– Set al meglio dei 4 game: l'eventuale tie-break si giocherà sul 3-3.
– No-Advantage: sul 40-40, si giocherà un punto decisivo. Il ribattitore deciderà da quale parte rispondere.
– Partite al meglio dei cinque set, in modo da mantenere inalterato il numero di game per vincere una partita (12). Il format di punteggio è stato pensato per aumentare i momenti importanti nel corso di una partita.
– Riscaldamento più breve: il match inizierà esattamente 5 minuti dopo l'ingresso del secondo giocatore.
– Shot Clock. Ci sarà un orologio a bordocampo per far rispettare i tempi: in primis, i 25 secondi tra un tempo e l'altro. E poi, le pause tra un set e l'altro, il rispetto dei medical time out e i 5 minuti di riscaldamento.
– No Let. Se un servizio toccherà il nastro, la palla resterà in gioco. La norma è già stata sperimentata qualche anno fa nei tornei Challenger.
– Medical Time Out. Ogni giocatore, potrà chiedere soltanto una volta l'intervento del trainer.
– Coaching. Come nel circuito WTA, sarà possibile far comunicare giocatori e allenatori. Il tutto a uso e beneficio della fruizione televisiva. Tuttavia, gli allenatori non potranno scendere in campo. La comunicazione, dunque, avverrà con l'ausilio della tecnologia. E' previsto l'ausilio di una traduzione simultanea se la comunicazione dovesse avvenire in lingue non troppo conosciute.
Chris Kermode si fa apprezzare. Pur essendo presidente e amministratore delegato ATP, non abusa del ruolo. Anzi, sembra molto attento al concetto di collegialità. Ha ribadito almeno tre volte che le novità sono “sperimentali” e saranno introdotte nel tour soltanto se funzioneranno. E per stabilire se hanno funzionato, l'ATP si confronterà con i cinque “stakeholders” del tour: pubblico, sponsor, media, giocatori e organizzatori. Solo allora capiremo se il tennis abbatterà le tradizioni ed entrerà in una nuova epoca. All'evento, ben riuscito grazie alla perfetta opera di traduzione simultanea di Dario Castaldo, Kermode ha espresso altre idee interessanti, anche se non si è sbilanciato sul futuro dei tornei Masters 1000, in particolare del dualismo tra Madrid e Roma. “Mi appello al Quinto Emendamento – ha scherzato Kermode – di solito non mi sottraggo mai alle domande, ma in questo momento lo devo fare, anche perché non ho elementi per dare una risposta”. Se le modifiche regolamentari dovessero avere successo, la sensazione è che entreranno in vigore tra 5-7 anni. “Abbiamo grande rispetto per la storia di questo sport e verso chi ha un'opinione più tradizionalista. Vogliamo che gli eventuali cambiamenti siano largamente condivisi”. Ci sarà tempo per valutare il merito delle novità. Per ora l'iniziativa è promossa, se non altro per il modo – delicato e rispettoso – con cui è stata posta.
LA DAVIS A TORINO – L'indiscrezione giornalistica risale a qualche settimana fa: l'Italia è interessata a ospitare le fasi finali di Coppa Davis e Fed Cup. La sede prescelta sarebbe il Pala Alpitour di Torino, che nella configurazione proposta arriverebbe a ospitare 12.500 spettatori. Per la prima volta, il presidente FIT Angelo Binaghi si è espresso pubblicamente sulla questione. Il suo intervento è sembrato un messaggio a Chiara Appendino, sindaco di Torino. Binaghi ha informato che FIT e CONI sono pronti a formalizzare la candidatura italiana, ma affinché si possa partecipare alla gara è necessaria una lettera del proprietario dell'impianto. Per questo, è stata inviata una lettera in modo da ottenere la documentazione necessaria per partecipare al bando. Tra l'altro, mancano pochissimi giorni alla scadenza. Tutte le decisioni sulla nuova Davis (e Fed Cup) arriveranno al General Meeting annuale dell'ITF, in programma ai primi di agosto in Vietnam.
DANIELE BRACCIALI AL FORO – Su Viale delle Olimpiadi c'era anche Daniele Bracciali. Dieci anni fa sfidava Rafa Nadal sul Centrale, stavolta è stato costretto a comprarsi il biglietto. Mantiene ancora una una certa popolarità, perché i bambini che lo hanno riconosciuto gli hanno chiesto di firmare palline giganti e fogli di carta, ma “Braccio” non era troppo contento della situazione: non tanto per l'essere entrato col biglietto, bensì perché l'ATP gli sta troncando l'ultima parte di carriera con una sospensione provvisoria. In due parole, il regolamento ATP consente di sospendere un giocatore se ha in corso un procedimento con la giustizia ordinaria. Il problema è che in Italia i processi durano parecchio, e anzi è probabile che a Cremona sopraggiunga la prescrizione. Il problema è che tale regolamento è discrezionale: si può decidere se applicarlo o meno. Con Bracciali hanno adottato la linea dura, ma che succederà se dovesse essere assolto? Chi gli restituirà l'eterna inattività (che ormai dura da due anni e mezzo)? E perché la Tennis Integrity Unit non lo processa? Bracciali, tra l'altro, ha ricevuto il semaforo verde per fare attività ITF: ma se i Futures non rientrano nella sua programmazione, diventa difficile trovare un compagno per giocare gli Slam. Lui prosegue nella sua battaglia, sia pure nell'indifferenza generale dei media. Che, in questo caso, non gli è amica. Al Foro Italico c'è anche Potito Starace, impegnato in un torneo di paddle.
LA GIORNATA NERA DI MASHA – Non poteva andare peggio la giornata di Maria Sharapova. In giornata, è arrivata la notizia della mancata wild card del Roland Garros. Si pensava che i francesi le concedessero almeno un invito per le qualificazioni. Invece la FFT ha optato per la massima severità. “Le wild card si possono dare a chi rientra da un infortunio, ma non a chi torna da una squalifica” fanno sapere da Parigi. In serata, si è pure infortunata alla coscia sinistra e si è ritirata durante il match contro Mirjana Lucic. Era salita 1-0 e servizio nel terzo e sembrava poter ripetere, in fotocopia, il match di Madrid. Poi si è fatta male, è uscita dal campo e al rientro era visibilmente menomata. Picchiando a occhi chiusi è salita 2-0, addirittura con palla del 3-0, ma quando ha perso il game ha alzato bandiera bianca. L'infortunio è arrivato al momento “giusto”, così magari potrà dire che non sarebbe ugualmente andata a Parigi. Non ha fatto una bella figura, poiché non si è presentata in conferenza stampa, limitandosi a lasciare un freddo comunicato stampa. Non troppo gentile nei confronti di un torneo che l'ha invitata nonostante le polemiche, e che peraltro aveva in parte bidonato nel 2014, quando si ritirò prima della semifinale contro Sara Errani. Non è intelligente rivangare la mancata wild card alla Schiavone, ma è un dato di fatto che – al martedì sera – le tre wild card siano tutte fuori.
IN ARRIVO L'EREDE DI SEPPI? – L'eliminazione di Andreas Seppi ha ridotto la presenza a Roma di Stefan Peer, simpatico e brillante inviato di “Dolomiten”, principale organo d'informazione dell'Alto Adige. “Andreas ha perso la voglia di giocare, soprattutto sulla terra battuta – dice Peer – fa sempre le stesse cose, si prepara con la medesima professionalità, ma poi perde sempre…la speranza è che gli torni voglia di fare, magari con la stagione su erba”. Tuttavia, pare che Peer avrà ancora modo di viaggiare al seguito di un tennista. “Si dice un gran bene di Yannik Sinner. Sta facendo ottimi risultati nei tornei junior, compirà 16 anni ad agosto. Speriamo bene”. Il ragazzo, rosso di capelli, si allena a Bordighera, proprio come il suo predecessore. Chissà che l'Alto Adige non continui ad essere una regione di rifermento anche nei prossimi anni.