
Proprio quando Rublev sembrava aver cambiato passo, vincendo al tie-break il terzo set, al russo è bastato perdere la bussola per quattro punti per ritrovarsi sotto 3-0, e una manciata di minuti più tardi era già l’ora del quinto set. Per decidere il vincitore c’è voluto il tie-break solo perché sul 2-1 il russo ha mischiato talento e follia inventandosi un rischiosissimo diritto lungolinea per cancellare una palla-break. Ma se il più forte è lui un motivo ci deve pur essere, e i momenti delicati sono quelli perfetti per dimostrarlo. Non è un caso che nel tie-break finale non ci sia stata storia: per Quinzi è aumentata la tensione, per Rublev l’attenzione, dal diritto del marchigiano sono arrivati quattro errori, e il sogno di battere all’esordio la prima testa di serie è sfumato quando il russo ha stampato sulla riga uno splendido rovescio incrociato. Ma in fondo non è nemmeno così importante. Perché alle Finals dei giovani di punti in palio non ce ne sono, quindi la classifica non si muove in ogni caso, e perché Quinzi ha prima di tutto un bisogno enorme di esserci, e di sentire che il pubblico italiano non ha smesso di credere nel suo tennis. È vero, tutti aspettavano Berrettini, ma forse è addirittura meglio che ci sia lui. Perché il romano ha spiccato il volo con le sue ali, mentre “GQ” aveva bisogno di una spinta, di rivedersi fra quei coetanei coi quali una volta chiacchierava negli spogliatoi, mentre oggi trova in tv, chiedendosi perché loro sì e lui no. Qualche differenza si è vista, per esempio quando il compito di spingere toccava a lui, con dritto e rovescio che viaggiavano mediamente a una decina di chilometri all’ora in meno rispetto a quelli di Rublev. Ma allo stesso tempo si sono viste anche delle grandi qualità difensive, che rubano meno l’occhio ma possono valere tanto. Proprio come queste Next Gen ATP Finals: mentre gli altri giocano per soldi e per onorare un evento costruito a loro immagine e somiglianza, lui gioca per ritrovare sé stesso e cominciare una carriera ancora ferma (o quasi) a quel maledetto titolo juniores di Wimbledon. Il girone di ferro in cui è capitato non gli è d’aiuto, ma nonostante la classifica dica che i veri Next Gen sono lontanissimi, oggi il campo ha mostrato una realtà meno tragica. La formula particolare dell'evento lascia qualche dubbio in più, ma per Quinzi può essere comunque un buon punto di ri-partenza.
NEX GEN ATP FINALS – Prima giornata Gruppo A
Andrey Rublev (RUS) b. Gianluigi Quinzi (ITA) 1-4 4-0 4-3 0-4 4-3
Hyeon Chung (KOR) b. Denis Shapovalov (CAN) 1-4 4-3 4-3 4-1
NEX GEN ATP FINALS – Prima giornata Gruppo B
Daniil Medvedev (RUS) b. Karen Khachanov (RUS) 2-4 4-3 4-3 4-2
Borna Coric (CRO) b. Jared Donaldson (USA) 4-3 4-1 4-3
