Il Tour riparte con una piccola rivoluzione: addio scenate e proteste ma è giusto sacrificare del tutto l’occhio umano?

Nessuna chiamata dubbia, proteste azzerate e addio scenate per un overrule dell’arbitro. Nella bolla di New York l’Atp promuove ufficialmente l’Hawk-Eye Live, il nuovo sistema dell’occhio di falco che rimpiazza, di fatto, i giudici di linea con un sistema di chiamate interamente demandato alla tecnologia. Niente di nuovo sul circuito, i più attenti lo ricorderanno già alle Next Gen Finals di Milano ma adesso era il momento di far di necessità virtù. Con l’obiettivo di diminuire le persone coinvolte nell’organizzazione di due eventi così complessi come Cincinnati (se così si può definire) e gli Us Open, il circuito internazionale ha dato l’ok alla sperimentazione in tornei ufficiali. I giocatori non avranno più bisogno delle canoniche tre chiamate a set per ‘sfidare’ la chiamata dei giudici e sperare di ribaltare l’esito per questione di millimetri, a Flushing Meadows la tecnologia sarà a disposizione su ogni campo e sui più importanti si potrò richiedere un replay per capire di quanto fosse out il colpo. I costi stimati si attestano intorno ai 50.000 dollari per ogni campo, una buona fonte di risparmio per i grandi tornei impegnati a occuparsi della paga di centinaia di giudici di linea oltre a fornire loro vitto e alloggio. I ‘pro’ sono innegabili, a partire dalla maggiore serenità degli atleti nell’affrontare un match con il rischio pressoché inesistente di veder condizionato il proprio incontro da una chiamata dubbia. Con buona pace del “drama” e della scomparsa di proteste all’indirizzo degli ufficiali di gara. “Con l’occhio di falco sarei stato un tennista migliore ma sicuramente più noioso“, affermò qualche anno fa John McEnroe, uno che anche grazie alle sue scenate è rimasto nella storia di questo sport.

Ma è davvero giusto ‘sacrificare’ praticamente del tutto l’occhio umano lasciando spazio alla macchina? Arrivare a una sintesi risulta quasi impossibile, il tennis è tra gli sport più attivi in campo tecnologico (tanto da aver trovato addirittura un competitor al tradizionale hawk-eye, la FoxTenn già utilizzata per la prima volta su terra nei tornei sudamericani di febbraio) ma è il caso un intervento così invasivo all’interno del gioco? Il tutto deresponsabilizzando ulteriormente i giudici di sedia, chiamati a questo punto al mero ruolo di speaker del punteggio e sempre meno coinvolti nel dover prendere decisioni scomode in pochi secondi. Un fattore che potrebbe disabituare gli stessi a dover intervenire quando costretti ad arbitrare in eventi senza l’Hawk-Eye Live: sembra infatti improbabile, al momento, un suo utilizzo in tutti gli eventi in calendario del circuito, molti dei quali ancora sprovvisti del tradizionale falco sui campi secondari. I giudici di linea, quindi, non andranno ‘in pensione’ a stretto giro di posta ma avranno sicuramente meno chance di farsi le ossa in grandi palcoscenici e accumulare esperienza per un ipotetico passaggio sulla sedia. E’ l’eterna lotta tra tradizione e innovazione che contraddistingue il mondo della racchetta, impegnato nel raggiungere un compromesso tutt’altro che scontato verso la ricerca di un risultato quanto più vicino all’irraggiungibile perfezione.