L'urna dell'Australian Open ha regalato subito all'Italia il big-match fra le due bellezze del tennis nostrano, Camila Giorgi e Flavia Pennetta, ma non solo. L'analisi dei nove primi turni con tracce d'azzurro.

Di Marco Caldara – 17 gennaio 2015

 
Pronti, via, e sarà subito Giorgi-Pennetta. Il sorteggio del tabellone femminile dell'Australian Open ha regalato all'Italia un derby al primo turno che mancava dal 2009, quando a sfidarsi sotto il caldo torrido di Melbourne furono Flavia Pennetta e Mara Santangelo. Vinse in tre set la brindisina, che a sei anni di distanza è chiamata a un nuovo debutto col tricolore sullo sfondo. Peccato che una delle due debba subito salutare il torneo, ma l'Italia può guardare al primo turno con discreto ottimismo, in un torneo storicamente difficile per i nostri. Accoppiamenti alla mano, sono sei gli azzurri favoriti per il passaggio al round successivo. Abbiamo analizzato tutti gli incontri.
 
PENNETTA-GIORGI
Insieme a Stephens-Azarenka è il potenziale big match del primo round del torneo femminile, e non solo perché ci riguarda da vicino. Si affrontano due giocatrici con ambizioni da seconda settimana, in uno spot in cui spaventa la sola Venus Williams. Flavia ha avuto un avvio altalenante, e dopo il 6-0 a Serena alla Hopman Cup ha perso otto set di fila, mentre Camila è arrivata ai quarti a Hobart, ma vincendo (e a fatica) un solo match. I precedenti dicono 2-1 per la più giovane, che non sentirà la pressione del derby e deciderà probabilmente l’esito della sfida. Se trovasse una giornata positiva, le sue bordate potrebbero diventare insostenibili anche per una come la Pennetta. Ma c’è sempre un condizionale di troppo. GIORGI 55%.
 
ERRANI-MIN
La ventenne statunitense di origini asiatiche è un buon prospetto, sul cemento ha vinto lo Us Open juniores nel 2011, ma fra le grandi non ha mai passato un turno in uno Slam e in carriera ha battuto appena una mancata di top 100. A meno che decida di esplodere proprio a Melbourne, è difficile che possa rappresentare un grande ostacolo per Sara Errani, malgrado l’inizio di stagione dell’azzurra sia stato tutt’altro che sfavillante. A Melbourne non vince un match dal 2012, anno dei quarti di finale che restituirono all’Italia una giocatrice tutta nuova, ed è ora di tornare a farlo. Uno stimolo in più arriva anche dal tabellone, abbordabile fino agli ottavi. ERRANI 80%.
 
VINCI-JOVANOVSKI
Roberta ha vinto i due precedenti contro la ventitreenne serba, entrambi sul cemento, e ha i favori del pronostico dalla propria parte. Ma non sarà facile. La miglior Vinci avrebbe discrete chance per puntare a quella seconda settimana che le manca solo in Australia (mentre la rivale c’è riuscita proprio lì), ma la tarantina vista nelle ultime apparizioni ha ancora tanti margini di crescita. Tuttavia, contro un’avversaria che non fa della mobilità la sua miglior caratteristica, il tagliente back dell’azzurra potrebbe rivelarsi un’arma preziosissima. VINCI 60%.
 
KNAPP-HALEP
Reduce dalla buona settimana di Hobart, con la vittoria su Casey Dellacqua, l’altoatesina ha trovato uno dei peggiori sorteggi in assoluto. La Halep viene dal successo di Shenzen, e ha ancora qualche giorno per recuperare al meglio dalla gastroenterite che l’ha costretta al forfait a Sydney. Tuttavia, Karin non deve partire battuta. Col suo tennis potente, dodici mesi fa mise paura perfino a Maria Sharapova, cedendo solo 10-8 al terzo set al termine di un confronto che grida ancora vendetta. È vero che la numero tre del mondo appare decisamente fuori portata, ma si dice sempre che i migliori vadano incontrati nei primi turni. KNAPP 25%.
 
SCHIAVONE-VANDEWEGHE
Fresca di best ranking, la 23enne americana cercherà di passare per la prima volta un turno a Melbourne (è l’unico Slam che le manca) e ha le carte in regola per battere la ‘leonessa’. Ci perse nel 2010 nella finale di Fed Cup, ma da allora lei è solo progredita, mentre la Schiavone è sempre più lontana da quei livelli. La milanese è partita molto carica per il 2015, ma nelle prime due uscite ha rimediato altrettante brutte sconfitte, con giocatrici fuori dalle prime 100. Non è da escludere che l’aria di un grande torneo possa darle una mano, ma difficilmente basterà. SCHIAVONE 35%.
 
FOGNINI-GONZALEZ
Il match più abbordabile fra tutti quelli degli azzurri. Il colombiano, numero 106 del ranking mondiale, è più adatto alla terra battuta, e non ha i mezzi per metter paura a Fognini. Come al solito, almeno nei primi turni il torneo di Fabio dipenderà esclusivamente lui stesso, e l’urna australiana ha provato a dargli una mano, per aiutarlo a ripetere gli ottavi di finale del 2014, prologo di due tre mesi stupendi culminati col best ranking. Ripetere il torneo di dodici mesi fa sarebbe un gran punto di (ri)partenza. È da Cincinnati che Fabio non gioca da Fognini, ed è giunto il momento di riprendere la strada abbandonata ormai troppi mesi fa. FOGNINI 95%.
 
SEPPI-ISTOMIN
Ormai è un classico degli Slam. L’altoatesino e l’uzbeco si sono già affrontati per otto volte (5-3 Seppi), quattro delle quali nei Major, tutte fra 2012 e 2013. È sempre finita al quinto set, con due successi per parte. Seppi ha vinto l’unica sfida australiana, nel 2013, recuperando uno svantaggio di due set a uno e andando poi a guadagnarsi un posto agli ottavi di finale. Naturale attendersi l’ennesima battaglia, ma difficile vedere Seppi sfavorito, anche se ha perso gli ultimi due confronti. Dalla sua anche un migliore inizio di stagione, con già tre vittorie nelle gambe. Istomin, fuori a Doha contro Berdych e a Sydney contro Kukushkin, non ha ancora vinto un set. SEPPI 60%.
 
BOLELLI-MONACO
Reduce dalla semifinale sfiorata a Sydney, Bolelli trova un avversario battuto nell’ultimo precedente (San Paolo 2013) e ben lontano dal rendimento che nell’estate del 2012 lo portò fra i top 10. Per questo, l’azzurro ha discrete possibilità di farcela, per tornare al successo in un Major in cui non passa un turno addirittura dal 2009. Unica incognita la lunga distanza: Monaco è un cagnaccio, e darà l’anima fino all’ultimo quindici, ma potrebbe non bastare. Peccato che a guardare avanti vengano i brividi, con un 33enne svizzero seduto in poltrona ad attendere l’azzurro. Il Bolelli visto nelle prime due settimane dell’anno si sarebbe meritato una chance differente. BOLELLI 65%.
 
LORENZI-DOLGOPOLOV
Per uno che negli esordi Slam vanta Djokovic (due volte), Federer e pure Berdych, Dolgopolov pare un avversario accettabile, anche se possiede comunque un motore dalla cilindrata di gran lunga superiore a quello del senese, come attestato dai tre successi nei quattro precedenti. Ma c’è un però. La scorsa notte l’ucraino, numero 21 del seeding, si è ritirato dalla finale del Kooyong Classic per un fastidio al ginocchio destro, e l’impressione è che il problema possa richiedere lo stop. Se il forfait dovesse arrivare prima del via del main draw, per Paolo ci sarebbe Querrey (che diventerebbe testa di serie), altrimenti un lucky loser. LORENZI 20% (CON DOLGOPOLOV AL TOP).