AUSTRALIAN OPEN – Jamie Hampton esalta il pubblico per un paio di set e spaventa la Azarenka. Nata in Germania come McEnroe, si arrende al caldo e a due ernie al disco.
Dopo il match, Jamie Hampton rivelerà di avere due ernie al disco
 
Di Riccardo Bisti – 19 gennaio 2013

 
A un certo punto, sulla Rod Laver Arena sembrava essersi incarnato John McEnroe. Un Mac in gonnella, con gli occhi vagamente a mandorla. Eppure il mitico John ha qualcosa in comune con Jamie Hampton, la ragazza che per un paio di set ha messo paura (ma sul serio!) a Victoria Azarenka. Per qualche minuto, quando aveva preso un break di vantaggio nel terzo set, avrà anche accarezzato il sogno dell’impresa. Sarebbe stato clamoroso, non solo perché Vika è campionessa in carica. Ma perché Jamie, in tre anni di professionismo, non ha mai giocato una sola finale WTA e non ha battuto neanche una top 10. Eppure, a vederla giocare, sembra un fenomeno. Deve esserci l’aria buona, dalle parti delle basi militari americane in Germania. John McEnroe è nato a Wiesbaden perché il padre lavorava presso l’Air Force. La piccola Jamie ha visto la luce a Francoforte, perché papà lavora nell’esercito. Come Mac, è tornata in patria ancora piccola, trasferendosi nella più rassicurante Auburn, in Alabama. La sua è una storia normale, non fosse che dall’età di 15 anni si è procurata un infortunio al polso e ci ha giocato sopra per qualche anno. Poi, a 19 anni, ha capito che non era il caso di andare avanti così e si è operata. Ne è venuta fuori una giocatrice con un braccio fatato, di quelli che piacciono ai puristi. Gioca con una scioltezza incredibile, senza apparente sforzo. Fino a quando il fisico ha retto, la Azarenka sembrava una comparsa, incapace di trovare soluzioni alla varietà dell’americana. Magra, gioca con due scaldamuscoli da ciclista tutt’altro che sexy, ma si muove con rapidità e usa benissimo lo slice. Poi, anche da palle difficili, inventa colpi vincenti da paura. Sia con il dritto con il rovescio. A fine partita, dirà che soffre di due ernie al disco. Come se provasse piacere nel giocare infortunata.
 
In realtà, il match è sembrato una passeggiata bielorussa fino al 5-2. A quel punto, Jamie ha decontratto i muscoli e ha preso a pallate la numero 1, incutendo terrore al suo clan, guidato dal rapper Redfoo, molto appariscente con una t-shirt rosa con scritto “We Do Hard”. Sul 5-4 nel secondo, ha chiesto un medical time-out per i guai alla schiena schiena, uscendo dal campo per farsi trattare dalla fisioterapista. Al rientro, nel primo punto del game, si è inventata un’improbabile smorzata di rovescio degna del miglior McEnroe. Un punto eccezionale, che certamente finirà su Youtube. Sullo slancio, ha vinto il set e ha addirittura preso un break di vantaggio nel terzo (2-1 e servizio). Ma dopo ogni punto si piegava in due, dolorante. Non ne poteva più, stava male sul serio, anche se la Azarenka ha poi ironizzato sul fatto che continuasse a tirare vincenti nonostante le smorfie. Jamie si è progressivamente sgonfiata, e con lei l’opportunità di raccontare un’eliminazione clamorosa. Ma la ragazza andrà seguita nei prossimi tornei: se si irrobustisce fisicamente, può fare grandi cose. Lo ha mostrato ad Auckland, ed è già a ridosso delle prime 60. E poi non le capiterà tutte le volte di giocare a mezzogiorno sotto il solleone australe…Nel frattempo festeggiano gli ottavi anche le russe Maria Kirilenko e Svetlana Kuznetsova. La prima sembra essersi galvanizzata dopo il fidanzamento ufficiale, tanto che dopo il match ha mostrato l’anello con un sorriso a 32 anni. “Sveta” ha superato in tre set la Suarez Navarro, confermando di avere ancora qualche cartuccia da sparare. Magari è motivata dal nuovo sponsor cinese.