Termina con un'anonima sconfitta contro Andrey Rublev l'esperienza di Liam Caruana alle Next Gen ATP Finals. La bella figura fatta contro Fritz è rimasta un caso isolato, ma il romano del Texas è comunque soddisfatto del suo torneo. Ha fatto esperienza, ha osservato i migliori e capito cosa lo separa da loro. Ora deve provare a recuperare terreno.Sicuramente, quando domenica pomeriggio Liam Caruana ha battuto Raul Brancaccio allo Sporting Milano 3, guadagnandosi l’ambitissima wild card per le Next Gen ATP Finals, nella sua testa saranno passate idee brillanti, diverse da un bilancio di tre sconfitte su tre con un solo set vinto sui dieci giocati. Eppure, dopo il secco KO contro Andrey Rublev che ha messo fine alla sua corsa a Milano, lasciando agli spettatori un’impressione più simile a quella (brutta) di martedì piuttosto che a quella (migliore) dell’indomani, il romano del Texas se ne va comunque soddisfatto, col bagaglio arricchito dall’esperienza più importante della sua carriera. “È stato bellissimo condividere questo palcoscenico con sette giocatori così forti – ha detto –, e ancora di più davanti a un pubblico schierato dalla mia parte. I migliori under 21 del mondo sono un paio di gradini sopra rispetto a me, ma ho visto cosa devo ancora migliorare, e penso che continuando a lavorare duramente potrò arrivare ai loro livelli”. In parte li ha avuti, mettendo paura a Fritz e rischiando di scippare a Rublev un primo set che il russo ha condotto per 3-1, prima di distrarsi e trovarsi costretto a rincorrere da 0-2 nel tie-break. Quello che manca è la continuità, o quel pizzico di esperienza che in certi momenti serve a suggerire cosa fare più di un buon coach. Per esempio, sul 6-6 del tie-break, con due set-point già cancellati, gli avrebbe detto di restare tranquillo e vedere se dall’altra parte magari arrivava qualche regalino, invece il regalino l’ha fatto lui, mettendo in rete un diritto in uscita dal servizio, la chance di vincere il set è scappata via e la partita pure, in appena 61 minuti.UNA STAGIONE DIFFICILE
“Rublev – ha aggiunto Liam – è un giocatore molto potente, che dà poco ritmo. Mi ha tolto spesso il tempo, obbligandomi a giocare in difesa. Ho sofferto il suo gioco, ma penso sia normale contro uno come lui sentirsi sempre sotto pressione”. Lo è eccome, perché il russo è fortissimo e solo un anno parzialmente rovinato dagli infortuni l’ha portato a Milano con una classifica peggiore rispetto a dodici mesi fa. In questo, Caruana e Rublev sono andati di pari passo, visto che anche l’azzurro chiuderà presto – dopo il Challenger di Andria, al via fra una decina di giorni – una stagione a singhiozzo, che gli è costata un paio di passi indietro nella classifica ATP. “È stato un anno negativo, ma che mi ha mostrato tanti aspetti del mio gioco e del mio fisico sui quali lavorare. Nel corso dell’off-season dovrò concentrarmi molto di più sulla parte fisica del lavoro, e poi devo giocare di più sul cemento, ed essere più sicuro del mio tennis e delle mie decisioni. Spero possa andare meglio il prossimo anno. L’obiettivo? Entrare fra i primi 200 del mondo”. Un traguardo da rincorrere senza le regole sperimentali, che addirittura ha detto di preferire a quelle tradizionali (perché rendono tutto “più intenso”), ma che tutto sommato è alla portata, per un ragazzo che è già stato nei primi 400 e ha già dimostrato di avere il tennis per competere a livello Challenger. “Anche Tiafoe e Fritz – ha concluso – mi hanno detto che sono sulla strada giusta. Loro hanno già voltato pagina dopo Challenger e Futures, e sono molto professionali in tutto ciò che fanno. Dal prossimo anno vorrei essere così anche io”. L’augurio è che tutto possa andare secondo i suoi piani. A Milano, per lui, può esserci posto anche nel 2019.
NEXT GEN ATP FINALS – Terza giornata Gruppo B
Andrey Rublev (RUS) b. Liam Caruana (ITA) 4-3 4-1 4-2
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