C’è molta curiosità, in questo incontro di terzo turno dell’anomala quanto salvifica per gli organizzatori, Middle Sunday. Alexander Zverev lo scorso anno poteva ancora giocare questo torneo nella categoria juniores, mentre oggi ha messo piede per la prima volta sul Centre Court. Ma il test ha un tantino deluso. Sasha, nemmeno vent’anni e già numero 27 al mondo, al cospetto di Tomas Berdych ha forse, come raramente capitatogli quest’anno, palesato tutta la sua inesperienza e “paura”. La sua sfrontatezza e irriverenza non possono non fare a pugni con l’impatto devastante del ritrovarsi sul campo più agognato e sognato da chiunque prenda in mano una racchetta, sin da bambino. E il ritrovarsi non da comprimario, o da sparring partner capitato per caso o per sorteggio, ma con gli occhi puntati addosso. Con la curiosità del mondo intero che già l’ha battezzato come il futuro dominatore di questo sport. Il risultato, alla fine, è stato impietoso: 6-3 6-4 4-6 6-1. Ma Zverev non può rimproverarsi nulla e può e deve ripartire. Dal terzo set. I primi due sono filati sin troppo tranquillamente per Berdych. Servizi tenuti molto comodamente, dieci punti concessi in battuta, e quel tanto che basta di aggressività per intimorire il tedesco. Che salvatosi più volte ai vantaggi è costretto a cedere il servizio nei momenti decisivi.
ZVEREV TORNERÀ, NELLA DOMENICA GIUSTA
Il terzo set si preannuncia ancora più in discesa, per il ceco. Quando, improvvisamente, Berdych, si smarrisce. Perde il servizio a zero nel quarto game, ne salva due nel sesto. Il settimo game, il più lungo e combattuto dell’incontro, restituisce alla quarta opportunità (dopo che Sasha ha dilapidato cinque occasioni per il 5 a 2) il maltolto a Tomas. Con somma delusione del pubblico, che ha oramai eletto a beniamino l’imberbe biondino. Ma Berdych non vuole deludere il pubblico, che oggi ha sborsato 70 sterline per poter assistere (anche) a quest’incontro. E il decimo game sprofonda nello psicodramma. Game giocato in maniera disastrosa con Alexander che, al terzo set point, si scatena in un urlo di gioia. Tra il plauso della folla, oramai tutta per lui. Ma è solo un fuoco di paglia. In questo momento le gerarchie raccontano ancora che a questi livelli, Berdych, può e deve fare la voce del padrone. Non si può e non si deve nemmeno infierire sul quarto set, perso da Zverev. Sparito dal campo dopo aver perso il servizio, nel terzo gioco. Sparito e arresosi, forse dinanzi a qualcosa di più grande di lui. Berdych agli ottavi di finale, quindi. In una parte del tabellone, orfana dell’oramai smarrito Wawrinka, che non dovrebbe dargli problemi fino in semifinale. Ma c’è sempre quel “dovrebbe” che ha segnato la carriera del giocatore ceco. Alexander Zverev sa già, e lo sa già anche il pubblico, che si ritroverà ancora su questo campo un giorno. Probabilmente anche nella domenica giusta. Nel frattempo, tutto quel che ha fatto e sta facendo a 19 anni è già tantissimo grasso che cola.
WIMBLEDON 2016 – Terzo turno
Tomas Berdych (CZE) b. Alexander Zverev (GER) 6-3 6-4 4-6 6-1
Non è (ancora) l’ora di “Sascha”
In tanti scommettono che un giorno neanche troppo lontano Alexander Zverev sarà sul Centre Court nella domenica giusta, quella della finale di Wimbledon, ma per il momento è ancora presto. Contro Berdych il giovane tedesco paga inesperienza e mancanza di abitudine, cadendo in 4 set.