COPPA DAVIS – L'inedita coppia Groth-Hewitt ribalta un match che sembrava compromesso e porta l'Australia in semifinale. Il bombardiere cancella Kukushkin, il Vecchio Leone si prende l'ultimo punto e scoppia il delirio. 

Da lassù, Adrian Quist e John Bromwich avranno sorriso. Un sorriso beffardo, da vecchi saggi. Il primo, in particolare, vede cancellarsi un altro primato da Lleyton Hewitt, ma sarà fiero del suo erede. Fino al 2010 era lui l'australiano ad aver vinto più partite in Coppa Davis, superato proprio da “Rusty”. Fino a poche ore fa, insieme all'inseparabile John, erano gli unici australiani ad aver compiuto una rimonta da 0-2 in Coppa Davis. Centrarono l'impresa nel 1939, contro gli Stati Uniti di Don Budge, lontani dagli orrori che si stavano profilando in Europa. Per carità: gli States di uno Slammer restano più forti del Kazakhstan degli oriundi, ma il weekend di Darwin ha spruzzato poesia tennistica, persino profumata, dalla prima all'ultima palla. L'Australia vola in semifinale dopo anni bui e lo fa con il punto decisivo del Vecchio Leone, quel Lleyton Hewitt che era diventato una carcassa tennistica, un fantasma ambulante. In tutto il 2015 aveva vinto una sola partita in singolare, tanto che i genitori sono corsi prontamente al suo capezzale per sostenerlo negli ultimi impegni, per tirarlo su nei momenti di depressione. Ma nessuno – nemmeno loro – aveva fatto i conti con lo smisurato orgoglio di un diavoletto che ha sempre dato tutto. Se poi c'è da giocare in Davis, beh, darebbe un braccio, una spalla…tutto. Tanta passione è stata premiata dopo che Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis avevano regalato al Kazakhstan due punti di vantaggio. Il primo non era pronto a giocare, era nervoso, stanco, in preda alle polemiche. Il secondo, semplicemente, non si era adattato all'erba. Con le spalle al muro, il vecchio saggio Wally Masur (capitano ad interim dopo le dimissioni di Pat Rafter) ha tentato il tutto per tutto: dentro il rottame Hewitt e il bombardiere Sam Groth, che in tutta la carriera non aveva vinto un solo match a risultato ancora in bilico, un “live rubber” come dicono gli anglofoni. Il doppio era il punto più semplice, e in effetti l'hanno sfangata in tre set.


LE SPALLE LARGHE DI SAM

Ma il Kazakhstan era ancora in vantaggio e c'era il dilemma su chi far giocare. Sabato, nel tardo pomeriggio australiano, c'è stata una riunione tra Masur, Joshua Eagle e Tony Roche. A cose fatte si sarebbe saputo che non c'è stata unanimità. Qualcuno propendeva per il Vecchio Leone, qualcun altro voleva dare fiducia ai giovani. Alla fine, alle 11 di una strana domenica mattina d'inverno, sotto un sole simile a quello che compare sulle bandiere del Kazakhstan, è sceso in campo Sam Groth. Per carità, è stato l'unico (oltre a Djokovic) a togliere un set a Wimbledon a Federer, ma non aveva mai vinto un “live rubber” in Davis. Eppure gli hanno dato fiducia, la possibilità di giocare “La partita che aspettavo da una vita”, a 27 anni e dopo una carriera nelle retrovie, nota soprattutto per il servizio più veloce di sempre (challenger di Busan, peraltro neanche omologato). Nel 2011, la carriera di Groth sembrava finita: operazione alla spalla (e ci mancherebbe, con le bombe che tira!) e matrimonio finito. A fare i cinici, si potrebbe pensare che la bella Jarmila Gajdosova, sangue slovacco, l'abbia utilizzato per ottenere il passaporto australiano per poi piantarlo. Sta di fatto che sembrava non esserci più spazio per lui. Ma nel momento del bisogno ha dimostrato di avere le spalle larghe, non solo fisicamente. Contro Mikhail Kukushkin ha vinto un match delicatissimo, spalle al muro, mostrandosi perfetto nei punti importanti: un 6-3 7-6 4-6 7-6 in cui ha annullato tre setpoint nel secondo set e un altro nel quarto. Come fanno i campioni. Ha tirato 29 ace, ma non sempre il servizio gli ha dato una mano. Il grande merito di Sam è stato di tenere i nervi saldi quando il terreno gli scricchiolava pericolosamente sotto i piedi. “C'era grande pressione, proprio come sabato: o vinci o sei fuori. Io ho solo cercato di non pensarci” ha detto mentre Hewitt stava infiocchettando il sorpasso. In tutto questo, ha sorpreso l'atteggiamento di Nick Kyrgios. “Era deluso dopo quanto successo venerdì, ma è sempre rimasto vicino alla squadra e nello spogliatoio è stato spettacolare”.


"ADORO GIOCARE CON LE SPALLE AL MURO"

A quel punto non c'erano dubbi: Hewitt sarebbe sceso in campo. E chiunque gli sarebbe parato davanti sarebbe finito arrosto. E' toccato al povero Aleksandr Nedovyesov, eroe contro l'Italia, eroe nella prima giornata, ma stanco e incapace di tenere il rendimento mostrato contro Kyrgios. Da parte sua, Hewitt sentiva che il destino gli aveva dato una bella chance per allungare la sua epopea in Coppa Davis, unita alla possibilità di chiudere in uno scenario più degno del Marrara Sporting Complex. Sarà accontentato, poiché dal 18 al 20 settembre giocherà in Gran Bretagna, probabilmente in un bel palazzo dello sport, nello stesso paese che 13 anni fa gli regalò il trionfo a Wimbledon. Nella sua lunga carriera, non aveva mai vinto un match di Davis sul 2-2. “Eppure io adoro queste situazioni. Venerdì ci hanno messo spalle al muro, allora ci siamo dovuti radunare per trovare una situazione. Ho sempre detto che alcune delle mie più grandi vittorie sono arrivate in Davis, così come alcune delle sconfitte più dure. Abbiamo lottato duramente per tornare nel World Group, e poi nei quarti di finale. Non potevamo gettare via tutto”. Se la ride Masur: aveva il fucile puntato addosso dopo il papocchio di venerdì, mentre adesso si gode il risultato delle sue scelte. Perché, ha lasciato intendere, l'ultima parola è stata la sua. “Questa non era la partita adatta per i giovani – ha detto, smentendo le scelte della prima giornata – i loro match arriveranno”. Nel frattempo buttava nella mischia dei festeggiamenti anche il quinto uomo John Millman. “Siamo una buona squadra e saremo via via sempre più forti. Siamo una vera squadra, e da squadra abbiamo raggiunto le semifinali”. I numeri gli danno ragione: in oltre un secolo di storia, l'Australia non aveva mai messo in campo quattro singolaristi diversi in match col risultato ancora in bilico. “I risultati diranno se ho ragione oppure se sarò stato uno sciocco” diceva Wally alla vigilia. Stavolta gli è andata bene. E ha due mesi di tempo per rimettere insieme un team che nelle ultime settimane era stato stravolto dai casi Tomic e Kyrgios. Ma finchè ci sarà Lleyton Hewitti in squadra, ben, nulla andrà a male. Con la benedizione, dall'alto, di Adrian Quist e John Bromwich.  
 

COPPA DAVIS 2015 – QUARTI DI FINALE
Australia – Kazakhstan 3-2
Mikhail Kukushkin (KAZ) b. Thanasi Kokkinakis (AUS) 6-4 6-3 6-4
Aleksandr Nedovyesov (KAZ) b. Nick Kyrgios (AUS) 7-6 6-7 7-6 6-4

Hewitt/Groth (AUS) b. Nedovyesov/Golubev (KAZ) 6-4 7-6 6-3
Sam Groth (AUS) b. Mikhail Kukushkin (KAZ) 6-3 7-6 4-6 7-6
Lleyton Hewitt (AUS) b. Aleksandr Nedovyesov (KAZ) 7-6 6-2 6-3