da Londra, Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Mi stai dicendo una “barbaridad”, Carlos. Un Nadal così indemoniato non lo avevamo mai visto. Warning per coaching o per infrazione di tempo Rafa ne ha ricevuti a centinaia, eppure mai si era rivolto con tanta violenza a un giudice di sedia. Il video del fattaccio:
[$EmbedVideoYouTube ID:=”VywZYrxm1t8″; $]
I FATTI:
6-5 Berdych 15-15 servizio Nadal: un rovescio di Berdych finisce nei pressi della riga di fondo campo. Il giudice di linea non interviene. Nadal alza il braccio, dopo aver comunque ribattuto al di là della rete la palla che rimane in campo. Attenzione a questo dettaglio perché è decisivo. Il giudice di sedia Bernardes interviene chiamando l’out, poco prima che Nadal pronunci il fatidico “challenge”. Si tratta quindi di overrule. Il dito indice sollevato dal giudice brasiliano non lascia adito a dubbi. Bernardes, inoltre, nel segnalare la palla fuori, non guarda dove va a finire il colpo di Nadal.
Berdych non è d’accordo e su invito del giudice di sedia, chiama il falco. Bernardes, nell’invocare il challenge, pronuncia la fatidica frase: “The ball was called OUT”. Hawk Eye dà ragione al ceco e l’arbitro decide di assegnare il punto proprio a Berdych: 15-30.
Da qui la rabbiosa protesta di Rafa che pretende che il punto vada rigiocato. Con l’overrule dell’arbitro, infatti, non siamo più di fronte alla classica interruzione del giocatore che ferma il gioco e rischia di perdere il punto nel caso in cui il falco gli dia torto.
Se l’arbitro non avesse chiamato l’OUT, la responsabilità dell’interruzione del gioco sarebbe ricaduta su Nadal che avrebbe perso il punto, dopo la verifica del falco. Con la sua chiamata in grande ritardo (condizionato evidentemente dal gesto di Rafa), il giudice di sedia ha “sollevato” Nadal da qualsiasi incombenza.
Berdych in conferenza stampa dimostra di non aver compreso pienamente chi sia intervenuto tra Rafa e il giudice (ascolta l’AUDIO), e non nasconde un certo fastidio per la sceneggiata di Rafa: “Il gioco deve essere continuo. Non puoi aspettare 3 minuti tra un punto e l’altro. Le regole sono chiare. Se alzi il braccio, vuol dire che vuoi interrompere il gioco. Per questo ho chiesto la verifica. Perché lui si era fermato”. Ecco la contraddizione in cui cade il ceco. Se fosse stato Rafa a fermare il gioco e non ci fosse stato alcun intervento del giudice, il falco avrebbe dovuto chiamarlo lo spagnolo.
Più tardi Nadal chiarirà il suo punto di vista, prima in inglese e poi in spagnolo. In sostanza, ecco il Rafa-pensiero:
“Se avessi chiamato io il challenge, e la palla fosse stata buona, avrei perso il punto”.
“Se è l’arbitro a chiamare l’out e la mia palla successiva è fuori, è giusto che perda il punto, nel caso in cui il challenge contraddica il giudice; se invece è buona, il punto va ripetuto”.
Rimane qualche dubbio sul gesto che ha evidentemente condizionato la decisione di Bernardes. “Il mio movimento con la mano è stato puramente istintivo. Non ho mai detto “stop”. Per fermare il gioco devi dire stop. Se non ci fosse stata la chiamata dell’arbitro, avrei continuato a giocare perché sarebbe stato un rischio troppo grosso, chiamare il falco in quel frangente. Bernardes ha sbagliato due volte: prima nel vedere fuori una palla che per il giudice di linea era buona, e poi nel dare il punto a Tomas”.
Alla venticinquesima domanda sullo stesso argomento, un Rafa sfinito ha messo tutti d’accordo, tornando per un attimo sul match appena concluso. “Vorrei solo dire, comunque, che ho giocato bene”. Risata generale, per quella che anche alla 02 Arena sta diventando una “non” notizia.
© 2010 “Il Tennis Italiano” – Tutti i diritti riservati