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Il 21enne di Porto San Giorgio ha finalmente reagito: ha cancellato la prima palla-break con un buon servizio, sulla seconda si è presentato per la prima volta a rete e la parata su un gran passante incrociato del canadese gli è valsa il 2-2, ma soprattutto l’ha acceso. E una partita senza un briciolo di equilibrio è diventata equilibratissima. Il break che poco dopo ha mandato Quinzi a servire sul 3-2 è stato figlio delle scossa, del “ci sono ancora” mostrato al rivale, della voglia di rifiutare la scoppola e giocare almeno un altro set, a costo di alzare la traiettoria del diritto e mettersi a difendere. Tutta esperienza. Il set non è arrivato sul 40-40 del sesto game, perché lui ha avuto una chance di chiudere col diritto ma non l’ha convertita, mentre Shapovalov non l’ha avuta ma l’ha creata col rovescio, chiudendo con una magia lo scambio più bello (anche perché più lungo: l’ATP dovrebbe ricordarselo) di tutto l’incontro. Fortuna che tre errori di fila del canadese hanno accontentato l’azzurro: subito 5-1, poi 7-5 e tie-break in cassaforte. Stesso esito, ma con Shapovalov a sorridere, nel quarto, malgrado il 3-1 per “GQ” nel tie-break. Il canadese ha alzato il livello, ha ribaltato lo score e ha chiuso, eliminando l’azzurro e rilanciando le sue chance di semifinale. Con Chung unico degli 8 già qualificato con un match d’anticipo, l’altro semifinalista del Gruppo A uscirà dallo “spareggio” Shapovalov-Rublev di giovedì.
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“Dopo due set difficili – ha detto Quinzi in conferenza stampa – ho cambiato tattica: ho iniziato ad alzare di più la traiettoria dei colpi e a non offrirgli angoli, altrimenti mi massacrava. Malgrado sia mancino, io soffro i mancini, e Shapovalov quando ha una chance la prende subito e non gioca mai una palla comoda, cambia direzione molto facilmente, ha un rovescio lungolinea massacrante. Nel terzo e nel quarto set ho dato l’anima, e con la difesa e un pizzico di fortuna gli sono rimasto vicino. Magari sarei potuto andare anche al quinto: ero 3-1 al tie-break, lui sbagliava un po’ di più rispetto a prima, ma si vedeva che comandava comunque la partita. Battere questi giocatori è difficile, sono tutti fortissimi. Io devo riuscire a spingere di più con il diritto: ho modificato il movimento da un mese e ancora non mi sento sicuro come dovrei (ecco spiegati i 20 km/h di differenza sulla velocità media del colpo: un abisso). Ci stiamo lavorando”. Malgrado la sconfitta, un altro match che può servire a Quinzi per rinforzare le sue convinzioni, o tornare ad averne. “Sento di avere questo livello, solo che faccio fatica a tenerlo a lungo come gli altri. Posso giocare bene alcuni set, ma devo crescere fisicamente per reggere questo ritmo per una partita intera. Loro sono abituati a farlo, giocano a questo livello per tutto l’anno, giocano gli Slam, i Masters 1000, mentre io gioco i tornei Challenger. Spero magari entro un paio d’anni di raggiungerli”. Lo sperano tutti. Giovedì alle 14 l’ultimo match contro Hyeon Chung, in un remake della famosa finale di Wimbledon juniores. Ai fini del torneo conterà zero, ma nella mente dell’azzurro può avere il suo valore.
NEX GEN ATP FINALS – Seconda giornata Gruppo A
Denis Shapovalov (CAN) b. Gianluigi Quinzi (ITA) 4-1 4-1 3-4 4-3
Hyeon Chung (KOR) b. Andrey Rublev (RUS) 4-0 4-1 4-3
NEX GEN ATP FINALS – Seconda giornata Gruppo B
Karen Khachanov (RUS) b. Jared Donaldson (USA) 4-1 4-3 4-2
Borna Coric (CRO) b. Daniil Medvedev (RUS) 4-3 2-4 4-1 4-2
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