Il recente campione del Bonfiglio e del Roland Garros ha scelto di dedicarsi all'attività professionistica. Nato in Australia da genitori russi, si è spostato prima a Dubai e poi in Spagna, per imparare a giocare sulla terra battuta. A giudicare dai risultati junior, lo ha fatto molto bene. E Mouratoglou punta forte su di lui.

Tre tornei possono bastare. Il 6 maggio, Alexei Popyrin vinceva a Casablanca. Il 28 si imponeva al Tennis Club Milano, aggiudicandosi il Trofeo Bonfiglio. Come se non bastasse, il 10 giugno ha conquistato anche il Roland Garros Junior. 17 vittorie consecutive che lo hanno portato al numero 2 del ranking ITF riservato agli Under 18. Per lui, che compirà 18 anni il prossimo 5 agosto, può bastare così. Con un Felix Auger Aliassime che ha un anno meno di lui e già vince i tornei Challenger (i due si sono affrontati allo Us Open Junior, vedi il video qui sotto), è giunto il momento di misurarsi con il tennis vero. Quello dove gli atleti sono già formati e non regalano nulla. E' un cittadino del mondo, il ragazzo nato a Sydney nel 1999. Papà Alex e mamma Elena sono russi, emigrati in Australia dopo lo smantellamento dell'Unione Sovietica. Quando aveva sette anni si sono spostati a Dubai, poi hanno ripiegato sulla Spagna. Sono andati a vivere ad Alicante, nota per aver dato i natali al “bidone” Carlos Boluda Purkiss, colui che doveva essere “il nuovo Nadal”. Adesso è la città dove vive un altro baby fenomeno australiano, Alex De Minaur. “Fino a un paio d'anni fa siamo stati quasi vicini di casa – racconta Alexei – abitavamo a una ventina di minuti di distanza. Poi io mi sono spostato a Marbella, adesso siamo separati da 3-4 ore di auto”. Nel suo percorso tra Milano e Parigi non ha dovuto affrontare l'amico, poiché De Minaur è già concentrato sul tennis dei grandi. Però ha sfidato Nicolas Kuhn, spagnolo che risiede (pure lui!) ad Alicante, anche se non è esattamente un iberico purosangue (è di origine tedesca). Un curioso incrocio di razze.

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ILLUSTRI PREDECESSORI
Su di lui ha punto Patrick Mouratoglou. Il coach francese, “libero” da impegni a causa dell'imminente maternità di Serena Willams, ha più tempo per visionare i talenti che transitano nella sua accademia e gli ha predetto un futuro importante. Popyrin non vede l'ora di misurarsi con la pressione che arriverà dopo i recenti successi. Dopo la vittoria a Parigi, sul display del suo telefonino sono comparsi i complimenti di Lleyton Hewitt e Jason Stoltenberg, pezzi grossi di Tennis Australia. Nonostante le origini e la residenza, Popyrin non ha nessun dubbio sul paese da rappresentare. Anzi, vorrebbe esordire quanto prima in Coppa Davis, magari come riserva nella semifinale che i canguri giocheranno in settembre contro il Belgio. “Sto valutando se giocare Wimbledon, ma credo che il Roland Garros resterà il mio ultimo torneo junior” diceva a Parigi. Adesso conferma la decisione. “Mi dedicherò ai tornei Futures e ai Challenger. Per ora soprattutto ai Futures per ragioni di classifica”. Già, perché deve ancora fare l'ingresso tra i primi 1.000 ATP, anche se il contratto siglato con IMG dovrebbe garantirgli un buon numero di wild card in tornei più importanti. I sogni sono quelli “giusti”. “Voglio lavorare, migliorare, vincere uno Slam 'vero', la Coppa Davis e diventare numero 1 del mondo”. I precedenti gli sorridono: prima di lui, soltanto quattro australiani avevano vinto il Roland Garros Junior: John Newcombe, Ken Rosewall e Roy Emerson e Phil Dent (l'ultimo, nel 1968) Chi più, chi meno, tutti hanno sfondato. Popyrin sembra avere la testa sulle spalle: dopo il successo a Parigi si è recato a Nizza, recuperando la macchina dall'accademia di Mouratoglou, poi si è fatto un paio di giorni d'auto fino a Marbella. Parla un ottimo spagnolo, capisce il russo ma lo slang australiano é ancora pronunciato.

IL PARERE DI MOU
La popolarità è arrivata, ma adesso dovrà associarla ai risultati. Per adesso non è mai andato oltre i quarti in un torneo Futures (lo scorso settembre a Claremont, negli Stati Uniti). Alexei è consapevole della durezza del percorso, tanto da non essersi preso neanche un giorno di riposo dopo il successo a Parigi, forse caricato dalle parole di Mouratoglou. “Ha un enorme potenziale – dice Mou – lo sapevo già, ma non l'avevo mai visto in partita. Adesso ne sono ancora più convinto. Il Roland Garros è il torneo junior più difficile: vincerlo, significa avere grandi chance”. Rendendolo felice, lo ha paragonato al suo idolo Juan Martin Del Potro. “In effetti hanno lo stesso tipo di qualità”. Popyrin ha anche un feroce desiderio di arrivare, crescere e migliorare. Ha scelto di andare in Spagna per darsi la possibilità di crescere sulla terra battuta, laddove aveva avuto un esordio traumatico. A 10 anni, giocò un torneo giovanile in Croazia e perse da un ragazzino spagnolo, ovviamente cresciuto sulla terra. Fece due conti e, resosi conto che in Australia non c'erano campi in terra (anche se Tennis Australia è poi corsa ai ripari e ne ha costruiti parecchi), si è trasferito ad Alicante. Oggi sta a Marbella, ma il principio è lo stesso. E per gli allenamenti fa base a Sophia Antipolis, dove gli è capitato di allenarsi con Djokovic, Goffin e Thiem. “Con Dominic ero distrutto dopo mezz'ora di palleggio. Devo crescere tanto sul piano fisico”. Per riuscirci, non poteva scegliere un percorso migliore.