Djokovic trova quello che gli serviva: una vittoria per centrare le semifinali. Contro Berdych non ha mai rischiato, pur senza entusiasmare. Il linguaggio del corpo non era dei migliori, però Nole ci ha abituato a resurrezioni anche più clamorose. 

Non aveva mai perso contro Berdych sui campi duri. Non poteva perdere stavolta. Novak Djokovic aveva bisogno di riscatto dopo la netta sconfitta di martedì contro Roger Federer. Una batosta che ha lasciato scorie importanti, per questo Nole aveva bisogno di vincere. Ce l'ha fatta ma non ha giocato come negli ultimi tornei, quando era passato sopra agli avversari come un rullo compressore. E' finita 6-3 7-5 senza grossi sussulti. Tra l'altro, è stato match vero soltanto nel primo set. La vittoria di Federer su Nishikori nel match pomeridiano aveva cristallizzato la situazione: al serbo sarebbe bastato un set per centrare la qualificazione. Dopo il 6-3 iniziale, il match è diventato un'esibizione. Non è un caso che sia Novak che Tomas abbiano dato il meglio di sé quando il risultato non contava più nulla. Osservando il match, sono tornate in mente le affermazioni di Angelique Kerber, che durante le WTA Finals aveva auspicato la contemporaneità per i match dei round robin. Una proposta concettualmente giusta ma impossibile da applicare. Il Masters, per sua natura, deve “vendere” ogni singolo match, anche quelli che non contano più niente. Inoltre si gioca su un solo campo. Però è vero che ogni anno si creano situazioni al limite, a volte anche imbarazzanti. Stavolta è andata bene, ma pensate a cosa sarebbe potuto accadere se Rafa Nadal non fosse già matematicamente primo nel suo girone. Avrebbe affrontato l'amico Ferrer con la possibilità di scegliere se affrontare Federer o Djokovic. Puoi essere il più grande sportivo del mondo, ma fare calcoli è inevitabile. Invece è sicuro della prima posizione, ed è sicuro di affrontare Djokovic per la 46esima volta.


MAI ABBASSARE LA GUARDIA CON NOLE

Djokovic-Berdych non è stato un match memorabile. Dopo un rapido scambio di break, Nole ha preso il largo nell'ottavo game e si è preso set e qualificazione. Saliva anche 2-0 nel secondo, ma Berdych scioglieva il braccio e rimetteva in piedi la partita. Non c'erano sussulti fino al 5-5, quando l'undicesimo game era fatale al ceco, già con la testa alle agognate vacanze. Il bilancio tra i due si è assestato sul 21-2, che diventa 18-0 sui campi duri. Tra l'altro, è la quinta volta negli ultimi sei anni che si sono trovati al Masters…e ha sempre vinto Djokovic. Ma per il serbo è già tempo di pensare alla sfida con Nadal, un classico del tennis moderno. Quest'anno lo ha battuto tre volte su tre, compreso il successo nei quarti al Roland Garros. “Ci ho giocato tante volte, due o tre anche su questo campo – ha detto Nole – spero di essere in grado di competere al meglio, è quello di cui ho bisogno per affrontarlo”. L'impressione è che il giorno di riposo gli darà una mano e che le condizioni indoor (per quanto molto lente) gli siano comunque amiche. Oggi sembra un Nole in difficoltà, ma la storia recente ci ha insegnato che sa risorgere all'improvviso. Guai a dare troppo credito alle sue incertezze. Nadal lo sa, non lo farà. Ma potrebbe anche non bastare.

 

ATP WORLD TOUR FINALS – Gruppo Stan Smith

Novak Djokovic (SRB) b. Kei Nishikori (GIA) 6-1 6-1

Roger Federer (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 6-4 6-2

Kei Nishikori (GIA) b. Tomas Berdych (CZE) 7-5 3-6 6-3

Roger Federer (SUI) b. Novak Djokovic (SRB) 7-5 6-2

Roger Federer (SUI) b. Kei Nishikori (GIA) 7-5 4-6 6-4

Novak Djokovic (SRB) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 7-5