Il numero uno del mondo elogia Murray e il suo nuovo coach ma avverte: “Mi sento bene, sarà un grande match”. L’intervista…

traduzione a cura di Francesca Colombo – foto Getty Images

 

All’improvviso sembrava che tu fossi sofferente dietro il ginocchio. Quale è stato il problema?

No  è stato un dolore improvviso ma è durato poco per fortuna.

Era importante sentirsi bene fisicamente perché David ti faceva correre, e ogni punto te lo dovevi guadagnare con fatica. David ti fa giocare molti scambi da fondo campo, quasi sempre più di 10 e a livello fisico diventa faticoso.

 

C’era qualcosa che ti preoccupava durante il match. Sembrava respirassi male…

No, mi sentivo bene sia fisicamente che mentalmente. L’unica cosa non respiravo bene e quindi andavo più facilmente in affanno.

 

Ci sono dei riti che segui prima di ogni partita?

Sì, ci sono ma non te li posso svelare…

 

Di nuovo contro Andy Murray. Quanto conta mentalmente la finale che avete giocato l’anno scorso?

Beh è un altro anno, non puoi fare paragoni. Adesso lui ha un nuovo allenatore, Ivan Lendl e sembra aver cambiato alcune cose nel suo gioco.

Andy sembra in forma, sta giocando bene e lo vedo determinato a vincere il suo primo Slam. E’ la sua seconda finale qui e questo per lui è sempre un grande torneo. D’altro canto anche io mi sento bene, quindi sarà una grande partita.

 

Andy era in cerca di un coach. Ti ha stupito che sia arrivato Ivan Lendl a fargli da coach? Cosa pensi sia cambiato nel suo gioco?

Non so quanto Ivan abbia già influenzato il suo gioco a livello di cambiamenti. Sicuramente la vittoria a Brisbane e la semifinale qui sono indicatori positivi, vuol dire che la loro collaborazione funziona. Sicuramente avere nel suo team Ivan Lendl porterà grande frutti nei tempi a venire.

 


 

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