La disinvoltura con cui Jannik ha confermato il successo in Australia potrebbe far credere che sia stato facile. Niente di più fuoriviante. Sinner ne è consapevole e questa è una delle sue tante forze
Ci sono momenti clou che la dicono lunga sull’andazzo generale del match.
Tale è stato il frangente rocambolesco sul 6/3 5/6 portato a casa da Jannik Sinner con un passante di rovescio messo a segno dopo due volée incisive di Zverev. In quello scambio c’è tutta la narrazione di un tennista che sa agire per intuito muovendosi, uno scambio per l’altro, secondo un pensiero tattico superiore alla media.
Qualcosa che spinge noi del Vecchio Stivale a menare vanto per i natali dati a un atleta che non finisce di stupire per le sue qualità tecniche, fisiche e mentali. Avesse visto luce un po’ più su di San Candido, la terra del Kaiser l’avrebbe fatto suo e noi avremmo scritto tutta un’altra storia. Il fato ha voluto così e tocca a noi godere della sua immagine vincente che, in quanto preziosa, merita di essere gestita al riparo da facili euforie. Tale infatti è la padronanza del campione del mondo di sortire vincente dal ginepraio dei tornei slam, che tutto potrebbe apparire facile lí dove facile non è.
Così come fuorviante potrebbe essere la disinvoltura con cui l’italico trionfatore ha smarrito la miseria di due soli set nel cammino verso il suo secondo titolo in terra d’Australia.
Un capolavoro costato invece dura fatica. Un trionfo maturato superando condizioni fisiche non eccellenti nonché risolvendo quattro tie break delicati e mettendo a segno una sessantina di ace tra sporchi e puliti. Nulla di così scontato, dunque, da far pensare a una vittoria di questa portata come a qualcosa di agevole replica. Al contrario, ogni volta è da costruire formichella formichella con quell’umiltà che all’atesino non fa certo difetto.
Sognare tuttavia non ha costi e dunque perché non farlo? Solo per dire che il torneo di Melbourne non concede soltanto il lauto riconoscimento in denaro ma investe il vincitore dell’unica candidatura a un possibile Grande Slam. E allora, non so voi, ma per quel che mi riguarda mi butto in branda e ne riparliamo a fine maggio.