorella….quindi non così calma! – ha detto Serena – Venus sta giocando molto bene e sono orgogliosa di lei”. Parlando con ESPN, ha detto che la sua priorità sarà la trasmissione di valori positivi al bambini (gli stessi avuti da papà Richard e mamma Oracene), ma vincere ancora uno o due Slam “non sarebbe male”. “Non ho obiettivi specifici, quello che verrà sarà un bonus. Quando vedo gli altri giocare, penso che tutto questo mi manca. Però non li invidio, perché sto vivendo qualcosa di ancora più importante. Non vedo l'ora di tornare a giocare, ma fino ad allora non cambierei niente per uno Slam”. Se poi vince la sorella, beh, tanto meglio.