I soldi fanno la felicità? Sarebbe interessante domandarlo a Thomas Estrada e Juan Martin Del Potro. Il secondo lo conosciamo bene. E' uno dei tennisti più forti in circolazione, si è tolto tante soddisfazioni e ha intascato oltre 15 milioni di dollari di soli premi ufficiali. Estrada? Colombiano, coetaneo di Palito, è stato una giovane promessa. Da junior si sono affrontati: vinse Estrada, che fu anche suo compagno di doppio. Lo cerchi nel sito ATP e scopri che non è mai entrato tra i primi 1000. La sua storia è simile a quella di tanti ragazzi che sognavano di diventare campioni ma non hanno neanche potuto provarci. E così, a 22 anni, ha alzato bandiera bianca. “Nel 2010 la Colombia non ospitava tornei per accumulare punti ATP, ed era impossibile trovare sponsor. Gli unici a sovvenzionarmi erano i miei genitori: a un certo punto mi sono stufato di dipendere da loro e ho lasciato perdere”. Oggi lavora in Florida, presso l'agenzia Fortuna Bakery ad Orlando. E' felice. Ha trovato un modo per esserlo anche se anni fa lottava alla pari con Del Potro e con i colombiani che hanno tenuto duro: qualcuno ce l'ha fatta (Santiago Giraldo, Robert Farah), qualcun altro no (Franciesco Franco e Sebastian Gallego). Per Thomas fu una decisione dolorosa, ma ancor di più per il suo allenatore Fernando Roda: “Il suo ritiro mi colpì molto, aveva un talento impressionante. Era bravo sia tecnicamente che tatticamente. Sarebbe diventato un giocatore di statura mondiale”.
IL POLSO FA ANCORA MALE
Ma Estrada amava anche studiare. Ed è stato il percorso vincente: si è spostato negli Stati Uniti, dove si è laurato in Economia e Design. Adesso unisce i due mestieri, ma la passione per il tennis non lo ha abbandonato: ogni anno si reca allo Us Open, dove si ritrova con i vecchi amici: Giraldo, Falla e anche Del Potro. “E' dura vederli giocare e pensare che avrei potuto esserci anch'io. Ammetto che c'è un po' di nostalgia”. Circa una settimana fa gli è tornata voglia di giocare e ha ripreso una racchetta in mano: ha vinto 6-0 6-0 contro un buon giocatore, in un torneo nazionale colombiano. “Ok, mi mancava l'aria e dovevo idratarmi di continuo, ma è stato bellissimo”. Anche se giocava con una racchetta del 2010, la stessa che aveva nel giorno del ritiro. Da parte sua, Juan Martin Del Potro lo ha vinto sul serio, lo Us Open. Ma oggi, se dovesse incontrare il suo vecchio amico Estrada, gli darebbe una pacca sulla spalla (rigorosamente con la mano destra) e gli direbbe che lo invidia. La notizia: Palito ha ancora male al polso sinistro plurioperato. Dopo il ritorno da Miami e un paio di settimane senza tennis, ha ripreso ad allenarsi in questi giorni…ma il polso continua a fargli male. E così il futuro è di nuovo un'incognita. Anche la partecipazione al Roland Garros è in dubbio, poiché un match al meglio dei 5 set richiede una certa preparazione e diversi match sulle gambe. In questi giorni lo avevano invitato all'ATP 500 di Barcellona, ma ha declinato. Avrebbe voluto giocare l'ATP 250 dell'Estoril, ma non sarà in grado di esserci.
IL RIENTRO E' DI NUOVO UN MISTERO
Secondo la stampa argentina, anche il Masters 1000 di Madrid ha una wild card tutta per lui. Eppure Del Potro sarebbe indeciso sul da farsi. La terra battuta non è la superficie adatta per sforzare il suo fragile fisico. Basti pensare che sono passati due anni dalla sua ultima partita sul rosso, a Roma 2013 (quando perse da Benoit Paire). Ma anche allora aveva avuto problemi fisici che gli avevano fatto saltare qualche torneo: in altre parole, non gioca una stagione completa su terra dal 2012. Durante Miami disse che avrebbe giocato più tornei possibile, perchè “la partita è il miglior modo per allenarsi”. Oggi ha cambiato idea: non è più disposto a giocare a qualsiasi condizione. Adesso deve prendersi cura di un polso che si è nuovamente infiammato e gli fa male. In questi giorni continua ad effettuare sessioni di fisioterapia e viene da un periodo di preparazione atletica. Ha preso la racchetta in mano solo nelle ultime ore, quindi è difficile immaginarlo in campo a Madrid, Roma e Parigi. Se la condizione non dovesse migliorare, non è da escludere un ulteriore rinvio. Forse potrebbe saltare anche il match di Coppa Davis contro la Serbia. “Vorrei esserci, ma solo in condizioni accettabili. A maggior ragione se devo giocare contro Djokovic” disse dopo la sconfitta contro Vasek Pospisil a Miami, uno dei quattro match giocati nel 2015. Il dilemma di Del Potro va vanti. E nonostante i soldi in banca, in questi giorni avrà parecchia invidia per Thomas Estrada. Perchè no: i soldi non fanno la felicità.