Vittima di cyberbullismo, che l'aveva spinta fino alla depressione e al ritiro, Rebecca Marino torna a giocare dopo quasi cinque anni. Nel frattempo ha studiato e si è dedicata al canottaggio. Il tennis sembrava un capitolo chiuso: “Ho deciso un paio di mesi fa, mi alleno da inizio settembre”. 27 anni a dicembre, ripartirà dal circuito ITF.

Chi l'avrebbe mai detto. A quasi cinque anni dal ritiro, e a 18 mesi dall'ultima intervista, Rebecca Marino rientra nel tour. Ma quello della canadese, lontane origini siciliane (il nonno paterno era di Caltanissetta), non è un ritorno come gli altri. Non c'è di mezzo un infortunio, il doping, un calo di motivazioni. C'è qualcosa di ben più profondo, che l'aveva fatta cadere in depressione fino a spingerla a dire basta, pochi giorno dopo un'intervista al New York Times in cui aveva confessato il suo dramma: era vittima di cyberbullismo. Gli insulti sul web non le scivolavano addosso, ma ne avevano sgretolato la fragile autostima. Era scomparsa dai radar, aveva ripreso a studiare, era persino entrata nel team di canottaggio della sua università, peraltro con buoni risultati. Ma la passione per il tennis, evidentemente, è stata più forte della paura di fronteggiare di nuovo gli haters. A dare l'annuncio è stata Tennis Canada, che cinque anni fa ne aveva tutelato la privacy quando si prese il primo periodo di stop. Il rientro avverrà la prossima settimana, al torneo ITF di Saguenay, nel Quebec. Numero 38 WTA nel 2011, oggi riparte da zero. Ma i numeri non contano, forse neanche le vittorie. Rebecca (che compirà 27 anni il prossimo 16 dicembre) deve vincere la sfida contro se stessa, contro i demoni che aleggiano nella sua mente. “Sono entusiasta di tornare e giocare in Canada, soprattutto in tornei a cui ho partecipato diverse volte – ha fatto sapere tramite un comunicato, rigorosamente filtrato dalla federazione – ho preso la decisione un paio di mesi fa e ho ripreso ad allenarmi nella prima settimana di settembre. È stato un programma di allenamento abbastanza breve, ma lo sto facendo perché mi piace. Per adesso non ho nessun obiettivo di classifica e di risultati, voglio soltanto godermi il processo e raggiungere una situazione diversa rispetto a quella di prima: voglio essere felice di trovarmi sul campo e di competere. È tutto ciò che conta”.

OFFESE VIA INTERNET
Durante il (lungo) stop ha studiato letteratura inglese presso l'Università della British Columbia e ha gareggiato nel team di canottaggio. Di lei si ricorda soprattutto un gran match allo Us Open 2010, contro Venus Williams. Dopo una laboriosa vittoria per 7-6 6-3, Venus disse di aver capito per la prima volta cosa significa giocare contro se stessa. “Questa ragazza ha un gran futuro” sentenziò, parlando della Marino. Nel 2010 vinse tre tornei di fila, poi l'anno dopo colse il terzo turno al Roland Garros e la finale al WTA di Memphis. Ma i guai erano dietro l'angolo: curiosa per natura, spesso navigava su internet per cercare commenti e opinioni su di sé. Ben presto, dopo qualche sconfitta, iniziarono ad arrivare i primi messaggi di insulti. Da lì, il passaggio a un crudo “devi morire” fu piuttosto breve. E lei, ragazza sensibile, occhi azzurri e voce flautata, è caduta in una pericolosa depressione. Tempo dopo, l'hanno invitata a un convegno per raccontare la sua storia. Era irriconoscibile, con almeno una ventina di chili di troppo. Grazie agli studi e al canottaggio ha ritrovato la sua identità. Più che gioia, nei suoi occhi c'era serenità. Credeva che la sua storia col tennis fosse terminata, ma evidentemente c'era qualcosa di irrisolto. “Sono molto felice che Rebecca torni a giocare – ha detto Sylvain Bruneau, capitano di Fed Cup – lo sta facendo per se stessa, ed è la notizia più importante. Il tennis le mancava e voleva sperimentare un finale diverso rispetto a quello di cinque anni fa. Negli ultimi anni ha percorso una lunga strada: questa evoluzione le permetterà di affrontare in modo diverso l'esperienza nel tennis professionistico”.

NUOVE PRIORITÀ
Dopo Saguenay, giocherà un altro torneo ITF, stavolta a Toronto. Entrambi gli eventi mettono in palio un montepremi di 60.000 dollari. Ma non sono certo i soldi la ragione del suo rientro: Rebecca non vuole darla vinta a chi le aveva rovinato la vita, magari senza neanche accorgersene. Un anno e mezzo fa, mentre raccontava alla stampa canadese la sua esperienza all'università, disse di essere contenta di come le era andata nel tennis. “Non ho nessun motivo di domandarmi dove sarei arrivata se avessi fatto questo e quest'altro. Adesso faccio quello che amo e non lo cambierei mai”. Forse mentiva, o forse non aveva ben chiare le sue priorità. A tempo perso, faceva la maestra con qualche ragazzino. I più scafati si accorsero di una sua foto su una parete dell'Università. Splendeva nel circuito WTA, giovane e rampante. Loro si esaltavano e le davano più ascolto. Lei, evidentemente, l'ha riguardata e ha trovato la giusta ispirazione.