BASILEA – Tripudio a casa Federer: il campione svizzero conquista per la settima volta il suo torneo, tornando a battere Rafael Nadal dopo sei sconfitte consecutive. Non basta nemmeno un passaggio a vuoto nel secondo set: Basilea può applaudirne il titolo n.88.È la Partita con la P maiuscola, quella nel capitolo conclusivo dell’ATP 500 di Basilea. Dopo quasi due anni di attesa, dagli Australian open 2014, si ritrovano di nuovo di fronte i due protagonisti indiscussi dell’ultimo decennio. Protagonisti arrivati, chi per un motivo chi per l'altro, forse agli ultimi afflati di gloria. Agli ultimi sussulti a grandissimi livelli. Roger Federer, a 34 anni suonati, giunto alla decima finale in stagione, e Rafael Nadal, che di finali ne ha collezionate sei, in un 2015 che è senza dubbio l'anno peggiore da quando è un protagonista del tour. L'anno peggiore, cui anonimato negli Slam e nei Masters 1000 non ha comunque tolto la voglia di riemergere, come dimostra un finale di stagione incoraggiante. È la partita tra il giocatore che ha mietuto tutti i record possibili (Grande Slam a parte) negli anni duemila. E quello che più ne ha “limitato” i successi. Ma oggi no. Per Roger è tutto perfetto: si ritrova dinanzi il pubblico di casa. Può regalare alla sua gente, sui campi che l'han visto iniziare a raccattar palline, un successo che va al di là del prestigio di un ATP 500. Chissà quando e come si incontreranno ancora. Chissà quando e come Federer potrà ancora dimostrare che sì, Rafa gli ha reso la vita spesso impossibile, ma questa è casa sua e qui comanda lui. La finale è spettacolare, avvincente. Sempre in bilico. Il prossimo numero due del mondo, da lunedì, la fa sua al termine di tre set dove nel bene e nel male è sempre lui a tesserne la trama. L'incontro inizia con Roger nervoso, che già al suo primo turno di battuta concede la palla break, complice un doppio fallo. Scampato il pericolo lo svizzero comincia a prendere fiducia. Attacca lo spagnolo su ogni prima. E al quinto gioco ottiene il break al terzo tentativo, con un dritto da far spellare le mani. Il basilese è ancora incerto al servizio. Rischia di far rientrare subito il maiorchino nel set. Ma la palla del controbreak è annullata, con un altro dritto da tramandare ai posteri. A questo punto, Roger non concede più nulla. E il primo set è messo in cascina. Il padrone di casa appare in totale sicurezza.
UN PAIO DI DELIZIE VALGONO IL BREAK DECISIVO
Nadal argina come può, si mantiene a galla con il servizio e il coraggio. Al sesto gioco annulla una sanguinosa palla break. I titoli di coda paiono tanto vicini quanto inevitabili. Invece no: Roger forse si distrae, forse sta già pensando le parole da recitare al pubblico. E sul 5-5, complice qualche errore di troppo, serve la possibilità allo spagnolo di ottenere il break. Rafa approfitta, come quasi sempre fatto in carriera, ad ogni occasione presentatagli. E pareggia quindi i conti, tra l'incredulità di un pubblico che già assaporava il tripudio al proprio campione. La sfida scorre sul filo del rasoio. Roger potrebbe cedere ai fantasmi, i fantasmi delle troppe sconfitte al cospetto del suo rivale. Ma ad avere le occasioni è sempre lui. Al terzo gioco, sfumata inesorabilmente. Al settimo, quando si esibisce in un paio di delizie e complice un paio di errori di un Rafa vicino ad esaurire le proprie forze, piazza il break decisivo. Tra l'estasi generale. Siamo allo scoccare delle due ore. Roger serve per il match. È a un passo dal suo 88imo titolo in carriera. Il primo match-point sfuma, complice una chiamata errata del giudice di linea. Il secondo lo concretizza con un altro servizio vincente. E può quindi alzare le braccia al cielo. I tifosi possono finalmente abbracciarlo. Per Federer è il settimo successo su dodici finali, l'undicesima vittoria contro il suo più grande e degno avversario. A tre anni e mezzo di distanza dall'ultima (Indian Wells 2012). Non ci sono molte parole da spendere, se non quelle di sincera stima tra i due, durante la premiazione. Si promettono di ricontrarsi. O forse è solo un auspicio. Potremmo essere agli ultimi capitoli della loro storia. E difficilmente se ne scriverà a breve un'altra così bella.
ATP 500 BASILEA – FINALE
Roger Federer (SUI) b. Rafael Nadal (ESP) 6-3 5-7 6-3
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