La Francia si presenterà a Genova con un team rimaneggiato: per la prima volta dal 2004, non ci sarà neanche uno tra i “moschettieri” Tsonga, Monfils, Gasquet e Simon. “La scelta è stata facile, tre di loro erano infortunati” dice Noah, che si schiera contro il nuovo format della Davis. “Cambio troppo radicale, si uccide l'anima e l'essenza della Davis”.

Yannick Noah è dotato di grande empatia. Spesso è riuscito a far rendere al 110% i tennisti che ha guidato in Coppa Davis: il prossimo weekend, nel catino di Valletta Cambiaso, sarà chiamato ad attingere a piene mani dai suoi super poteri, poiché la Francia – incredibile ma vero – partirà sfavorita contro L'Italia. Per la prima volta dal 2005, nessuno dei “Nuovi Moschettieri” farà parte del team. Negli ultimi tredici anni, almeno uno tra Tsonga, Monfils, Gasquet e Simon aveva risposto presente a una convocazione di Forget, Clement e poi dello stesso Noah. A Genova arriverà una Francia sperimentale, guidata da Lucas Pouille, rafforzata dai doppisti Herbert-Mahut e completata da due mezze incognite: Jeremy Chardy e Adrian Mannarino. “In realtà è stato semplice, perché Jo, Gael e Richard erano infortunati – ha detto Noah – se ci concentriamo sugli assenti, mancheranno i quattro giocatori che hanno guidato il team negli ultimi dieci anni. Possiamo dire che è una squadra diversa: Pouille è il migliore, Chardy gioca bene e ho bei ricordi della sua prestazione contro la Gran Bretagna”. Quando gli hanno chiesto se avesse effettuato altre scelte con tutti gli effettivi disponibili, ha sospirato. “A voir… “. Ma possibile che non ci fossero chance per convocare almeno uno dei moschettieri? “Un po' le circostanze, un po' l'età… hanno 31, 32 e 33 anni. A un certo punto, il ricambio sarà completato. Lucas è il numero 1 francese da diverso tempo, quest'anno punta a giocare bene negli Slam e continuare a scalare la classifica. La Davis fa parte dei suoi progetti e ha mantenuto le promesse. Quando il numero 1 è di parola, per un capitano è tutto più facile”.

“UCCIDONO L'ANIMA E L'ESSENZA DELLA DAVIS”
Le previsioni meteo per i prossimi giorni non sono dei migliori, tuttavia la trasferta è pianificata in ogni dettaglio: salvo sorprese, i francesi sbarcheranno a Genova venerdì sera, con una settimana d'anticipo. Capitan Yannick, che nel 1996 era il capitano di una Francia che rimontò da 0-2 a 3-2 contro l'Italia di Panatta, Gaudenzi e Furlan, ha speso due parole sugli azzurri. E sa benissimo chi è il giocatore più temibile: “L'Italia è pericolosa, ci sono giocatori che amano la Davis. Al primo turno, Fognini è stato incredibile e sarà desideroso di fare altrettanto davanti al suo pubblico. Gli italiani sono un pubblico molto partecipe, sarà una partita piena di passione”. Manca ancora un po', sembra chiaro che l'unico dubbio riguardi il secondo singolarista: meglio il ranking di Mannarino o lo stato di forma di Chardy? Oggi si farebbe preferire il secondo, ma in una settimana può cambiare tutto. A margine delle questioni tecniche, Noah ha parlato della possibile riforma della Coppa Davis. Il suo parere è simile a quello – decisamente contrario – di Lleyton Hewitt. “Non ho seguito molto, ma la decisione mi sembra troppo radicale, in questo modo si uccide l'anima e l'essenza della Coppa Davis. Secondo me hanno esagerato. L'ITF si è sentita costretta a cambiare perché alcuni giocatori hanno dimenticato la storia della Davis. Quando il nostro numero 1 dice che la Davis è una delle sue priorità, è qualcosa che salva e tutela il forma attuale. Ma se alcuni tennisti preferiscono le esibizioni o eventi più ricchi, è una loro scelta. Una volta McEnroe ha salvato la Davis quando non l'avevano giocata Connors e Borg. Si pensava che sarebbe morta, ma lui l'ha rilanciata. Certo, se Federer e Nadal non la giocano è tutto più complicato”. Quando gli hanno ricordato che Nadal sarà a Valencia per la sfida contro la Germania, ha sibilato: “Non è troppo tardi?”.