L'americana si gioca il main draw contro la nostra Sara Errani. Chi vince intascherà 35.000 euro, cifra che può essere importante per la sopravvivenza agonistica. La Gibbs racconta l'enorme disparità di trattamento tra chi è ammesso in tabellone e chi è costretto alle “quali”. Sapevate come funziona l'ospitalità? E dove bisogna alloggiare per avere il diritto alla transportation?

35.000 euro. E' il valore del match di oggi tra Sara Errani e Nicole Gibbs, ultimo turno di qualificazione del Roland Garros 2017. Hai voglia a dire che c'è in palio un posto nel main draw: tutto vero, ma il bonifico annesso può essere ancora più importante. Lo sa bene Sara Errani: oggi non ha più pensieri, dall'alto di quasi 13 milioni di soli premi ufficiali. Ma Sara sa bene come si vive nelle retrovie: qualche anno fa, prima dello straordinario boom del 2012, ammise che – nonostante fosse ormai top-100 fissa – non aveva ancora raggiunto il break-even tra spese e incassi. E' l'attuale situazione della sua avversaria, la 24enne di Cincinnati, ex studentessa a Stanford. La Gibbs è un tipo spigliato, ama comunicare, dire la sua. Un po' come CoCo Vandeweghe, ma in modo più raffinato. Qualche giorno fa, utilizzando il suo spazio sul sito di Tennis Channel, ha svelato le difficoltà quotidiane di chi gioca a tennis per lavoro. Attenzione: non stiamo parlando di chi prova a sbarcare il lunario nei tornei più piccoli. Nicole è stata numero 68 WTA meno di un anno fa e in gennaio ha raggiunto il terzo turno all'Australian Open. “Molti non si rendono conto che nel tennis, a differenza degli sport di squadra, i giocatori sono responsabili di tutto: viaggi, allenamenti, spese varie – dice la Gibbs – se è vero che i tornei di un certo calibro offrono una serie di vantaggi, la maggioranza dei costi sono di esclusiva responsabilità del giocatore. Nel mio caso, potrei stimare che la mia spesa annuale supera i 200.000 dollari, nonostante i continui sforzi per tagliare qua e là. Insomma, non preoccupatevi se non mi vedete viaggiare per un po'!”.

L'APPARTAMENTO TROVATO SU AIRBNB
Come è possibile spendere così tanti soldi per giocare a tennis? La Gibbs fornisce un quadro fedele ed esaustivo. Ad esempio, soltanto gli Slam e i tornei WTA offrono ospitalità alle giocatrici . Nei tornei ITF bisogna pagare i pernottamenti, salvo l'occasionale servizio di housing, in cui la giocatrice può soggiornare gratuitamente nella casa di un estraneo. Grazie a questo sistema, Tennys Sandgren ha potuto giocare alcuni Challenger ad aprile e conquistare la wild card per il Roland Garros. “Nessuno si trova a suo agio con questo sistema, ma è l'unico modo per fare fronte ai tornei con un basso montepremi” dice la Gibbs. Salendo di categoria, i tornei WTA offrono due notti per chi partecipa alle qualificazioni, più un extra per ogni giorno in cui si resta in gara. Al contrario, chi entra nel paradiso del main draw ha ben cinque notti garantite. La Gibbs non gradisce che le più forti abbiano avuto un incremento (in passato, le notti erano quattro), mentre per chi gioca le qualificazioni è rimasto tutto invariato. Anche in super-eventi come Indian Wells e Miami, gli sforzi degli organizzatori sono tutti per i big, che hanno la bellezza di dieci notti pagate. Chi gioca le qualificazioni si deve accontentare delle solite due. Funziona diversamente negli Slam, dove viene offerto un contributo quotidiano: in quel modo, si può scegliere dove soggiornare. “Al Roland Garros ti danno 180 euro per ogni giorno di competizione, più altri due extra – racconta la Gibbs, che in caso di successo contro la Errani centrerebbe il 13esimo main draw Slam, l'undicesimo di fila – mentre per il main draw la cifra sale a 300 euro più tre ulteriori giorni. Il problema è che molte giocatrici arrivano in loco almeno due giorni prima e hanno bisogno di stanze extra per allenatori, fisioterapisti e accompagnatori, i profitti evaporano rapidamente. E mi sto limitando agli hotel”.

NIENTE TRANSPORTATION
La Gibbs si domanda come sia possibile che gli aiuti vadano soprattutto a chi ha già risorse a sufficienza. In effetti, un Djokovic non ha certo problemi a pagare una, due, tre stanze in più. E lo stesso (più o meno…) vale per tutti i top players. Per la Gibbs, invece, è un incubo quotidiano. In questi giorni ha dormito in un appartamento con tre camere da letto, trovato su AirBNB, al costo di 200 dollari a notte. Tuttavia, l'organizzazione non gli ha garantito la transportation perché si trova troppo lontano dal Bois de Boulogne (10,5 chilometri, mentre il limite è di 7). “Chi gioca le qualificazioni è troppo svantaggiato – sospira l'americana – e deve sacrificare la comodità per la convenienza. Molti appassionati sanno che il tennis è uno sport molto costoso, con notevoli barriere finanziarie, tuttavia non si rendono conto che i vincoli finanziari possono condizionare anche chi si trova tra i top-200. Apprezzo gli sforzi per aumentare i prize money dei tornei WTA e ITF, ma credo che la parità di trattamento tra giocatrici del main draw e delle qualificazioni dovrebbe diventare una priorità”. A chiudere il suo ragionamento, la Gibbs sostiene che gli investimenti di un torneo non dovrebbero essere rivolti ai vincitori (che peraltro intascano milioni di dollari), bensì a coprire i costi di viaggio per tutti gli atleti, un po' come fanno gli australiani, offrendo un contributo di 2.500 dollari. Difficile darle torto, ma le leggi del business suggeriscono altro. Dunque, i 35.000 euro in palio stamattina assumono un valore enorme per l'americana. Forse, la stessa sopravvivenza della sua stagione agonistica.