Adesso è ufficiale, anche se con qualche novità rispetto alle indiscrezioni delle ultime settimane. Dal 7 all’11 novembre 2017, Milano ospiterà le Next Gen ATP Finals, nome istituzionale per il Masters ATP riservato agli Under 21. La formula sarà molto simile a quella delle ATP World Tour Finals, e identica a quella delle ATP Challenger Finals, cancellate quest’anno: in campo i migliori sette giocatori dai 21 anni in giù (per la prima edizione, dunque, i nati dal 1 gennaio 1996 in poi) secondo il Ranking ATP, che istituirà una vera e propria “Race to Milan”. In più, una wild card le cui modalità andranno stabilite. La speranza di Sergio Palmieri, che era alla conferenza stampa londinese al fianco di Chris Kermode (c’erano anche Frances Tiafoe, potenziale partecipante, nonché Stefan Edberg), è di assegnarla a un tennista italiano, magari al termine di un torneo di prequalificazione. C’è da augurarselo, vuoi perché sarebbe uno strumento per attirare più pubblico, vuoi perché anche alle Challenger Finals veniva sempre invitato un tennista locale (nello specifico, brasiliano). L’evento si snoderà su cinque giorni: quattro match al giorno da martedì a giovedì più semifinali al venerdì e finale al sabato. La scelta della finale anticipata è ovvia: domenica iniziano le ATP World Tour Finals di Londra, e ovviamente si è scelto di evitare contrapposizioni. Al di là della grande soddisfazione del Presidente FIT Angelo Binaghi (“La scelta ATP sposa in pieno la filosofia della nostra Federazione: rivolgersi in primo luogo ai giovani e ai giovanissimi, a coloro che già oggi si appassionano per i campioni che in un futuro ormai prossimo diventeranno i primi protagonisti del circus. Una scelta di campo con la quale l’ATP ha dimostrato la sua lungimiranza”), vediamo quali sono i tre aspetti più interessanti emersi dalla conferenza.
Era il punto più problematico: la sede preferita era il Palalido, ancora in fase di ristrutturazione ma soggetto a continui ritardi. Quando sarà completato, potrebbe subentrare. Si era ipotizzato il Forum di Assago, che però ha due problemi: non è più così moderno (ormai è stato inaugurato 30 anni fa) e ha una capienza eccessiva per il potenziale appeal dell’evento. E allora si andrà a Rho, in uno dei padiglioni dell’immenso impianto fieristico alle porte della città. A margine della sua elezione come presidente del Comitato Regionale Lombardo, Sergio Palmieri lo aveva menzionato come possibile sede, pur sottolineando che “Rho non è Milano e l’ATP non sarebbe d’accordo”. Alla fine si andrà proprio lì, anche perché i collegamenti con la città sono moderni ed efficaci. Ci si arriva con la metropolitana, e tanto basta per non scoraggiare chi viene da fuori (ok, ci vuole il biglietto extra-urbano, ma quello serve anche per Assago).
Tanti soldi e zero punti in palio Scelta curiosa, che Kermode ha giustificato così: a suo dire, i giovani tennisti hanno più bisogno di denaro che di punti, dunque le grosse cifre in palio (il montepremi complessivo sarà da 1.250.000 dollari, più o meno come un ricco ATP 250) sono uno dei sistemi che l’ATP utilizzerà per sostenere le giovani stelle. Contraddizione sulla faccenda dei punti ATP: sarà la classifica a stabilire il campo di partecipazione, ma il torneo in sé non influirà in alcun modo sui ranking. Detto che i ragazzi giocheranno per vincere (e la partecipazione sarà obbligatoria), l’assenza di punti-ranking potrebbe generare il rischio di una grande esibizione, anche perché…
…L’evento sarà l’occasione per testare alcune novità regolamentari, più adatte alle TV (come recita il video promozionale ATP). Molti si domandano già quali saranno. Noi possiamo fare un’ipotesi: la scorsa settimana, l’Associazione Giocatori ha invitato un paio di Next Generation a Londra, utilizzandoli come sparring partner per i primi otto: Stefanos Tsitsipas e Ulises Blanch. Tuttavia, i due hanno anche giocato un match tra loro con “regole sperimentali”. Abbiamo chiesto al giovane greco di quali regole si trattasse: “Set ai 4 game, con eventuale tie-break sul 4-4, distanza del 3 su 5, regola del no-advantage e no-let sul servizio”. Tutte norme già conosciute e sperimentate in diversi tornei minori. Gli “short set” sono stati utilizzati qualche tempo fa nelle serie inferiori di Coppa Davis, ma il progetto non è andato avanti (anche se il sistema di punteggio non è stato cancellato dai rulebook ITF), mentre il no-let (cioè il punto resta valido anche se un servizio colpisce il nastro) è stato sperimentato qualche anno fa nei tornei Challenger. Dopo un riscontro negativo da parte dei giocatori, fu abolito. Ovviamente non abbiamo certezze sul fatto che le norme sperimentali saranno proprio queste, ma gli indizi ci sono tutti.
. La data è favorevole a livello strategico, poiché è molto lontana dagli Internazionali BNL d’Italia, e siamo convinti che la primissima edizione attirerà grandi attenzioni, anche da parte della stampa internazionale. C’è il rischio che possa essere vista o interpretata come una grande esibizione, il che potrebbe minarne – alla lunga – la credibilità tecnica (non a caso, Kermode ha più volte utilizzato il termine “sperimentazione”), ma questa è solo la più pessimistica delle visioni. Non ci resta che aspettare e prendere atto di un buon successo diplomatico della FIT, che ha superato Los Angeles, Miami, Città del Capo e ha resistito all’ultimo – e danaroso – tentativo in extremis di Baku.
IL VIDEO PROMOZIONALE DELL’ATP
IL DISPERATO TENTATIVO DI BAKU