Barcellona consegna un nuovo protagonista del rosso: con il suo tennis tutto sostanza, Kei Nishikori si porta a ridosso dei top-10. Se il fisico regge, può fare paura ai migliori.

Di Cosimo Mongelli – 27 aprile 2014

 
La finale di Barcellona, nell'immediata vigilia, sembra destare più interesse riguardo le statistiche che per i nomi dei protagonisti. Tutti si aspettavano la solita passerella di Rafa Nadal, o magari il coronamento del sogno per David Ferrer. Invece ecco Kei Nishikori e Santiago Giraldo, antagonisti che nessuno avrebbe mai pronosticato. L’ultimo tennista non spagnolo a vincere questo torneo è stato Gaston Gaudio nel 2002, in finale contro Albert Costa. E bisogna risalire addirittura al 1996 per trovare una finale senza padroni di casa in campo, quando Thomas Muster superò Marcelo Rios in 4 set. Ma bando alle ciance e onore al merito a i due finalisti. Da una parte abbiamo il colombiano Santiago Giraldo, alla seconda finale in carriera dopo quella persa in Cile nel 2011 contro Tommy Robredo, unici due acuti in una carriera sostanzialmente anonima. Dall'altra il samurai Kei Nishikori, che si sta ritagliando un ruolo da protagonista nel circuito. Nonostante un fisico non sempre al top, il giapponese sta diventando un cliente fastidioso anche per i migliori, da tenere d'occhio anche in ottica Slam. Anche per questo, i favori del pronostico sono tutti per lui.

UN CLIENTE SCOMODO
Eppure per qualche istante sembra esserci una partita: Santiago si porta avanti subito di un break, 2 a 0. Ma, appunto, è solo un istante. Il colombiano non ci crede nemmeno un po', il giapponese non si lascia intimidire neanche un po’ e si assiste ad uno stillicidio. 8 game di fila per Kei, che gli fruttano il primo set e il vantaggio di un break pure nel secondo. Un paio di sussulti d'orgoglio non bastano al colombiano. Interrompe la striscia dell'avversario ma non ha le armi, la forza e il coraggio per rientrare in partita e cede il secondo set con il medesimo punteggio. 6-2 6-2 il risultato finale, secondo sigillo stagionale per Nishikori e top-10 sempre più vicina (e pensare che qualche anno fa è stato anche numero 11). Il giapponese non ha nulla di stupefacente nel suo gioco, non eccelle in nessun colpo ma sbaglia pochissimo, grazie anche alla sua flemma tipicamente orientale che lo rende estraneo ed impermeabile a qualsiasi situazione. Al netto degli infortuni potrebbe essere davvero un cliente molto scomodo. Vista anche la scarsa forma dei primi al mondo che, tra infortuni e vecchiaia, sembrano sempre più disposti a lasciar strada ad altri. Madrid sarà un ottimo banco di prova per l'allievo di Michael Chang.

ATP 500 BARCELLONA – FINALE
Kei Nishikori (GIA) b. Santiago Giraldo (COL) 6-2 6-2