E' ufficiale: Novak Djokovic vuole vincere il Roland Garros. Non era un segreto, per carità. Ma la notizia del forfait al Masters 1000 di Madrid è più che mai indicativa. Ad annunciare l'inatteso forfait è stato il quotidiano madrileno “Marca”. Una scelta ponderata, fatta in chiave Parigi. Una scelta con tante (ottime) ragioni. Proviamo a spiegarle: intanto Nole non ha punti da difendere al Masters 1000 madrileno. Lo scorso anno non giocò per un infortunio al polso e si presentò direttamente al Foro Italico, dove vinse il torneo. Più in generale, le sue ultime apparizioni a Madrid non sono state così felici. Nole si è imposto solo una volta, nel suo magico 2011, quando battè in finale Nadal. La sua partita più famosa alla Caja Magica, tuttavia, resta la sconfitta con Nadal nella semifinale del 2009. Oltre quattro ore di battaglia chiuse a favore dello spagnolo, all'epoca ancora inavvicinabile sulla terra battuta. Ma c'erano già i germogli del nuovo Nole. Le ultime due apparizioni del serbo sono da dimenticare: nel 2012, anno della terra blu, affogò tra una scivolata e l'altra e cedette a Tipsarevic, spiegando che non sarebbe mai più tornato a Madrid se i campi non fossero tornati rossi. L'hanno accontentato, ma un paio d'anni fa si arrese a Dimitrov in un match che sembrava poter consacrare il bulgaro. Non è andata così, ma nel frattempo Nole non è più tornato in Spagna.
NIENTE PENALITA'
Tra l'altro, l'assenza a Madrid non gli comporterà danni in classifica. Non deve difendere punti e non va nemmeno incontro a penalità e/o multe per il fatto che i Masters 1000 sono tornei obbligatori. Il regolamento 1.08 del Rulebook ATP, infatti, specifica alcune limitazioni all'obbligatorietà. Un giocatore può saltare un Masters 1000 se possiede almeno uno di questi tre requisiti:
Aver giocato almeno 600 match ATP prima dell'anno in corso
Essere professionista da almeno 12 anni
Aver compiuto 31 anni entro il 31 dicembre dell'anno precedente.
Djokovic rispetta due requisiti su tre: è professionista dal 2003, quindi è giunto alla tredicesiona stagione nel tour, e ha iniziato il 2015 con ben 744 incontri ATP nelle gambe. Per inciso, se un giocatore possiede tutti i tre requisiti è completamente esentato dall'obbligo di giocare i Masters 1000. Una condizione in cui si trovano Roger Federer e Tommy Haas. Djokovic ci arriverà nel 2018, ma oggi non è importante. Ciò che conta è che può saltare un Masters 1000 e ha scelto Madrid. Con le sue condizioni di (relativa) altitudine, alla Caja Magica le condizioni sono ben diverse dal Roland Garros. Al contrario, Roma offre condizioni più adatte per preparare Parigi. Certo, al Foro Italico ci sono le sessioni serali (a Nole ne toccherà di sicuro una, forse due), ma nel complesso è un test più indicativo. Inoltre potrà mettere benzina in corpo per presentarsi tirato a lucido nell'unico Slam che gli manca. Ad oggi, soltanto sei giocatori hanno completato il “Career Grand Slam”, ovvero vincere tutti i quattro Major, anche se in anni diversi: Don Budge, Fred Perry, Rod Laver, Roy Emerson, Andre Agassi, Roger Federer e Rafael Nadal. Per il serbo, sempre attento agli aspetti storici, sarebbe un passo decisivo verso l'immortalità. A dare un senso alla sua decisione c'è il fatto che non rischia nulla in classifica. Federer, suo diretto inseguitore, è lontano di ben 5.460 punti, per non parlare di Andy Murray (7.785) e addirittura Rafa Nadal, distante ben 8.455 lunghezze ma che dovrà difendere una montagna di punti da qui al Roland Garros. Alla Caja Magica, la prima testa di serie sarà Roger Federer.
UN VANTAGGIO PER ROMA
L'assenza di Djokovic a Madrid è – di riflesso – una buona notizia per Roma. Salvo miracoli, al Foro Italico non ci sarà Roger Federer e sarebbe un brutto colpo, non tanto per il prestigio del torneo, quanto perchè nell'eterna lotta con Madrid per l'ipotetico ruolo di “Mini Slam” (di cui si dovrebbe decidere tra qualche anno), tutti i fattori saranno importanti. Ovviamente, anche il campo di partecipazione. Per questo l'assenza di Djokovic in Spagna farà gioco al Foro Italico, che invece avrà ai nastri di partenza il numero 1 del mondo. Ma ciò che conta, per Djokovic, è intascare questo benedetto Roland Garros. Quest'anno sembrano esserci premesse tutte nuove.