di Gabriele RivaL
217;ultimo
a riuscirci, nella doppietta Madrid-Parigi Indoor, era stato Marat Safin,
nel 2004
di Gabriele Riva
L
217;ultimo
a riuscirci, nella doppietta Madrid-Parigi Indoor, era stato Marat Safin,
nel 2004. E le analogie tra il cavallo pazzo russo e David
Nalbandian
non finiscono qui. La più grossa forse è che quando vogliono
questi due
cambiano marcia e gli altri stanno a guardare. Già, quando vogliono, se
vogliono. In verità l’annata no 2007, raddrizzata da un fine
stagione
al top, per l’argentino è stata condizionata da un infortunio al
ginocchio
a partire da gennaio che ovviamente si è trascinato lungo tutta la
stagione.
Infortuni sì, infortuni no, conta il presente, e gli altri, per
l’appunto,
stanno a guardare. Anche se gli altri si chiamano Roger Federer (due volte
battuto in tre settimane, sette volte in carriera), anche se si chiamano
Rafael Nadal (anche lui battuto due volte, con all’attivo qualcosa come
7 game in quattro set). Sì, perché se a Madrid era finita 6-1 6-2
per il
redivivo Re David, il 6-4 6-0 parigino fa ancora più rumore. Lo fa
soprattutto
se si considerano le dichiarazioni di fine primo set di Zio Toni.
“E’
tutto diverso da quella partita, là Rafael aveva giocato male, qui non
sta demeritando: è Nalbandian che sta giocando troppo bene. Servirebbe
un miracolo”. Miracolo che non poteva arrivare, e non è arrivato.
Partita pari, se mai c’è stata, è durata
fino al 4-3 Nadal, poi nove giochi di fila per un Nalbandian che ha servito
bene e risposto meglio (ha vinto l’82% dei punti sulla seconda di servizio
di Nadal) e che non vedeva l’ora di bissare l’unico titolo
Masters-Series
della sua carriera, proprio quello di Madrid, due settimane fa. Ed era
nell’aria, dopo la Spagna, che el Gordito fosse tra i favoriti a Bercy
ancorché escluso dalle teste di serie (per gli amanti dei ricorsi
storici,
è il terzo a vincere il torneo fuori dal seeding dopo Henman e Berdych,
2003 e 2005). Davanti ai 13.000 del palazzetto parigino, e agli svariati
milioni in poltrona, David s’è spinto oltre: “Se gioco
così tutto l’anno,
posso diventare numero 1 del mondo, anche se con Roger in ballo
è difficile” – ha detto – "Gli obiettivi per il 2008? I
soliti: i
tornei dello Slam e la Coppa Davis”. L’Argentina spera, ed è
tenuta a
farlo. L’immediato futuro invece per David è Shanghai dove va da riserva.
Di lusso, certo, ma riserva. Per fortuna dei qualificati, verrebbe da dire.
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